INDICE SENTIX

Italexit, le probabilità salgono all’11,2% (ma restano basse)

di Riccardo Sorrentino

2' di lettura

C’è il rischio che Eurolandia si rompa? Che l’Italia esca dall’Unione monetaria? Se ne parla, in questi giorni, e gran parte dell’aumento dei rendimenti dei BTp è collegato al pericolo di ridenominazione e non soltanto alla quasi certezza che le emissioni nette di titoli di Stato italiani - l’offerta, insomma - sono destinate ad aumentare. In parte è proprio così: le probabilità che Eurolandia crolli entro dodici mesi sono balzate al 13,2%, il massimo da aprile 2017; quelle che Italia esca dall’Uem sono pari all’11,25 per cento.

Un brusco aumento
La misura è data dai sondaggi che ogni mese realizza la Sentix, attraverso il suo Euro Break up Index ed è il frutto di un sondaggio realizzato tra più di mille investitori istituzionali e privati. Segna a ottobre un brusco aumento: a settembre le probabilità di una rottura dell’euro erano dell’8,9% e risultavano in calo di un punto percentuale pieno dal 9,9% di agosto; quelle di una fuoriuscita dell’Italia erano del 7,3%, dall’8,4% di agosto. A gennaio l’indice per Eurolandia era al 6,9% per Eurolandia - ad aprile era ulteriormente sceso al 6,3% - mentre le probabilità di un Italexit erano allora già in crescita, al 5,22%.

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Grexit al 5%
L’Italia è da tempo, e di gran lunga, il paese sul quale pesano le maggiori probabilità di un abbandono dell’euro. Per la Grecia, le chances sono del “solo” 5%, per la Germania - che potrebbe lasciare l’unione per correre da sola - dell’1,4%, per Cipro dell’1,2% e per il Portogallo dello 0,8%. A gennaio, invece, dopo la Grecia era la Finlanda la candidata più verosimile per un’uscita, con un piccolo un per cento.

Nessun timore di contagio
Eurolandia quindi ha paura? No, non esattamente. Hanno paura gli investitori italiani. «Le preoccupazioni sono concentrate in Italia - spiega il team della società di finanza comportamentale - Gli investitori non vedono alcun rischio di contagio, che è riflesso dalla bassa crescita dell’indice greco e dall’indice per il rischio contagio che è persino calato leggermente dal 36% al 33%.

Il «terribile» 2016
Le cifre, in ogni caso, sono molto basse. Nel 2015 le probabilità di una rottura dell’euro erano valutate nel 50%, e nel 2016 l’Italia era data in uscita da Eurolandia al 25% - il massimo per il nostro paese. A luglio 2012, quando la crisi fiscale e la recessione del 2011 iniziava a calare, le probabilità della rottura di Eurolandia erano al 73% mentre quelle di un Italexit restavano ben al di sotto del 10%: in quella fase, il rischio di denominazione pesava - è stato calcolato - in 200 punti base sui BTp decennali.

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