rapporto ocse sul fisco

Italia quinta per imposte sul lavoro, single e famiglie supertassati

di Giuliana Licini

(ANSA)

2' di lettura

La pressione fiscale sui salari in Italia ha accennato a un calo nel 2016, ma è rimasta abbondantemente sopra la media dei Paesi industrializzati, tanto da rendere ancora più penalizzante la posizione della Penisola nel confronto internazionale. A scattare la fotografia della tassazione sul reddito da lavoro è l’Ocse nello studio annuale Taxing Wages che passa al setaccio il peso di imposte e contributi sui salari nei 35 Paesi membri.

La media Ocse è lontana
Il cuneo fiscale - cioè la differenza tra il costo del lavoro e lo stipendio netto pagato al dipendente - per il lavoratore ‘single’ senza figli in Italia era pari al 47,8% lo scorso anno, in calo di 0,08 punti sul 2015, ma sempre molto distante dalla media Ocse che è del 36% (-0,07 punti). Per una famiglia monoreddito con due figli, il cuneo risulta del 38,6%, con una riduzione di 0,1 punti, contro una media Ocse del 26,6%. L’Italia è quinta tra i Paesi avanzati per il peso di tasse e contributi sui lavoratori ‘single’, mentre era sesta nella graduatoria dello scorso anno ed è terza nel caso delle famiglie monoreddito, mentre era quinta.

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IL CONFRONTO NELL'AREA OCSE

Cuneo fiscale in percentuale sul costo del lavoro nel 2016 (Fonte: OECD)

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Belgio capofila
La graduatoria nel primo caso è capeggiata dal Belgio con un cuneo fiscale del 54%, davanti a Germania (49,4%), Ungheria (48,2%) e Francia (48,1%). La Spagna è quindicesima con il 39,5%, gli Usa 25esimi con 31,7% e precedono Canada e Gran Bretagna (30,8%). Il fisco più leggero con i ‘single’ è in Nuova Zelanda (17,9%) e Cile (7%). L’aumento maggiore si è verificato in Grecia, con +1 punto al 40,2%. In Italia il calo del cuneo fiscale sui ‘single’ deriva dalla diminuzione dei contributi a carico del datore di lavoro (-0,11 punti), mentre sono saliti di 0,02 punti la tassazione sul reddito e di 0,01 i contributi a carico del lavoratore. Il costo del lavoro complessivo in Italia nel caso di uno stipendio medio è stimato a 55.609 dollari a parità di potere d’acquisto l’anno, dai 55.672 del 2015 ed è il 17esimo tra i Paesi Ocse, dove la media si situa a 50.200 dollari. Il Belgio è primo con quasi 75mila dollari, davanti a Svizzera (74.500) e Germania (73.700).

Il confronto
La media Ocse si attesta a 50.214 dollari. Per il salario lordo, ovvero quello che si vede in busta paga ed include le imposte e i contributi a carico del lavoratore, l’Italia è al 19esimo posto con 42.166, poco sotto la media Ocse (43.015 dollari). Le imposte sul reddito (21,6%) e i contributi a carico del lavoratore (9,5%) incidono per il 31,1% sul salario lordo contro il 25,5% medio Ocse. In altre parole in Italia lo stipendio netto medio percepito dal lavoratore è pari al 68,9% del lordo contro la media Ocse del 74,5% e si traduce in 29.045 dollari (13 dollari in più dei 29.032 nel 2015) contro i 31.600 della media Ocse, i 33.900 della Francia e i 37.260 della Germania e sotto anche i 31.664 dollari della Spagna. Senza perdere di vista, poi i 55.609 dollari del costo del lavoro complessivo a carico del datore di lavoro.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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