Irlanda a cavallo tra basse maree, colline e case degli scrittori
Percorsi e idee nell’isola verde, dove ai corsi di equitazione si possono abbinare quelli di inglese, sulle tracce di William B. Yeats e inseguendo le note del jazz
di Giulia Crivelli
4' di lettura
In Italia, in molti altri Paesi europei e più in generale in Occidente, Stati Uniti compresi, andare a cavallo e giocare a golf sono attività che potremmo definire esclusive. Anzi, diciamolo: si tratta proprio di attività per ricchi. Ed è un peccato, perché si svolgono prevalentemente all’aria aperta e hanno entrambe grandi pregi, benché diversi. L’equitazione consente di stabilire una relazione con uno degli animali storicamente più vicini all’essere umano, non a caso tra i più utilizzati in diverse branche della pet therapy. Oltre a portare a un’immersione nella natura, anche solo urbana, andare a cavallo è inoltre un buon esercizio fisico. E sappiamo quanto, in questo strano periodo storico che stiamo attraversando, possano essere d’aiuto tutte e tre le cose: vita all’aperto, benessere psicologico e fisico. Il golf è un’attività più solitaria, ma indubbiamente positiva per sviluppare concentrazione e, in certa misura, elasticità muscolare e forza.
Per una serie di ragioni l’Irlanda (non a caso definita l’isola verde) è uno dei pochi Paesi dove tutti, indipendentemente dalle disponibilità economiche, possono andare a cavallo e giocare a golf. Non dovrebbe allora stupire quanto sia sviluppato il turismo legato, in particolare, al mondo dei cavalli. Esistono decine di agenzie specializzate in soggiorni settimanali (o più lunghi) da scegliere in base alla quantità di ore che si desidera dedicare alle attività a cavallo, al tipo di escursioni in sella che si pensa di fare, al livello di conoscenza dell’equitazione che si ha. Per chi vuole, si possono abbinare le attività equestri a corsi di inglese (o di irlandese, per chi volesse addentrarsi nella misteriosa lingua dell’isola) e in questo caso il vantaggio rispetto ai “classici” soggiorni studio nel Regno Unito (Inghilterra o Scozia) è anche economico: le tariffe in euro dei viaggi in Irlanda sono molto più convenienti di quelle in sterline e non esistono le complicazioni legate alla Brexit, come la necessità di passaporto o l’accesso all’assistenza sanitaria.
Non esiste una zona dell’Irlanda più votata rispetto a un’altra all’equitazione (e al golf, per chi fosse interessato); il periodo ideale resta quello tra la tarda primavera e l’estate, anche per la minore possibilità di pioggia e le temperature, sicuramente più adatte ai turisti italiani nei mesi tra maggio e settembre rispetto ad altri periodi dell’anno. Se più che turisti ci si sente viaggiatori o esploratori, pure l’inizio della primavera e l’autunno hanno il loro fascino, in terra d’Irlanda, proprio grazie a umidità (che rende tutto ancora più verde), nebbioline, foschie e diverse frequenze delle maree.
Un buon punto di partenza per studiare (o anche solo sognare) il proprio viaggio in Irlanda è il sito www.bookhorseridingholidays.com, dove si trovano inoltre proposte allettanti per chi ama le fughe nella natura in senso lato, come i trekking in Mongolia o i safari fotografici, sempre a cavallo, in Africa. Una proposta per sei giorni è l’Irish Castle and Monastic Ruin Horse Riding Holiday, che ruota intorno all’ An Sibin Riding Centre, che si trova nella contea di Clare, nel centro dell’isola, attraversata dal fiume Shannon. Chi optasse per questa combinazione può inserire una visita a Limerick, dove si trova il Frank McCourt Museum, dedicato al grande scrittore americano di origini irlandesi. Il museo è ospitato dalla Leamy’s School, costruita nel 1843 e più volte citata nel capolavoro di McCourt, Le ceneri di Angela (pubblicato in Italia da Adelphi).
Poiché non è mai troppo presto per programmare le vacanze di studio dei figli, un’altra possibilità è Horse Riding and English Summer Camp for Kids, pensato per ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni: si svolge a Cork, dura 14 giorni e prevede escursioni a cavallo e lezioni di inglese. Cork è il capoluogo dell’omonima contea del sudest del Paese ed è la seconda città dopo Dublino, con circa 120mila abitanti. Per chi posticipasse il viaggio-studio dei figli o scegliesse un itinerario intorno a Cork indipendentemente dalle lezioni di inglese, il periodo più consigliato è l’autunno: in ottobre la città ospita il Guinness Jazz Festival, che trasforma quasi ogni strada e piazza in palcoscenico per jam sessions, mentre in novembre si svolge il Cork Film Festival, che ha oltre 60 edizioni alle spalle. L’Irlanda del resto – oltre che della letteratura – è stata spesso al centro di capolavori sul grande schermo. Con grandi classici come Un uomo tranquillo, film con John Wayne del 1952 e, in tempi più recenti, con due film di Neil Jordan, La moglie del soldato (1992) e Michael Collins (1996), e soprattutto con Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach, racconto sulla guerra d’indipendenza del Nord che nel 2006 vinse la Palma d’oro al festival di Cannes.
Tornando ai viaggi a cavallo, dura sette giorni l’Atlantic Trail Week Horse Riding Holiday, che ruota intorno a Mullaghmore, nella contea di Sligo, nel nordovest del Paese. Il capoluogo della contea è l’omonima città di Sligo, i cui dintorni pullulano di riferimenti a William Butler Yeats, Nobel per la letteratura nel 1923, che da bambino trascorreva le vacanze estive a Rosses Point con il fratello Jack, poi diventato pittore. Yeats è sepolto a Drumbcliff, meta di una delle gite a cavallo del citato Atlantic Trail Riding Holiday. Alla natura del suo Paese Yeats, vissuto tra il 1865 e il 1939, dedicò moltissimi versi: una poesia in particolare fa riferimento al panorama che si gode dal terzo tee (buca) del County Sligo Golf Club (fondato nel 1894 e all’interno del quale oggi si trova anche l’Yeats Country Hotel), a dieci chilometri dalla città di Sligo. Come dicevamo all’inizio: l’Irlanda è un paese di cavalieri, golfisti e, last but not least, di poeti.
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