Ismea: raccolto delle arance in calo del 25%. Italia sempre più dipendente dall’estero
La minore offerta di agrumi nazionali trova conferma anche nei dati relativi agli acquisti di arance confezionate tra ottobre e gennaio, in calo del 5,8%
di Emiliano Sgambato
1' di lettura
Stagione negativa per le arance made in Italy. Secondo i primi dati diffusi da Ismea, la campagna 2022-23 registra un calo del raccolto tra il 25 e il 30%, a quota 1,3 milioni di tonnellate, che ha determinato «l’aumento dei prezzi nelle diverse fasi di scambio e la riduzione dei quantitativi esportati».
La produzione mondiale soffre meno: è stimata in 47,5 milioni di tonnellate, in flessione del 5% a causa della riduzione dei raccolti di Ue, Brasile e Usa.
La minore offerta di agrumi nazionali trova conferma – si legge nel report di Ismea – anche nei dati relativi agli acquisti di arance confezionate tra ottobre e gennaio, in calo del 5,8% su base annua a fronte di un aumento del prezzo medio di vendita dell’ 8% (la combinazione dei due dati porta a un incremento della spesa delle famiglie dell’1,8%). Ismea evidenzia come «da circa vent’anni l’Italia sia diventato un importatore netto di arance», con il passivo della bilancia commerciale «che varia in funzione del livello di offerta interno e della destagionalizzazione dei consumi».
Il 2021-22 si è chiuso con un passivo di circa 21 milioni per 100 milioni di chili (+44% in quantità e +35% in valore). L’export ammonta a a 98 milioni di kg, generando introiti per circa 106 milioni: «Rispetto alla campagna precedente si è verificata un calo del 26% dei quantitativi spediti e del 16% degli incassi, complice la flessione del 13% dei listini medi».
loading...