Migranti: accordo fra Italia e Albania. Le parole di Meloni e le richieste UE
Cosa prevede l’accordo per la costruzione di strutture in Albania per la gestione dei migranti, a spese di Roma. Approfondisci in questo articolo i dettagli dell’intesa
di Nicola Barone
I punti chiave
- Meloni: protocollo cornice politica e giuridica
- Trattazione delle domande di asilo
- Piantedosi: in Albania non Cpr ma struttura come Pozzallo
- Fitto: accordo storico
- Accordo per naufraghi salvati da navi italiane
- Ue: chiesti all’Italia dettagli sull’accordo con l’Albania
- Ue: accordo Italia-Albania sembra diverso da Gb-Ruanda
- Pd: interrogazione all’Ue sull’intesa Italia-Albania
4' di lettura
Un documento di 9 pagine, 14 articoli in tutto, che resterà in vigore «per 5 anni», rinnovabili di altri 5 «salvo che una delle parti avvisi entro 6 mesi dalla scadenza» l’intenzione di non rinnovarlo. È quanto si legge nel protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti siglato il 6 novembre dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il primo ministro albanese Edi Rama. L’Italia si impegna a restituire “le aree” dedicate ai centri per i migranti a chiusura del protocollo.
L’accordo partorito lo scorso Ferragosto, quando la premier Meloni è stata ospite del primo ministro albanese Rama dopo aver lasciato la masseria pugliese di Ceglie Messapica dove stava soggiornando con la famiglia.
Tajani: l’accordo rispetta le norme Ue
Di fronte alle accuse dell’opposizione il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribatte: «L’accordo sottoscritto con lo Stato albanese rispetta tutte le norme comunitarie, ben diverso da altri accordi che sono stati fatti da altri Paesi. Punta ad avere la massima sicurezza e fare in modo che coloro che non hanno rispettato le regole e non hanno diritto di entrare in Italia possano essere riaccompagnati nei loro Paesi di origine».
Piantedosi: un accordo innovvativo
Respinge le critiche anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Quella di una struttura per trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri è l’ipotesi di lavoro, frutto di una collaborazione con un Paese amico e fratello come è stato detto dal premier albanese Rama. Capisco che le cose innovative spesso suscitano discussioni ma vedrete che tutto si comporrà secondo una logica che abbiamo annunciato da tempo e su cui stiamo lavorando. Fa parte di questo piano complessivo».
«Assicurato il diritto di difesa»
Nei centri per i migranti previsti dal protocollo Italia-Albania il diritto di difesa è assicurato consentendo l’accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea a albanese. Lo si legge nell’intesa, dove è previsto che i migranti potranno restare non oltre il periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana. Secondo il protocollo, a fine procedure le autorità di Roma provvedono all’allontanamento, con spese a carico dell’Italia.
L’Italia sostiene ogni costo necessario all’alloggio e al trattamento delle persone accolte nelle strutture, compreso il vitto, le cure mediche e qualsiasi altro servizio ritenuto necessario, «impegnandosi affinché tale trattamento rispetti i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo, conformemente al diritto internazionale».
Meloni: protocollo cornice politica e giuridica
«Abbiamo iniziato a discutere con il primo ministro Rama di questo accordo mesi fa - ha raccontato Meloni -, in estate, entrambi convinti che sull’immigrazione irregolare di massa la collaborazione tra Unione, Stati membri e Stati extra-Ue sia decisiva», ha sottolineato oggi Meloni nel corso delle dichiarazioni alla stampa, spiegando che «il protocollo disegna la cornice politica e giuridica di questa collaborazione».
Trattazione delle domande di asilo
Nei prossimi mesi saranno definiti i provvedimenti normativi conseguenti, le attività strutturali e le coperture finanziarie, per rendere l’intesa operativa entro la primavera 2024. Stando agli accordi siglati, l’Italia utilizzerà il porto di Shengjin e l’area di Gjader per realizzare, a proprie spese, due strutture di ingresso e accoglienza temporanea degli immigrati salvati in mare, che potranno accogliere fino a tremila persone (36mila in un anno, esclusi minori e donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili), per espletare celermente le procedure di trattazione delle domande di asilo o eventuale rimpatrio.
Piantedosi: in Albania non Cpr ma struttura come Pozzallo
Quelle previste dal protocollo siglato con l’Albania «non sono Cpr ma strutture come quella di Pozzallo-Modica, dove si trattengono persone, con provvedimento convalidato del giudice, per il tempo necessario per svolgere le procedure accelerate di identificazione e gestione della domanda di asilo di persone provenienti da Paesi sicuri». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in audizione al Comitato parlamentare Schengen.
Fitto: accordo storico
«l protocollo d’intesa siglato oggi a Roma fra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il primo ministro albanese Edi Rama è uno sviluppo importantissimo ed innovativo nella gestione dei flussi migratori per l’Italia e per l’Europa». È quanto riferisce il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. «In linea con la priorità accordata alla dimensione esterna della migrazione e con i dieci punti del piano della presidente della Commissione Von der Leyen, per la prima volta uno Stato non membro dell’Unione europea, ancorché candidato, accetta la creazione sul suo territorio di centri destinati alla gestione dei migranti illegali arrivati sul territorio dell’Unione. Si tratta di un grande risultato che premia l’azione del Governo italiano e del presidente Meloni, conferma gli eccellenti rapporti di collaborazione fra Roma e Tirana e rafforza il percorso di avvicinamento dell’Albania all’Unione europea».
Accordo per naufraghi salvati da navi italiane
Il protocollo d’intesa non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane, come quelle di Marina e Gdf, non quelle delle ong. Non si applica a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. Al porto di Shengjin, l’Italia si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione e realizzerà un centro di prima accoglienza e screening. A Gjader, nel nord ovest dell’Albania, realizzerà una struttura modello Cpr per le successive procedure.
Ue: chiesti all’Italia dettagli sull’accordo con l’Albania
Intanto si muove la Ue. “Siamo in contatto con le autorità italiane, abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull’accordo per la migrazione con l’Albania” dice una portavoce della Commissione Europea al briefing quotidiano. “Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa s’intende fare esattamente”. Siamo stati informati dell’accordo Italia-Albania prima dell’annuncio” concludono dalla Commissione Ue.
Ue: accordo Italia-Albania sembra diverso da Gb-Ruanda
Sul paragone dell’accordo Italia-Albania con quello Gran Bretagna-Ruanda per l’esternalizzazione dei migranti, “su cui abbiamo sollevato diverse questioni, ci servono informazioni dall’Italia prima di poter entrare nei dettagli, ma dalle prime informazioni che vediamo, queste non sono la stessa cosa, ma ancora una volta abbiamo bisogno di più informazioni” ha detto la portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, nel briefing quotidiano con la stampa.
Pd: interrogazione all’Ue sull’intesa Italia-Albania
Dal Pd arrivano accuse all’intesa: «Questo accordo con l’Albania - dice la segretaria dem Elly Schlein - non è neanche un accordo perché in questo Paese gli accordi internazionali devono passare dal Parlamento e non abbiamo ancora visto nulla, forse perché sanno che viola il diritto internazionale, il diritto europeo e anche la nostra Costituzione».
Il Partito democratico annuncia un’interrogazione sulla vicenda. «L’accordo tra Italia e Albania è sbagliato e non risolve nessun problema: come eurodeputati del Pd abbiamo depositato un’interrogazione alla Commissione europea e ci opporremo in tutti i modi». Lo ha annunciato su X il capodelegazione del Pd all’Eurocamera, Brando Benifei.
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