Italia-Regno Unito, l’alleanza a tutto campo nel post-Brexit, dal caccia Tempest ai migranti
L’intesa saldata con la visita del premier Meloni a Londra
di Carlo Marroni
I punti chiave
3' di lettura
C'è uno quadrante politico che si muove controtendenza. L'Italia europeista (ora svoltata decisamente a destra) si saldo con il Regno Unito – guidato dai conservatori - uscito dalla Ue. Il viaggio di Giorgia Meloni a Londra – che ha preceduto di poco quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per partecipare all'incoronazione di Carlo III - è stato la rappresentazione plastica di un corso che fa gioco anche a Londra, su molti fronti. Quello militare certamente – sia per I progetti che per il sostegno all'Ucraina – ma anche quello commerciale, visto l'enorme amento dell'interscambio. Uno scenario che pareva impossibile per il post-Brexit, ma che si sta consolidando. Analisti parlano di una convergenza delle due nazioni spinta dal fatto che la Grande Strategia «Global Britain» di Londra e la «Grande tattica» di Roma (cioè prendere più peso entro le alleanze fisse con l’America e il binomio franco-tedesco sotto ombrello nominale dell’Ue nonché più spazio unilaterale per proiezioni globali) hanno bisogno l’una dell’altra come moltiplicatore di forza.
Insieme al Giappone entro il 2035 il progetto del nuovo caccia di sesta generazione
Il primo pilastro è piantato sull'alleanza militare attorno al Tempest, il caccia di sesta generazione destinato a rimpiazzare l'americano F-35, che è tutto in fase di consegna. Si tratta di un jet supersonico che potrebbe essere operativo nel 2035, con un avvio della fase di sviluppo già il prossimo anno. È un progetto del quale ancora non si ha neppure una stima del valore complessivo, frutto dell'alleanza tra Italia, Regno Unito e Giappone, e che vedrà tra i partner strategici l'italiana Leonardo. Di questo hanno parlato Rishi Sunak, primo ministro, e Giorgia Meloni a Downing street, e visto che sempre di temi di difesa si parla nel colloquio sarebbe emersa la richiesta inglese all'Italia di appoggiare, al summit di Vilnius di metà luglio, la nomina di Ben Wallace, attuale ministro della Difesa britannico, a segretario generale della Nato. L'Italia ad ora non ha candidati, e anche se saranno gli Usa come sempre a decidere (e un inglese in quella carica sembra improbabile visto che dalla fondazione ne hanno avuti tre) cercare di creare un consenso preventivo può essere utile come merce di scambio.
L'intesa sul delicato tema dei migranti
I due capi di governo nella visita hanno firmato un memorandum d’intesa per «coronare l’ottimo stato delle relazioni tra le due nazioni», rinsaldare formalmente i rapporti e rafforzare la cooperazione strategica sulle sfide comuni più urgenti, dalla sicurezza globale al rafforzamento della sicurezza energetica e dal cambiamento climatico alla difesa della democrazia e dello stato di diritto. Sulla questione dei migranti i si sono impegnati a rafforzare la cooperazione anche a livello bilaterale, condividendo informazioni e potenziando la collaborazione tra forze di polizia per contrastare i gruppi criminali di trafficanti di persone. «È necessario un cambio di passo nel nostro approccio alla politica migratoria» e servono «approcci innovativi» e «una strategia omnicomprensiva», sottolinea il memorandum. I due Paesi definiranno a breve una serie di iniziative specifiche e concrete sul tema con un Partenariato strategico sulla migrazione tra Italia e Regno Unito. Londra auspicherebbe un aperto sostegno di Roma alla contestata politica del Governo conservatore sui migranti che attraversano la Manica, che vorrebbe arrestare allo sbarco e detenere fino al rimpatrio forzato nel Paese di provenienza o alla deportazione in Rwanda.
Il primo accordo tra un paese Ue e la Uk nel post-Brexit
Ma prima del viaggio del premier un altro tassello era stato piazzato: Italia e Regno Uniti nelle scorse settimane hanno siglato un accordo commerciale, il primo accordo bilaterale con uno stato membro dell'Unione Europea, raggiunto dall'UK da quando la Brexit è stata attuata. Si tratta formalmente dell'avvio a un nuovo dialogo strategico per la promozione delle esportazioni e degli investimenti bilaterali nel contesto post-Brexit fra Italia e Regno Unito, che ha visto al tavolo delle trattative il ministro degli esteri Antonio Tajani e il segretario di Stato per le Imprese e il commercio del Regno Unito, Kemi Badenoch (i due nella foto sopra, foto Ministero degli Esteri). Attraverso il memorandum «l'Italia e l'UK puntano ad approfondire il solido partenariato economico tra i due Paesi, adattandolo al contesto “post-Brexit”».
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