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Italia maglia nera sulla strada delle transizione e dell’indipendenza energetica

Abbiamo fatto pochi passi avanti sulla strada che ci avrebbe dovuto allontanare dalla dipendenza energetica

di Giancarlo Mazzuca

(AFP)

2' di lettura

E adesso cosa diranno i seguaci di Greta Thunberg (che qualche avversario ha ribattezzato, poco sportivamente, i “gretini”) e tutti gli ambientalisti “fans” o meno della svedesina? Persino Ursula von der Leyen, la presidente della commissione Ue, ha dovuto ammettere che il passaggio dell'Europa verso l'energia verde è stato troppo lento (e con tante contraddizioni) soprattutto da quando abbiamo il gas razionato per via della guerra tra Russia ed Ucraina con un balzo vertiginoso delle tariffe che hanno toccato livelli impensabili solo qualche mese fa.

La situazione è molto delicata un po' ovunque nel Vecchio Continente ma soprattutto in Italia dove si sta profilando un inverno freddissimo, con i prezzi dell'energia che rischiano di strangolarci sempre più dopo un'estate particolarmente torrida anche perché, per sbarcare il lunario, abbiamo dovuto usare i condizionatori d'aria con il contagocce (e, in tal senso, Draghi era stato facile profeta in patria).

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Abbiamo discusso per anni, Greta o non Greta, sulla transizione ecologica del Belpaese ma abbiamo ottenuto, per un verso o per l'altro, pochi risultati concreti ed ora dobbiamo prendere atto che, anche su questo fronte, siamo maglia nera avendo fatto pochi passi avanti sulla strada che ci avrebbe dovuto allontanare dalla dipendenza energetica.

Dopo sei mesi di prezzi impazziti del gas e di tutti i prodotti petroliferi ci siamo finalmente resi conto che siamo ancora al punto di partenza (o quasi): parole, parole, parole... Non solo: oggi sappiamo con certezza che, con questa impennata, sta andando letteralmente in “tilt” tutto il nostro sistema produttivo e che le conseguenze saranno devastanti.

Ecco perché, per adottare quelle misure necessarie che tutti chiedono, non possiamo attendere l'insediamento del nuovo governo che nascerà dopo le elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Draghi ha compreso perfettamente che bisogna procedere in modo urgente e si sta muovendo di conseguenza. L'esecutivo che verrà, in effetti, non potrà fare altro che affrontare le stesse emergenze (ma aggravate) che oggi Super Mario cerca di sostenere in quest'ultimo scampolo di legislatura.

Resta il fatto che tutto è reso più complicato dal fatto che ci siamo appunto riempiti la bocca di parole come transizione ecologica (e, al riguardo, abbiamo anche creato un ministero “ad hoc”) senza poi procedere in modo adeguato. E' vero, pochi avevano previsto che Putin si sarebbe, un giorno, lanciato nella crociata contro l'Ucraina e che l'Europa avrebbe risposto subito con l'embargo del gas russo, ma, al di là delle colpe del Cremlino anche sul fronte dell'emergenza-gas, qualche responsabilità l'abbiamo pure noi. Ed ora tutto ci sta andando male: quando si parla di autogol clamorosi in “zona Cesarini”...

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