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Fare funding prima che il clima cambi, e non soltanto quello meteorologico. È la parola d’ordine che circola sul mercato dove la corsa al denaro a basso prezzo continua a tenere banco. I timori che vengano tradite le aspettative sulle politiche accomodanti delle Banche centrali suggeriscono di approfittare del buon momento, nonostante le pressioni nei confronti della Fed da parte del Presidente Trump: «La Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi per permettere agli Usa di competere con la Cina», ha detto ieri nel corso di una intervista a Foxnews.
La reazione del mercato non si è fatta attendere e il tasso midswap è arrivato a trattare in territorio negativo fino alla scadenza di 7 anni mentre l’Ibox index dei titoli Investment grade è sceso fino a 99 centesimi da 113 di inizio mese. Le aziende italiane, come del resto quelle europee, hanno approfittato di questa finestra e nell’ultima settimana hanno accelerato le operazioni di funding, facendo ricorso direttamente al mercato che è apparso ben disposto nei confronti del “rischio Italia”: dall’utility Hera, al settore finanziario con UniCredit a quello industriale di CNH in un solo giorno sono stati raccolti 1,750 miliardi di euro.
Il green bond di Hera
Nel caso del green bond di Hera, la seconda emissione di titoli ESG (Environmental, Social, Governance) del gruppo, il risultato ha superato di gran lunga le aspettative raccogliendo richieste per sette volte l’ammontare collocato, circa 3,5 miliardi di euro contro 500 milioni per il bond a 8 anni. Un interesse alimentato soprattutto dagli investitori internazionali, prima fra tutti la Francia tra i paesi europei più attivi in questi comparto: una forte domanda che ha consentito di migliorare le condizioni del prezzo finale che ha consolidato su livelli di spread sul tasso midswap di 105 centesimi dall’iniziale 135-150. Nonostante il rischio Italia, il titolo è scambiato a 70 punti base sotto il BTp di identica scadenza.
Il green bond è arrivato sul mercato dopo un dettagliato road show sulle principali piazze finanziarie, oltre Milano, Parigi, Amsterdam e Londra. Hera è stata la prima società italiana a collocare un green bond nel 2014 e oggi è tra le prime in Europa ad essersi dotata del «Green Financing Framewok», il documento programmatico sui temi dell’economia circolare, dell’efficienza energetica e della gestione dei rifiuti.
CNH di nuovo sul mercato
L’ultimo bond CNH lo aveva collocato lo scorso marzo con una emissione da 500 milioni e scadenza 8 anni. Ieri sfruttando la finestra favorevole del mercato, la società ha emesso un bond sempre da 500 milioni e scadenza a 10 anni, riuscendo ad ottenere condizioni migliori rispetto al precedente nonostante la scadenza più lunga: la cedola si è così attestata all’1,625% dalla precedente 1,75 per cento. Anche in questo caso, le richieste sono state superiori alla domanda che si sono attestate a circa un miliardo di euro.
UniCredit, primo bond senior preferred con call
Primo bond senior non-preferred (strumenti di debito chirografario di secondo livello) con scadenza a 6 anni, richiamabile dopo 5 anni per UniCredit : il bond da 750 milioni di euro ha ottenuto richieste per 2,2 miliardi di euro. Di conseguenza, il rendimento indicato inizialmente in area mid swap +215 bps si è ridotto a 200 bps, chiudendo a 190 bps e cedola all’1,625 per cento. «Con questa transazione - si legge in un comunicato - UniCredit completa la componente subordinata del piano di funding ai fini Tlac per il 2019».
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