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Istat, inflazione al netto energia importata +6,6% nel 2022

Differenza di 1,9 punti percentuali rispetto all’Ipca al netto della componente energetica (+4,7% nel 2022

(foto Ansa)

I punti chiave

1' di lettura

La previsione dell’inflazione misurata dall’indice Ipca al netto dei beni energetici importati, indicatore di riferimento nei rinnovi contrattuali, si attesta al +6,6% nel 2023, +2,9% nel 2024 e +2,0% sia nel 2025 sia nel 2026. Lo indica l’Istat, aggiornando anche la stima per il 2022, in base alla quale l’indicatore dei prezzi al consumo al netto degli energetici importati è stato rivisto al rialzo risultando pari a +6,6%, con una differenza di 1,9 punti percentuali rispetto all’Ipca al netto della componente energetica (+4,7% nel 2022).

L’indicatore

L'indicatore dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici importati (IPCA-NEI) è considerato come riferimento per la contrattazione collettiva dall'Accordo quadro tra le parti sociali per la riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009. L'indicatore IPCA-NEI non rientra tra quelli diffusi mensilmente dall'Istat con riferimento ai prezzi al consumo, mentre è disponibile l'indice IPCA al netto della componente energetica (IPCA-EN).
Depurare l'indice IPCA della sola componente riferibile ai prodotti energetici importati comporta l'adozione di scelte che investono sia l'individuazione dei prodotti rilevanti per la depurazione, sia la determinazione di un peso da applicare alle variazioni dei prezzi dei beni individuati.

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