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Ita, a che punto è la privatizzazione?Accanto a Lufthansa spunta l’ipotesi di un partner italiano

Dopo il ritiro di Msc è rimasta Lufthansa che potrebbe essere affiancata da un partner industriale italiano come Fs, nessun segnale dal fondo Usa Certares

di Giorgio Pogliotti

(ANSA)

3' di lettura

Ultima chiamata per Ita Airways: dopo il ritiro di Msc, resta da giocare la carta Lufthansa, che mostra interesse per l’acquisizione di una quota della compagnia aerea. Il gruppo tedesco sta valutando in questi giorni se presentare un’offerta in solitaria, ma spunta anche l’ipotesi che possa essere affiancata da un partner industriale italiano (tra i possibili nomi, quello di Fs). Nessun segnale, invece, dall’altro potenziale competitor, il fondo strategico Usa Certares, che sta alla finestra dopo la decisione presa a fine ottobre dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di non prorogare la trattativa in esclusiva, iniziata a fine agosto dal precedente governo, finita in un’impasse.

Nella ricerca di un partner strategico solido in grado di assicurare un futuro a Ita Airways, ha provocato uno sconquasso l’annuncio fatto lo scorso 21 novembre da Mediterranean Shipping Company di non essere più interessata a partecipare alla privatizzazione, «non ravvisandone le condizioni nell’attuale procedura».

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Msc: un ruolo da protagonista nell’offerta di agosto

Il colosso dei mari guidato da Gianluigi Aponte aveva la “stazza” economica e la presenza radicata nei porti italiani, per farne un candidato ideale della nostra ex compagnia di bandiera,alla quale poteva assicurare sinergie tra cargo e passeggeri, tra trasporto marittimo e aereo. Nell’offerta di agosto Msc si era ritagliata un ruolo da protagonista, con la volontà di acquisire il 60% di Ita, lasciando a Lunfthansa il 20% e il restante 20% al Tesoro. Per questa cordata i giochi sembravano fatti, ad agosto da palazzo Chigi arrivavano segnali che questa era l’offerta favorita dal governo Draghi.

La scelta del governo Draghi per il fondo Certares

Ma poi il 31 agosto il Mef scelse di avviare la trattativa in esclusiva con Certares che ha offerto di acquisire il 50% più un’azione di Ita, lasciando dunque al Tesoro il 49,99% (oltre al potere di nomina del presidente e il potere di veto su materie strategiche). Col cambio di Governo, il ministro Giorgetti ha individuato un punto debole in questa offerta: la mancanza di un partner industriale con competenze specifiche nel settore aereo. Di qui la scelta di riaprire i giochi.

Le opzioni in campo per Lufthansa

Il management tedesco sta vagliando diverse opzioni: se diventare un partner di minoranza, ma anche se rinunciare a presentare un’offerta, ha rivelato Bloomberg, citando fonti vicine al dossier. Gli advisor di Lufthansa hanno avuto accesso alla data room di Ita, ma la domanda è se l’aviolinea tedesca è in grado di accollarsi da sola un importante sforzo finanziario. C’è anche l’ipotesi che possa essere affiancata da un partner industriale italiano, come ad esempio Fs, per garantire quell’italianità della compagnia di cui Fdi ha fatto una priorità in campagna elettorale.

La solidità economica del colosso tedesco

Guardando i conti, Lufthansa ha generato un Ebit rettificato di 1,1 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2022, considerando anche l’impatto degli scioperi pari a circa 70 milioni di euro (in forte miglioramento rispetto ai 251 milioni di euro dello stesso periodo del 2021). Nel terzo trimestre anche l'utile netto è cresciuto in modo consistente a 809 milioni di euro (rispetto ai -72 milioni di euro dello stesso periodo del 2021). Guardando poi a Lufthansa Cargo, ha registrato un utile operativo di 1,3 miliardi di euro (era di 943 milioni di euro nell’anno precedente) . In calo l'indebitamento netto, diminuito tra luglio e settembre a 6,2 miliardi di euro (dai 9 miliardi del 31 dicembre 2021).

Il Mef: obiettivo la ricerca di un partner industriale solido

In questi giorni il Tesoro è impegnato nelle interlocuzioni con i soggetti interessati per trovare velocemente la soluzione migliore, attraverso contatti quotidiani. Martedì in conferenza stampa il ministro Giorgetti aveva spiegato che per il Governo l’obiettivo è trovare «un partner industriale solido per garantire un futuro certo alla compagnia aerea».Il dossier “cessione” è nelle mani del neo presidente Antonino Turicchi.

Senza un accordo all’orizzonte il nodo delle risorse

La compagnia attende l’arrivo a fine novembre di 400 milioni, che serviranno per rimpinguare la cassa che si sta pericolosamente avvicinando alla soglia cuscinetto di 100 milioni, ma i fondi pubblici verranno investiti anche per pagare le opzioni sui 39 aerei di nuova generazione in arrivo nel 2023. Dopodiché Ita potrà contare solo sull’ultima tranche di 250 milioni che hanno avuto il via libera dalla commissione europea. Poi dovrà farcela con le proprie risorse. Ma se nel frattempo il Governo non avrà trovato un solido partner industriale, diventerà inevitabile la richiesta di una nuova iniezione di fondi pubblici, a carico dei contribuenti.

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