Prezzi alla produzione, l’energia ferma la discesa: +0,5% ad agosto, ma -12,2% annuo
Stop dopo sette mesi in discesa dei prezzi alla produzione. Su base annua -12,2% per il calo del gas ma in molti settori ci sono ancora aumenti.
di Luca Orlando
3' di lettura
Un aumento congiunturale dello 0,5%, che interrompe la discesa avviata a gennaio. Ad agosto è l’energia in particolare a spingere verso l’alto i prezzi alla produzione, provocando un aumento medio dello 0,5% e riportando l’indice ai livelli di maggio. Su base annua il calo è invece confermato e accelera al 12,2%, in questo caso, guardando al dato tendenziale, si tratta della quinta riduzione consecutiva mensile.
Il dato di agosto allontana dunque ancora la fase di stabilizzazione dei prezzi e per la verità, a fianco dell’energia, sono numerosi i settori che rivedono al rialzo i listini rispetto al mese precedente. Capita ad esempio ad alimentari, tessile-moda, chimica, farmaceutica e macchinari.
Se su base annua il confronto registrato dall’Istat è più favorevole (-12,2%), lo si deve quasi esclusivamente ai prezzi dell’energia, che in media cede 40 punti. Altrove invece gli effetti di trascinamento del caro-gas ed energia elettrica sulle imprese sono ancora ben visibili, con listini più alti per numerosi settori manifatturieri.
La speranza è che comunque in media nel 2023 sia possibile invertire il trend dopo due anni fuori controllo, in cui i listini industriali sono lievitati rispettivamente del 10,8 e del 34,4%.
Frenata su base annua che coinvolge anche altri paesi a partire dalla Germania, che vede una riduzione del 12,6%, anche in questo caso accelerata in particolare per effetto dei listini ridotti dell’energia rispetto a quanto accadeva nel 2022.
I dati Istat nel dettaglio
Ad agosto 2023 i prezzi alla produzione dell’industria aumentano dello 0,5% su base mensile e diminuiscono del 12,2% su base annua (era -10,2% a luglio). Sul mercato interno i prezzi aumentano dello 0,7% rispetto a luglio e decrescono del 16,1% su base annua (da -13,8% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi non variano in termini congiunturali e registrano un ulteriore rallentamento in termini tendenziali (+0,6%, da +1,3% di luglio). Lo rileva l’Istat.
Sul mercato estero i prezzi mostrano una crescita modesta, pari a +0,1%, sia su base mensile (stazionari per l’area euro, +0,2% per l’area non euro) sia su base annua (-0,5% area euro, +0,6% area non euro). Nel trimestre giugno-agosto 2023, rispetto ai tre mesi precedenti, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 3,4%. La flessione è ampia sul mercato interno (-4,5%), contenuta su quello estero (-0,4%).
Ad agosto 2023, con riguardo al comparto manifatturiero, si rilevano incrementi tendenziali elevati – sia sul mercato interno sia su quello estero – per i settori industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+6,0% mercato interno, +4,4% area non euro), industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,0% mercato interno, +5,5% area euro, +6,9% area non euro) e altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+4,0% mercato interno, +6,9% area non euro).
Per contro, si registrano cali tendenziali su tutti i mercati per metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,1% mercato interno, -11,9% area euro, -10,5% area non euro), prodotti chimici (-7,2% mercato interno, -5,3% area euro, -6,8% area non euro) e industria del legno, della carta e stampa (-2,1% mercato interno, -8,0% area euro, -2,8% area non euro).
Ad agosto 2023 i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” diminuiscono dello 0,1% su base mensile e crescono dell’1,4% su base annua (era +1,7% a luglio). I prezzi di “Strade e Ferrovie” aumentano dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,3% in termini tendenziali (da +0,2% del mese precedente).
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