Il futuro dell’Europa

Italia-Spagna, Prodi a Valencia 25 anni dopo. Dall’euro di Aznar alla difesa comune Ue a quattro

L’ex presidente della Commissione Ue, in un incontro nella città spagnola, lo scorso 29 settembre, ha avuto alcuni contatti ad alto livello per lanciare la sua idea di un nocciolo duro dell'Europa della Difesa, una sorta di “cooperazione rafforzata” guidata dalla Francia e che comprenda all'inizio anche Italia, Spagna e Grecia

di Gerardo Pelosi

(ANSA)

3' di lettura

Chissà cosa avrà pensato Romano Prodi atterrando a Valencia il 29 settembre scorso per partecipare come ospite di onore a un convegno che dietro il titolo “Rilanciare la Spagna” metteva allo stesso tavolo rappresentanti delle monarchie europee (dalla Spagna al Lussemburgo, dall'Olanda al Belgio, dalla Danimarca alla Svezia e alla Norvegia). “Non sono un grande esperto di monarchie - ha esordito subito Prodi - ma posso parlarvi dell'Europa, di quello che è e di quello che potrebbe essere in futuro per continuare a garantirci pace e benessere”.

L’incontro con Aznar a Valencia 25 anni fa

L'ex premier italiano ed ex presidente della Commissione europea non può non avere scavato nella sua memoria riandando a quanto accadde proprio a Valencia il 18 settembre del '96, esattamente 25 anni fa. Quel giorno, erano pochi mesi dalle elezioni e dalla formazione del suo governo, Prodi volò a Valencia per la “cumbre hispano-italiana” con il premier spagnolo Josè Maria Aznar. Una riunione che suggellò la stretta amicizia tra Roma e Madrid.Ma – ricorda oggi l'ambasciatore Roberto Nigido – la sera precedente Prodi e Aznar, confidando eccessivamente sulle rispettive capacità di comprensione, il primo dello spagnolo e il secondo dell'italiano, parlarono fittamente davanti al caminetto da soli senza traduttori mentre i consiglieri diplomatici e i due ambasciatori (per l'Italia Raniero Vanni d'Archirafi) si trovavano a una certa distanza e non in grado di ascoltare la conversazione.Sta di fatto che il 30 settembre Aznar diede la sua interpretazione di quel colloquio spiegando al Financial Times che Prodi aveva cercato di convincerlo a fare fronte comune per ammorbidire i parametri di Maastricht. Insomma una richiesta abbastanza esplicita di ritardare l'adesione della Spagna all'Euro dando così più tempo all'Italia per mettere a posto i suoi conti pubblici.

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Le lettere di Prodi a Kohl e Chirac

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Il titolo di Ft che fece arrabbiare Prodi

“Prodi asked Aznar to bend the criteria or the timetable” fu il titolo del Financial Times che suscitò la vibrata protesta di Prodi che chiamò subito Aznar per sollecitare una smentita. Un “frutto avvelenato” secondo Raniero Vanni d'Archirafi, all'epoca ambasciatore italiano a Madrid che sarebbe stato confezionato ad arte dall'entourage di Aznar e in particolare del suo principale spin doctor Miguel Angel Rodriguez.È vero che la Spagna del '96 aveva i conti in ordine e non intendeva prendere iniziative che avrebbero intaccato la sua credibilità economico-finanziaria. Intravedeva però nella debolezza dei conti pubblici italiani l'occasione d'oro per sorpassare in curva in modo rocambolesco uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea nella corsa verso l'Euro usucapendo una posizione di rilievo nel vagone di testa dell'Unione economica e monetaria.

Le due lettere di Prodi che smentiscono l’interpretazione di Aznar

La Spagna di Aznar non aveva però fatto i conti con la determinazione di Prodi e del suo ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi che varò una finanziaria da ben 62.500 miliardi di Lire e che prevedeva un'”euro-tassa”.Ma a smentire l'interpretazione di Aznar a 25 anni di distanza emergono ora dagli archivi due lettere firmate da Romano Prodi in data 6 settembre 1996, quindi dodici giorni prima del vertice di Valencia. “Ritornando in aereo dalla Turchia all’ Italia insieme al mio consigliere diplomatico Enzo Perlot e al direttore degli affari economici del Ministero degli Esteri, Roberto Nigido, che di lì a poche ore avrebbe preso al mio fianco il posto dell’ ambasciatore Perlot – ha ricordato Prodi rispondendo a un articolo di Sergio Romano- scrissi due lettere identiche, indirizzate l’ una al cancelliere tedesco Helmut Kohl e l’ altra al presidente francese Jacques Chirac. In quelle lettere comunicavo ai governi di Germania e Francia, le due grandi potenze ed i veri «motori» dell’ Unione Europea, il fermo impegno del mio Governo ad adottare tutte le misure necessarie per portare l’ Italia nell’ euro sin dal suo avvio. Questo, auspicando un’ azione comune tra Italia e Spagna, fu ciò che dissi anche al presidente del Governo spagnolo quando lo incontrai alla metà di quel mese di settembre di quattordici anni fa. Glielo dissi in italiano, avendo insieme deciso che il colloquio avvenisse senza interpreti, fidandoci, forse a torto, delle nostre rispettive capacità di intendere l’ uno la lingua dell’ altro”.

Ora serve un rilancio dell’Europa della Difesa

Tanta acqua è passata da quel settembre di 25 anni fa ma l'Europa è ancora alle prese con l'assenza di una vera unione politica, premessa per quella Europa della difesa che la crisi afghana ha reso non più rinviabile. Ebbene a margine dell'incontro del 29 settembre a Valencia Prodi ha avuto alcuni contatti ad alto livello per lanciare la sua idea di un nocciolo duro dell'Europa della Difesa, una sorta di “cooperazione rafforzata” guidata dalla Francia (unico Paese Ue che dispone dell'arma nucleare e che siede nel Consiglio di sicurezza dell'Onu) e che comprenda all'inizio anche Italia, Spagna e Grecia. Insomma a 25 anni dalle incomprensioni sull'Euro Valencia potrebbe ora essere la culla della nuova Europa della difesa.


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