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Irrazionalità Umana e Irrazionalità Artificiale

L'uccellino sull'ippopotamo che prende tutto alla lettera

di Piero Formica

(Alex Tsarfin - stock.adobe.com)

2' di lettura

È acceso il dibattito sull'incontro e lo scontro tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Sarebbe bene soffermarsi sugli aspetti irrazionali negativi, sull'idiozia dell'una e dell'altra. Far cadere nell'oblio gli studi umanistici ed elevare al rango di consapevolezza l'intelligenza artificiale (IA) sono comportamenti di pura irrazionalità destinati a combinare pasticci. Il pensiero umanista porta all'aver cura che gli esseri umani non precipitino nel baratro del non-umano e medita su come arricchire di valori umanistici la tecnologia. È questo il fine delle scienze umane e sociali impegnate nella comprensione dei nostri comportamenti. Chiedersi se valga la pena frequentare le discipline umanistiche vuol dire coltivare dubbi sul pensiero meditativo da cui deriva una visione del mondo non limitata alla materia. Più si dubita, più si corre nel pericolo di ridurre gli studi umanistici ad un uccellino sul dorso dell'ippopotamo IA dal quale finisce per dipendere la sua vita. È ciò che sta accadendo. Quattro quinti dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione economica hanno riportato un calo delle iscrizioni alle discipline umanistiche nell’ultimo decennio.

Vivendo in una società quantitativa, quindi votata ad ottenere il massimo profitto dai propri input, a partire dalle istituzioni educative si è portati a premiare le azioni sostenute dagli sviluppi della tecnica che gonfiano i numeri. L'ottimizzazione a breve termine schiaccia gli investimenti a lungo termine indirizzati all'educazione umanistica. Resta ai margini dell'orizzonte visibile la costruzione di un ponte sul fiume della conoscenza per unire la sponda delle scienze umane e sociali con quella delle scienze naturali, dell'ingegneria, matematica e informatica. Coltivare la mente con i semi della transdisciplinarità aiuterebbe la ricerca e il lavoro nell'intelligenza artificiale. Viceversa, oggi volendo incentivare la mobilità internazionale degli studenti, si allungano i permessi di soggiorno all'estero degli studenti STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics rispetto agli STEAM (Science, Technology, Engineering, the Arts and Mathematics).

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Altrettanto dissennato e presuntuoso è l'ippopotamo IA. I lavoratori vorrebbero che gli strumenti dell'IA svolgessero al posto loro il “lavoro ombra”. Capita che le aziende assegnino ai dipendenti compiti quali la stesura dei verbali delle riunioni e l'archiviazione delle loro spese per essere poi rimborsati. Sgravati da questi compiti burocratici, essi potrebbero dedicarsi di più e meglio alle attività mentali per le quali sono stati assunti. L'ippopotamo IA pretende di essere dotato di tale consapevolezza e comprensione di ciò che scrive da poter salire le scale della cultura anziché doverne discendere. È un'istanza irricevibile. Essendo priva di sfumature, ironie e contraddizioni proprie della cultura e della comunicazione umana, l'IA prende tutto alla lettera e offre luoghi comuni privi di qualsiasi riflessività. Un'autentica formazione di idee e del loro significato le è estranea. L'uccellino e l'ippopotamo IA si rincorrono all’infinito attraverso una porta girevole. La porta va rimossa se non si vuole perpetuare la spirale dell'irrazionalità.

piero.formica@gmail.com

Riproduzione riservata ©

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