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Italia-Cina, l'incognita della “Via della Seta”: il dossier scottante sul tavolo di Giorgia Meloni

Una decisione deve essere presa entro novembre. Le pressioni degli Usa

di Carlo Marroni

Meloni: "Non c'è decisione sulla via della Seta, tema delicato. Non ero d'accordo con scelta Conte"

3' di lettura

L'Italia è l'unico paese del G-7 che ha firmato con la Cina un patto di ferro, noto come la Via della Seta, Belt and Road Initiative (Bri). Siglato nel 2019 dal governo Conte ora deve essere rinnovato e gli Usa stanno facendo pressione perché questo non avvenga. Ora il negoziato informale è per prorogare di qualche mese la decisione. Il dossier è sul tavolo del capo del governo. “Stiamo riflettendo” dicono alla Farnesina, ma si tratta di una scelta di politica estera che segnerà tutto il cammino del governo di Giorgia Meloni. Al G-7 di Hiroshima questo tema sarà oggetto di incontri ufficiali e ufficiosi tra i membri della delegazione americana e quella italiana, cercando il più possibile di tenere lontano dai riflettori le differenti posizioni. Ma le parti sono chiare: gli Usa chiedono di recidere questo legame con Pechino, l'Italia (che ha tempo fino a fine novembre) è un po’ in un angolo, costretta a decidere su un dossier che vorrebbe volentieri accantonare.

L’incongnita della visita della premier alla Casa Bianca

Nelle prossime settimane la premier Meloni dovrebbe andare a Washington per la prima visita ufficiale alla Casa Bianca, appuntamento che – a quanto assicurano fonti diplomatiche - tarda ad arrivare proprio per questo problema del rapporto con la Cina (ancora una data non c'è, forse a luglio). La questione è un tassello di una grande sfida che investe il rapporti tra i paesi occidentali con Pechino, stretti da una parte dell'offensiva “di sistema” cinese sui fronti commerciali e militare nell'Indo-Pacifico, e dall'altra dall'andamento della guerra in Ucraina, con l'allenza di Pechino con Mosca e la caute aperture sino-americane.

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Il ruolo strategico della Cina

La realtà è che in Giappone si riuniscono i “grandi” ma la Cina da sola fa il 20% dell'economia mondiale, ha un'influenza crescente non solo in oriente ma in Africa (strategia che va avanti da molti anni) e da qualche tempo anche nei Balcani (e nella Ue, soprattutto in Grecia per via dei porti). Gli Stati Uniti da tempo premono per un progressivo “decoupling” strategico, il progressivo sganciamento delle economie occidentali dalla Cina (processo a cui l'Europa si oppone, Germania e Francia in testa, ma anche l'Italia). Quindi una decisione sulla Via della Seta è parte di un disegno complessivo, ma la Cina cerca di non lasciare spazi.

Il boom delle esportazioni grazie al settore farmaceutico

Il Memorandum della Bri secondo la gran parte degli esperti non ha prodotto vantaggi significativi per l'Italia, anche perché in fase di firma è stato depotenziato nei suoi contenuti (qualcuno parla addirittura di scatola vuota, ma politicamente è comunque un macigno). Ma come stanno andando le esportazioni italiane verso la Cina? Secondo Bloomberg si sono triplicate in poco più di un anno. Il problema è che anche gli esperti faticano a spiegarne il motivo: da febbraio 2023, le esportazioni dall'Italia alla Cina hanno superato i tre miliardi di euro (3,3 miliardi di dollari) a febbraio, con un aumento del 131% rispetto all'anno precedente. Questo segue un altro balzo del 137% registrato mese precedente. A titolo di confronto, nel gennaio 2022 l'Italia ha esportato circa un miliardo di euro di beni e servizi verso la seconda economia mondiale.

A rendere i dati positivi dell'export italiano in Cina ancora più sorprendenti è il fatto che il tutto è riconducibile a un settore molto specifico: quello farmaceutico. O, per essere più precisi, “medicinali costituiti da prodotti miscelati o non miscelati per uso terapeutico o profilattico, presentati in dosi misurate”. Le esportazioni di questo gruppo di prodotti sono salite a febbraio a 1,84 miliardi di euro da 98,5 milioni di euro dell'anno precedente. E rappresentano quasi i due terzi di tutte le esportazioni italiane in Cina.


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