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L’energia affonda i prezzi alla produzione: -4,8%. Cali ridotti nell’industria

Giù per la prima volta dopo oltre due anni (-1,5%) anche il dato tendenziale. Ma alimentari, moda e meccanica crescono ancora.

di Luca Orlando

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5' di lettura

Il segno meno, in questo caso, fa piacere. Dopo oltre due anni fuori controllo, con prezzi alla produzione a lievitare incessantemente mese dopo mese, spesso a doppia cifra, ad aprile il listino medio delle imprese scende, con un calo su base annua dell’1,5%: l’ultima precedente riduzione risale a gennaio 2021. Frenata completata dalla retromarcia registrata dall’Istat anche rispetto al mese precedente, un calo del 4,8% tra marzo e aprile, quarta riduzione consecutiva.

Il tracollo dell’energia

Lettura globale che nasconde in realtà un quadro più variegato, che suggerisce di tenere lo champagne in fresco evitando facili entusiasmi. Il calo dei prezzi è determinato infatti quasi esclusivamente dal tracollo dell’energia, che seguendo i listini internazionali del gas procede spedita nella sua ritirata: ad aprile i prezzi cedono in effetti qui il 16,5% nel mese, il 18,1% su base annua.

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Altrove il quadro è ben diverso. Perché così come in precedenza vi era stato un ritardo temporale nella risalita dei prezzi della manifattura, lo stesso accade oggi in direzione contraria, con riduzioni meno dirette e convinte.

In generale, al netto della componente energetica, i prezzi sono stazionari su base mensile e crescono su base annua del 4,2%, ad ogni modo rallentando rispetto al +6,2% di marzo.

Nella media, la manifattura riduce i prezzi ad aprile dello 0,2% con numerosi settori, tra cui alimentare, abbigliamento, metallurgia, elettronica e macchinari, a vedere ancora un segno più.

Segni positivi che sono quasi la norma nel confronto annuo con rare eccezioni: la media delle attività manifatturiere vede un progresso tendenziale dei prezzi del 3,2%, con picchi ben superiori in singole categorie. Ad esempio nell’alimentare, che vede listini più alti di oltre nove punti rispetto a quanto accadeva nell’aprile del 2022.

Trend, quello registrato dall’Istat sull’industria, che viene confermato anche dalle indicazioni in arrivo dai prezzi al consumo, in discesa contenuta e ancora timida. Occorreranno probabilmente altri mesi prima che il crollo dell’energia si trasferisca in modo più convinto a valle, prima tra le imprese e poi sulle famiglie.

Nel dettaglio

Ad aprile la discesa dei prezzi alla produzione dell'industria è del 4,8% su base mensile e dell'1,5% su base annua (era +3,7% a marzo). Sul mercato interno i prezzi diminuiscono del 6,5% rispetto a marzo e del 3,5% su base annua (da +3% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi non variano in termini congiunturali e registrano una crescita tendenziale in rallentamento (+4,4%, da +6,5% di marzo). Sul mercato estero i prezzi diminuiscono su base mensile dello 0,1% (-0,2% per l'area euro, stabili per l'area non euro) e crescono su base annua del 3,3% (+2,7% area euro, +3,7% area non euro).Sempre ad aprile, i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” crescono dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (da +2,5% di marzo). Anche i prezzi di “Strade e Ferrovie” crescono dello 0,2% su base mensile e registrano un incremento tendenziale dello 0,7% (era +3,5% il mese precedente). Nel trimestre febbraio-aprile 2023, rispetto al trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell'industria diminuiscono del 7,7% (-10% sul mercato interno, variazione nulla sul mercato estero).

I settori

Ad aprile si rilevano incrementi su base annua per quasi tutti i settori manifatturieri: i più marcati riguardano industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2% mercato interno, +8,7% area euro, +9,4% area non euro), articoli in gomma e materie plastiche (+9,6% mercato interno, +7,5% area euro, +4,3% area non euro), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,7% mercato interno) e computer e prodotti di elettronica e ottica (+13,0% area non euro). Cali tendenziali su tutti e tre i mercati si registrano per coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,3% mercato interno, -4,1% area euro, -11,3% area non euro) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-4,4% mercato interno, -8,8% area euro, -7,5% area non euro).

Sul mercato interno, si amplia la flessione tendenziale dei prezzi per attività estrattive (-44,5%) e fornitura di energia elettrica e gas (-21,4%).

Il commento dell’Istat

«Ad aprile, i prezzi alla produzione dell'industria - commenta l’Istituto - segnano il quarto decremento congiunturale consecutivo, per altro marcato, e per la prima volta, dopo oltre due anni di crescita, flettono su base annua. Alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas. Al netto della componente energetica, i prezzi sono stazionari su base mensile e crescono su base annua del 4,2% (da +6,2% di marzo). Nel comparto manifatturiero, si confermano in flessione su base annua i prezzi per coke e prodotti petroliferi raffinati e metallurgia e prodotti in metallo e, con pochissime eccezioni, si registrano rallentamenti nella crescita tendenziale dei prezzi per tutti gli altri settori, su tutti e tre i mercati di riferimento». Infine, nota l’Istituto,«per le costruzioni, sia edifici sia strade, i prezzi registrano rialzi congiunturali contenuti e una crescita tendenziale in ulteriore e marcata decelerazione».

I ricavi di marzo

Fase di transizione sui prezzi visibile anche nei ricavi dell’industria, stimati dall’Istat per il mese di marzo. Su base mensile si registra un calo dello 0,3%, sintesi di una flessione del mercato interno (-0,5%) e di un leggero aumento del mercato estero (+0,1%). Nel primo trimestre l'indice complessivo è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+1,0% sul mercato interno e -1,5% su quello estero).

Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a marzo gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni strumentali e per l'energia (+1,2% in entrambi i casi), mentre registrano una flessione i beni di consumo (-0,3%) e i beni intermedi (-1,7%).

Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 4,3%, con incrementi del 4,3% sul mercato interno e del 4,1% su quello estero.

Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano marcati incrementi tendenziali per i beni strumentali (+13,4%), per i beni di consumo (+9,5%) e per l'energia (+9,2%), mentre risultano in calo i beni intermedi (-5,8%).

Con riferimento al comparto manifatturiero, i settori che mostrano gli incrementi tendenziali più consistenti sono i mezzi di trasporto (+23,0%) e i prodotti farmaceutici (+22,0%), mentre le maggiori flessioni si riscontrano per la chimica (-9,4%) e per l'industria del legno, della carta e stampa (-8,0%). A marzo si stima che l'indice destagionalizzato del fatturato in volume, relativo al settore manifatturiero, registri un aumento in termini congiunturali (+0,4%). Corretto per gli effetti di calendario, a marzo il volume del fatturato del comparto manifatturiero diminuisce in termini tendenziali dello 0,4% (+4,5% in valore).

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