La ricostruzione del paese africano

Italia-Libia, Di Stefano: si riparte dall’accordo Berlusconi-Gheddafi

Il sottosegretario agli Esteri dopo l'incontro con il ministro degli Esteri libico Najla Al-Mangoush: «Le autorità libiche vogliono riattivare tutte le intese previste dall'accordo di amicizia e partenariato del 2008 raggiunto da Berlusconi e Gheddafi»

di Gerardo Pelosi

(ANSA)

3' di lettura

Nel futuro di una Libia pacificata le aziende italiane giocheranno un ruolo centrale per il completamento dei progetti già avviati (dall'autostrada costiera al nuovo aeroporto di Tripoli) e per i progetti futuri su digitale, energia e reti, start-up per giovani imprenditori. E' quanto tiene a sottolineare Manlio Di Stefano sottosegretario agli Esteri e copresidente della Cecil (Commissione economica congiunta italo-libica) all'indomani dell'incontro con il ministro degli Esteri libico Najla Al-Mangoush e a poche settimane dall'arrivo a Roma per la prima visita ufficiale del nuovo premier libico Abdelhamid Dbeibha.

Imprese italiane non subiranno la concorrenza russo-turca

«La ministra Al Mangoush – osserva Di Stefano – nel corso della sua missione italiana e nei suoi numerosi incontri ha tenuto a ricordare che il Governo di transizione libico si attende il massimo sostegno da parte delle aziende italiane per la ricostruzione del Paese. In particolare le autorità libiche vogliono riattivare tutte le intese previste dall'accordo di amicizia e partenariato del 2008 raggiunto da Berlusconi e Gheddafi». Si tratta di un accordo che assegna un vantaggio competitivo alle imprese italiane rispetto a quelle concorrenti di altri Paesi. «Abbiamo capito – prosegue Di Stefano – che vi è un preciso interesse libico a privilegiare le aziende italiane che non subiranno, ad esempio, la concorrenza di quelle turche a Ovest e di quelle russe ad Est. In particolare il recente memorandum of understanding firmato in Turchia non mette in discussione la commessa al consorzio italiano Aeneas per 79 milioni di dollari per l'aeroporto di Tripoli, che resta dunque confermato».

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Autostrada della pace: in Tripolitania lotti più piccoli a gara

Per quanto riguarda l'”autostrada della pace” di oltre 1700 Km finora è stato dato il via libera solo per il primo lotto ad Est mentre il lotto 4 della Tripolitania che dovrà arrivare al confine con la Tunisia è stato suddiviso in lotti più piccoli che andranno messi a gara entro i prossimi mesi. Per i progetti innovativi del futuro l'Eni è coinvolto nella creazione di un impianto con fonti rinnovabili nel Fezzan mentre Selex Leonardo è coinvolta nel progetto europeo di controllo dei confini meridionali del Paese. Ancora da finalizzare la ripresa della produzione dell'azienda italo-libica per la costruzione di elicotteri mentre la Iveco mantiene la sua unità produttiva per la produzione di camion.

Insoluti pagamento delle ditte italiane a 233 milioni di dollari

All'interno della Commissione economica congiunta italo-libica verrà affrontato poi il tema degli insoluti di pagamento per le imprese italiane. Un accordo del 2014 fissava in 233 milioni di dollari i crediti accertati oltre ad altre decine di milioni di crediti più recenti. Sul piano amministrativo la ministra Mangoush ha apprezzato il lavoro svolto negli ultimi mesi da Natalina Cea, nuova capo della missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere (Eubam) libiche e sul fronte fiscale l'attrazione di nuovi investimenti italiani si avvarrà della ratifica da parte italiana del Trattato contro la doppia imposizione. Tra i temi trattati dalla Mangoush anche l'immigrazione. «La ministra – spiega Di Stefano – ci ha ricordato che la Libia sta diventando sempre più non solo un Paese di transito per immigrati irregolari ma una Paese di destinazione finale e questo richiede la collaborazione attiva dell'Unione europea». Sullo sfruttamento delle risorse marine nelle acque a ridosso della Libia è intervenuto ieri anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio secondo il quale «finalmente abbiamo un governo unico come interlocutore, tante imprese italiane potranno avvantaggiarsi. Con la ministra Al Mangoush lavoreremo anche sulla vicenda relativa al tratto di mare conteso. Invitiamo alla prudenza la nostra marineria».


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