Isybank, IntesaSanpaolo comunica a 2 milioni di clienti il passaggio alla banca digitale. Chi sono e a quali condizioni
Altro invio di comunicazioni ai correntisti dell’istituto per avvertirli del trasferimento alla banca digitale di gruppo. I pro e i contro dell’operazione
di Vitaliano D'Angerio
I punti chiave
3' di lettura
Una comunicazione dettagliata a oltre 2 milioni di clienti. È la lettera inviata da Intesa Sanpaolo in cui altri correntisti vengono informati del trasferimento dei loro rapporti bancari, a partire dal prossimo 18 marzo, in Isybank, la banca digitale del gruppo. Una decisione che arriva dopo le proteste dei clienti rispetto al primo invio di questa estate che ha portato l’Antitrust ad aprire un’istruttoria. «I clienti interessati potranno comunicare fino al 29 febbraio la propria preferenza» sul passaggio o meno a Isybank, hanno fatto sapere dall’istituto di credito. «Questa decisione - è stato spiegato dall’istituto - è stata assunta dalla banca dopo l’attento ascolto della propria clientela e per andare incontro nel modo migliore possibile alle esigenze raccolte».
Intesa Sanpaolo «resta pienamente convinta della validità del progetto Isybank, confermata anche dal fatto che oltre il 90% dei clienti trasferiti a ottobre è già operativo» e indica, sulla base delle sue rilevazioni, come «non pienamente soddisfatto il 5% della clientela» coinvolta, in relazione alla quale «la banca sta già attivandosi per rispondere al meglio alle esigenze di questi clienti. Inoltre, il numero di chi ha chiesto e chiede di tornare in Intesa Sanpaolo è molto contenuto».
Identikit del correntista trasferito
Il target di riferimento della migrazione è stato identificato dalla banca attraverso un processo di osservazione del comportamento dei suoi clienti: sono stati individuati utenti definiti “prevalentemente digitali” di età non superiore ai 65 anni, che da oltre un anno non fossero entrati nelle filiali fisiche della banca, che accedessero ai servizi resi dall’istituto anche grazie a un’app scaricata sullo smartphone, che non avessero in corso mutui né prestiti personali, e che non possedessero dossier titoli, cassette di sicurezza e polizze.
IntesaSanpaolo intende far migrare nella sua banca digitale circa 4 milioni di clienti, di cui come detto 300 mila già trasferiti a metà ottobre.
I vantaggi del trasferimento
«Nella comunicazione di oggi – viene spiegato dall’istituto – vengono nuovamente illustrati gli aspetti principali dell’operazione, inclusi i vantaggi economici per chi passerà a Isybank e la possibilità di rivolgersi alla filiale digitale che opera da remoto con un team di gestori dedicato e in orari estesi, oltre che di recarsi in una filiale fisica di Intesa Sanpaolo per i servizi e prodotti non ancora offerti da Isybank».
Tra gli altri vantaggi dell’operazione già illustrati in passato, ci sono quelli relativi alle condizioni economiche: i rapporti che verranno trasferiti beneficeranno del piano tariffario più completo fra quelli offerti da Isybank e a parità di operatività rispetto al periodo precedente preso a riferimento.
Nei vantaggi inclusi vi sono poi i bonifici Sepa e istantanei gratuiti e la possibilità di prelevare gratuitamente non solo da Atm Intesa Sanpaolo ma anche di altri istituti in tutto il mondo (salvo le commissioni di conversione valuta). Si potrà mantenere la carta di debito già posseduta e continuare a utilizzarla anche in Isybank. Il codice Iban del conto cambierà, ma i pagamenti ricorrenti addebitati sul conto presso Intesa Sanpaolo e i bonifici in entrata saranno trasferiti direttamente sul conto Isybank.
I «contro» dell’operazione
Il target dei 4 milioni è ambizioso. Nei mesi scorsi però le associazioni dei consumatori avevano fatto delle proposte per evitare potenziali problemi nei trasferimenti.
In particolare non sembra essere stata accolta la proposta di Adiconsum che aveva invitato la banca a iniziare l’operatività e le trasmigrazioni dopo le ferie per dare più tempo a tutti di meditare sull’offerta; così come – ha lamentato sempre l’Adiconsum – non ha avuto risposta quest’estate la proposta di una campagna di comunicazione e, nel contempo, di ampliare i termini di rinuncia all’offerta superando il limite del 30 settembre ribaltando la modalità “silenzio assenso” che la caratterizzava.
Moltissimi poi, tra cui l’Unione nazionale consumatori, hanno fatto notare che inviare un documento di 54 pagine, qual è la proposta di modifica unilaterale, su un’app da leggersi su uno smartphone ha rappresentato una enorme difficoltà in più.
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