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Il Piano di esodo per i Campi Flegrei arriva sul tavolo del Governo

Il Decreto legge per l’emergenza in Campania conterrà le linee guida della pianificazione in relazione al fenomeno del bradisismo

di Vera Viola

Terremoto Campi Flegrei, Ingv: "Piano evacuazione sbagliato, non possiamo prevedere disastro"

4' di lettura

Arriverà in Consiglio dei ministri giovedì 5 ottobre il Piano di esodo in relazione al bradisismo dei Campi Flegrei annunciato dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, che ha recepito l’invito dei sindaci. «Uno strumento che verrà adottato solo in casi di estrema necessità – ha detto il ministro Musumeci – ma averlo, elaborarlo e tenerlo aggiornato è buona pratica di prevenzione». Sarà inserito nel decreto legge per i Campi Flegrei a cui il ministero sta lavorando.

Il Piano tra l’altro, proprio nel definire le linee guida per una eventuale evacuazione, deve tener conto della decisione della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi, di non modificare il livello di allerta giallo per il rischio vulcanico, e con riferimento alla sismicità, connessa al bradisismo, ha sostenuto che la maggiore frequenza degli sciami sismici, l’aumento della loro magnitudo e il perdurare del sollevamento del suolo, suggeriscono che gli stessi eventi sismici possano ripetersi in futuro.

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Riparte lo sciame sismico

Non c’è tregua dal bradisismo nei Campi Flegrei. Parte un nuovo sciame sismico dopo l’altro (una scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stata avvertita alle 10,46 del 4 ottobre, mentre, in precedenza un’altra scossa si era registrata alle 10,18 con una magnitudo 1.7. ) e i cittadini mostrano stanchezza e preoccupazione crescente. Così diventa sempre più urgente e avvertita l’esigenza di dotare i Comuni di piani di evacuazione per la difesa della popolazione dal rischio connesso al bradisismo. Anche perché si vive in un vero paradosso: Comuni che da più di un secolo con il bradisismo hanno a che fare ciclicamente non sono dotati di piani ad hoc. «Abbiamo il piano per il rischio vulcanico, che è stato approvato ed è stato anche oggetto di sperimentazione nel 2019 – dice da giorni il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni – ma mancano linee guida su come comportarsi in caso di bradisismo».

I consigli degli scienziati: evacuare piccole aree più a rischio

Diminuire significativamente la popolazione residente nella zona rossa (circa 600mila persone), adottare uno schema di evacuazione progressiva che inizia da una piccola area considerata a maggior rischio, evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1 chilometro e mezzo dall’area di Solfatara-Agnano, vale a dire nella zona in cui si producono i terremoti maggiori, per verificare l’agibilità e la capacità di resistenza degli edifici ad altre scosse rilevanti. Sono alcune delle proposte al centro del seminario che si terrà venerdì, 6 ottobre, a Napoli nel Circolo Savoia. «Occorre studiare subito un piano di evacuazione specifico per il rischio flegreo che si prefigura molto complesso, rappresentato dal rischio eruzione», dice Antonio Coviello, che coordina un team di esperti tra vulcanologi dell’INGV, geologi dell’ENEA, urbanisti, giuristi ed economisti del CNR-IRISS, gruppo impegnato da anni in un progetto di ricerca scientifico nello studio dei rischi da calamità naturali.

«Oggi nell’area Flegrea il più grave ed urgente problema è la sismicità, che seguendo il continuo sollevamento del suolo, che a sua volta riflette un progressivo aumento di pressione interna del sistema, sta aumentando, sia in frequenza che in magnitudo massima – aggiunge il professor Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca INGV – L’unica soluzione immediata per scongiurare tragedie, anche perché gli edifici sono strutturalmente sempre più provati dalle continue scosse, con magnitudo crescente, è evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1.0-1.5 km dall’area di Solfatara-Agnano, ossia nella zona in cui si producono i terremoti maggiori, per verificarne l’agibilità e la capacità di resistenza ad altre scosse maggiori».

Audizione del sindaco della città metropolitana

«Esiste un piano di evacuazione dell’area e per la gestione dell’emergenza connesso a rischio vulcanico – ha detto Manfredi in audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera – questo piano richiede aggiornamenti per tenere conto delle modifiche della realtà, ma la sua base è valida».

Manfredi: Sostegni per i controlli di staticità

«Sarebbe utile – ha detto il sindaco di Napoli – una valutazione della vulnerabilità anche delle case private. Non tutti i Comuni però hanno una struttura tecnica adatta a sostenere tale tipo di intervento. Sono necessarie anche forme di supporto ai cittadini per fare in modo che le attività di controllo possano essere svolte. Sottolineo anche la necessità di avere una comunicazione istituzionale corretta e scientificamente controllata».

Piano nazionale di protezione civile per i Campi Flegrei

Il Piano di protezione civile che considera il rischio vulcanico esiste, ma va aggiornato oltre che comunicato. Se ne dovrà occupare la Regione Campania che ha avviato un lavoro in tal senso. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca nei giorni scorsi ha annunciato: «Faremo una esercitazione di evacuazione. Ovviamente non potremo evacuare tutti gli abitanti delle zone interessate, ma potremo fare un’evacuazione limitata a poche centinaia di persone per verificare un po’ la funzionalità del piano di evacuazione in caso di emergenza». È necessario prima di tutto un adeguamento del Piano di protezione civile per tener conto delle vie di fuga disponibili. Manfredi in audizione alla Camera ha precisato: «Non tutte le vie di fuga oggi sono attive, alcune sono chiuse per lavori. È necessario un monitoraggio e un intervento urgente per accelerare e completare i lavori».

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