Istituti professionali a misura di filiera
Verso la riforma dei percorsi: si punta sulla scansione sperimentale «4+2» con estensione agli Its Academy, docenti provenienti dalla imprese e co-progettazione dell’alternanza
di Claudio Tucci
3' di lettura
Docenti provenienti dal mondo del lavoro per determinate e specifiche materie, in particolare quelle più legate alle tecnologie. La realizzazione di veri e propri “campus” per verticalizzare l’intera filiera dell’istruzione e formazione professionale con percorsi secondari di quattro anni da completare poi con il biennio negli Its Academy. Una sorta di modello 4+2 “sperimentale” da far partire in determinate filiere tecnico-professionali dove più alto è il mismatch tra domanda e offerta di profili tecnici. E ancora: una alternanza scuola-lavoro di maggiore qualità con una reale co-progettazione dei percorsi e un ruolo più attivo dei due tutor, quello scolastico e quello aziendale, per rendere non solo sicura ma anche più proficua per i ragazzi l’esperienza “on the job”. Più didattica “pratica” e “laboratoriale” durante l’intero percorso di studi e un rafforzamento dell’orientamento verso i percorsi tecnici e professionali, con una formazione specifica (anche in azienda) per i “nuovi” docenti tutor e orientatore, previsti con la riforma dell’orientamento e che entreranno in classe il prossimo settembre, in modo da fargli conoscere bene Its Academy e filiera tecnico-professionale affinché così possano dare migliori “indicazioni” a famiglie e studenti. Sono le linee guida principali (e forse più innovative) della riforma dell’istruzione tecnica e professionale a cui sta lavorando il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.
Le novità allo studio
Dopo il coro di “sì” da parte di ragazzi e stakeholders a un maggior collegamento tra scuola e lavoro agli Stadi generali dell’orientamento di Confindustria, andati in scena lo scorso 17 maggio, il titolare di viale Trastevere punta ad aggredire un mismatch ormai alle stelle, con 1,2 milioni di posti di lavoro che restano scoperti per assenza di talenti. Accelerando l’operazione di rilancio degli istituti tecnici e professionali. Soprattutto di questi ultimi che vedono arrivare quest’anno alla maturità la riforma del 2017. Mentre gli istituti tecnici hanno ripreso un po’ di vigore con gli ultimi dati sulle iscrizioni (sono stati scelti dal 30,9% dei nuovi iscritti, in crescita rispetto al 30,7% dell’anno scolastico 2022/23), per i professionali, purtroppo, il crollo non accenna a fermarsi: siamo al 12,1% di iscrizioni, ai minimi storici (lo scorso anno ci si attestava, infatti, al 12,7%). Eppure, Its Academy, istituti tecnici e professionali, IeFp continuano sfornare numeri record sull’occupazione, tra il 70 e il 90% dei casi (e l’impiego è coerente con il percorso formativo svolto).
Da qui la scelta di iniziare a invertire rotta. A cominciare dal far salire in cattedra insegnanti provenienti dal mondo del lavoro. L’idea del ministro Valditara è quella di consentire agli istituti professionali statali, per determinate e specifiche materie, di assumere, con contratto a termine, un imprenditore, un professionista, un tecnico aziendale, solo per fare degli esempi. L’obiettivo è “arricchire” l’offerta didattica a favore dei ragazzi con docenti con competenze nuove e aggiornate ogni giorno “sul campo”.
Un’altra novità sarebbe quella di costruire, in una logica di campus, filiere di istruzione e formazione professionale legate a imprese e territori, valorizzando la sperimentazione quadriennale (già operativa) e facendo poi completare il percorso, a livello terziario, negli Its Academy (ma si sta ragionando anche se includere le università). Per quanto riguarda poi la formazione “on the job” e la pratica laboratoriale la spinta sarebbe quella di aumentare il loro “peso” e la loro qualità” legando queste esperienze al piano triennale dell’offerta formativa (nei percorsi liceali, ad esempio, l’alternanza dovrebbe essere un po’ più di “orientamento economico”; nei tecnici e professionali, invece, dovrebbe prevedere più ore “on the job”).
L’apertura delle imprese
Le prime indicazioni per la riforma degli istituti tecnici e professionali sono apprezzate dalle imprese. «Con un mismatch che interessa ormai un profilo su due circa e tre milioni di Neet il collegamento tra formazione e aziende non è più rinviabile - chiosa Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano -. Il Pnrr destina risorse importanti, oltre 19 miliardi di euro, per il potenziamento dell’istruzione, a cominciare dal legame con l’industria e per favorire esperienze di scuola-lavoro di qualità, quali sono sempre state nelle nostre aziende associate. Le idee del ministro Valditara ci convincono, ma ora vanno messe nero su bianco in provvedimenti normativi, e adeguatamente finanziate».
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