Prime in Europa

L’Islanda riconta voti, le donne non sono più maggioranza in parlamento

Sfuma la prospettiva di una Camera composta per oltre il 50% da deputate

La Prime Minister Katrin Jakobsdottir

1' di lettura

L’Islanda non è il primo Paese europeo con una maggioranza di deputate in Parlamento. Dopo un riconteggio dei voti delle elezioni del 26 settembre in una delle sei circoscrizioni dell’isola, tre donne hanno perso il seggio che pensavano di aver ottenuto, facendo scendere la rappresentanza femminile alla Camera sotto l’asticella del 50%.

Le donne elette non sono più 33 su 63 parlamentari bensì 30, pari al 47,6%. Lo ha annunciato il presidente della commissione elettorale Ingi Tryggvason.

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Stando a dati della Banca Mondiale, nessun paese in Europa ha mai prima superato né raggiunto il 50% della presenza femminile in parlamento. Una presenza salda da anni in verità, come certificano tutte le classifiche sull’argomento. L’Islanda è il paese che ha eletto la prima donna presidente nel 1980. Il primato del parlamento con più rappresentanza femminile resta quindi alla Svezia, con una quota del 47% di donne parlamentari.

Male i Verdi, crescono destra e centristi

Il ricalcolo sulla questione di genere non intacca comunque gli equilibri politici del voto. Il blocco a sostegno della premier Katrin Jakobsdottir, una coalizione trasversale di tre partiti, guadagna due seggi e arriva così a 37. Il movimento di sinistra-verde, guidato dalla stessa, prima ministra Jakobsdottir, ha però perso terreno rispetto ai due partner di maggioranza di centro e di destra. Il Partito progressista di centro è salito di cinque seggi, per un totale di 13. Il Paritto dell’Indipendenza, di orientamento conservatore, si è aggiudicato la quota più corposa di scranni (16) e guida ora di fatto la maggioranza.


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