Ipotesi plexiglass in spiaggia: ecco la proposta che fa discutere
Arriva da un’azienda del modenese l’idea di riempire le spiagge italiane con box grandi 4,5 metri. Pronta la risposta dei bagnini riminesi: è una «sparata estemporanea»
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Rinunciare alla vacanza con tintarella ed esposizione di glutei e bicipiti nelle assolate spiagge italiane? Non sia mai. Però, abbiamo l’emergenza coronavirus in corso, e difficilmente da qui all’esplosione della stagione balneare saremo tutti così liberi da poterci accalcare sull sabbia con una distanza interpersonale di poche decine di centimetri. Le soluzioni a cui si sta pensando sono diverse, e una di queste sta suscitando da subito un buon numero di polemiche.
L’idea arriva da un’azienda del modenese: attrezzare le spiagge con dei cubicoli di alluminio e plexiglass delle dimensioni di 4,5 metri per lato, con un’altezza di due metri e una porta per entrare. Lo spazio sarebbe sufficiente per ospitare un paio di sdraio e un ombrellone. L’azienda, la Nuova Neon Group 2, si è anche detta pronta a realizzare soluzioni meno drastiche, come dei pannelli separatori, sempre in plexiglass, tra gli ombrelloni.
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Sauna privata?
Come è facile immaginarsi, la proposta ha suscitato diverse critiche. La prima crediamo possa venire in mente a tutti: anche se non ha il “tetto”, risulta faticoso pensare di rimanere chiusi all’interno di un box di plexiglass, per quanto grande, durante le ore più calde sotto il solleone. A meno di non immaginarsi di avere a disposizione, dalle 11 alle 16 di una calda giornata di inizio agosto, una sauna privata.
Il «no» de bagnini riminesi
La seconda critica è arrivata direttamente dai bagnini di Rimini, che sull’argomento sono intervenuti molto decisi: «Sono delle follie che ci indignano: sparate estemporanee di qualcuno che vuole farsi pubblicità quando ora i problemi sono ben altri», spiega lapidario Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud che riunisce la gran parte degli stabilimenti balneari della città romagnola. Proposte fatte «senza aver consultato le categorie - aggiunge Vanni - di gente che non sa neanche di che cosa parla. Chiunque conosca il turismo balneare sa benissimo che è improponibile chiudere una persone dentro un box di plexiglass sotto il sole d'estate quando ci sono 40 gradi».
Altre idee
Comunque, quella dei box in plexiglass non è stata l'unica proposta giunta alle orecchie dei bagnini riminesi. Ci sono anche i tunnel igienizzanti attraverso cui le persone possono passare e gli erogatori lungo le pedane che spruzzano soluzioni disinfettanti. «Sicuramente - conclude il presidente - se ci saranno obblighi o situazioni in cui la categoria si potrà muovere per agevolare il turismo, le nostre organizzazioni sapranno dare le indicazioni giuste».
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