Italia, tra gas e materie prime emergenza da allarme rosso
La situazione potrebbe anche sfuggirci di mano: le conseguenze economiche potrebbero essere addirittura peggiori di quelle registrate nel 2020 quando esplose la pandemia
di Giancarlo Mazzuca
I punti chiave
2' di lettura
Allarme sempre più rosso sul fronte del gas: nonostante gli accordi appena raggiunti con Algeria ed Egitto, i primi tentativi di riconversione dei nostri impianti e gli impegni presi da Biden per aumentare le forniture da Oltreoceano, dovremo fronteggiare con sempre maggiori difficoltà il calo delle importazioni dalla Russia. Ed il protrarsi del conflitto in Ucraina, così come gli ultimi «j’accuse» di Putin anche nei confronti dell'Italia, non lasciano presagire nulla di buono.
Verso razionamenti sempre più massicci
Ma il problema non è soltanto il gas perché stiamo facendo acqua un po' ovunque. Se, infatti, le difficoltà sugli approvvigionamenti della benzina (e a fine mese bisognerà anche rinnovare gli aiuti varati dal governo per calmierare il prezzo della super) sono sotto gli occhi di tutti, sul tappeto ci sono tante altre emergenze. Faccio qualche esempio: la Serbia ha appena vietato le esportazioni di mais, il Kazakistan ha messo un freno al suo export di grano; Argentina ed Indonesia hanno aumentato le tasse sulle vendite di olio vegetale; la Cina risente del nuovo «blackdown» Covid mentre la stessa Ucraina non potrà certamente mantenere gli stessi livelli nell'export di grano. Rischia, insomma, di profilarsi all'orizzonte una vera economia di guerra con razionamenti sempre più massicci e con scenari innimaginabili fino a qualche tempo fa.
Contraccolpi peggiori rispetto alla pandemia
La situazione potrebbe anche sfuggirci di mano e gli imprenditori fanno bene a lanciare ripetuti allarmi perché le conseguenze economiche potrebbero essere addirittura peggiori di quelle registrate nel 2020 quando esplose la pandemia. Basta dare un'occhiata agli scenari mondiali, a cominciare dagli Stati Uniti dove l'inflazione è salita in marzo all'8,5% su base annua con la Federal Reserve che è pronta a stringere i cordoni della borsa. I contraccolpi in Europa, Italia in primis, rischiano di essere sempre più pesanti anche perché non ci sono all'orizzonte segnali di pace tra Mosca e Kiev. Un quadro che, alla fine del 2021, pochi avrebbero potuto immaginare nonostante certe avvisaglie.
Possibile una proroga per «Super Mario»?
Vi ricordate, ad esempio, il discorso di Draghi prima di Natale? Il premier disse che il più era stato fatto dal suo governo e che, a quel punto, avrebbe potuto anche lasciare la guida dell'esecutivo manifestando così indirettamente la sua disponibilità a salire al Colle. Sappiamo tutti come è andata finire: adesso Super Mario è incatenato a Palazzo Chigi e lì dovrà restare almeno fino alle elezioni politiche del prossimo anno.
Ma cosa potrebbe succedere se la situazione politica internazionale non dovesse normalizzarsi? E' possibile che, comunque, ci sia ancora bisogno di un esecutivo guidato da Draghi. Si potrebbe così ripetere quello che successe con Napolitano che, dopo la scadenza del suo mandato, rimase alla presidenza della Repubblica per altri due anni. Poi si dimise per lasciare il posto a Mattarella e anche Sergio potrebbe ora sedere sullo scranno più alto del Quirinale solo per il tempo necessario: sul Colle, a quel punto, potrebbe salire davvero Super Mario. Solo ipotesi? Vedremo.
loading...