ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’intimidazione contro le proteste

Iran, la denuncia del Pd: nell’ambasciata a Roma telecamera su una forca

I deputati del Pd Quartapelle e Sensi: il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili

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3' di lettura

«L’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dall’ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili». A denunciarlo è stato il Pd attraverso Lia Quartapelle, vicepresidente Pd in commissione Esteri di Montecitorio. «Subito convocare l’ambasciatore. Intollerabile oltraggio. Manifestare. Questo orrore non è sopportabile», aggiunge il senatore del Pd Filippo Sensi su Twitter. Ma numerose sono le prese di posizioni contro il gesto della rappresenzatnza iraniana in Italia.

Le proteste

Lo scorso 24 maggio una manifestazione davanti all’ambasciata iraniana in via Nomentana era stata promossa dal comitato Donne Vita Libertà delle donne iraniane e da Amnesty International Italia. «Siamo qui con le donne iraniane contro il regime islamofascista di Teheran che continua a mandare sul patibolo e nelle carceri uomini, giovani e ragazze colpevoli solo di chiedere libertà e democrazia in quel Paese» aveva spiegato Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi Sinistra.

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«L’ Italia è stato il Paese dove già nel 1786 fu abolita la pena di morte in Toscana grazie a Leopoldo di Lorena. E ancora oggi l’Italia considera la pena di morte un abominio. L’ambasciata iraniana a Roma eviti l’infamia di agganciare una telecamera di controllo (o meglio di intimidazione) ad una forca» scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.

Amnesty: gesto intimidatorio e inaccettabile

Parla di «gesto intimidatorio e inaccettabile, uno sfregio nei confronti di chi manifesta in favore dei diritti umani» Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. «Questa installazione, che ho visto personalmente, affaccia su via Nomentana, di fronte al luogo dove in questi mesi hanno manifestato iraniani e iraniane della diaspora chiedendo la fine della repressione», ha aggiunto. «Il messaggio è doppio: di intimidazione, perché con quella telecamera si riprendono i volti di chi manifesta; e di sfregio, perché viene ostentato provocatoriamente uno dei principali strumenti di repressione. Dal gennaio 2022 in Iran sono stati impiccati quasi 900 prigionieri, sette dei quali per aver preso parte alle recenti manifestazioni».

I Radicali: intervenga Tajani

«Un’inaccettabile richiamo alle impiccagioni e una minaccia per chiunque osi protestare. Siamo oltre ogni limite. Il ministro Tajani prenda provvedimenti al riguardo. Il nostro pensiero, come sempre, va a chi sta lottando anche mettendo a rischio la propria vita» scrivono Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

Gelmini (Azione): intimidazione

«La telecamera montana su una forca in ambasciata iraniana a Roma è un chiaro tentativo di intimidazione. L’ambasciatore deve fare chiarezza. Siamo e saremo dalla parte delle donne e dei giovani iraniani che lottano, con coraggio, per la libertà» afferma Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione.

Della Vedova: governo faccia rimuovere telecamera

«Il Governo italiano e il Comune di Roma - dice il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova - non possono consentire che l’ambasciata iraniana abbia montato una telecamera di sorveglianza su di un supporto a mo’ di forca. La Farnesina dovrebbe chiedere immediate spiegazioni e la rimozione del palo-forca. L’Italia deve stare accanto a quanti continuano rischiando la vita a lottare a rischio della vita per libertà e democrazia in Iran».

Le condanne a morte

L’Iran è scosso da un movimento di protesta dalla morte il 16 settembre del 2022 della giovane curdo-iraniana Mahsa di 22 anni, tre giorni dopo il suo arresto da parte della polizia morale che l’accusava di aver infranto il rigido codice di abbigliamento imposto alle donne, in particolare l’uso del velo.

Il 19 maggio sono stati impiccati tre uomini arrestati a novembre e condannati a morte a gennaio per il coinvolgimento nella morte di funzionari delle forze dell’ordine durante le proteste.

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