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Italia in testa per i giovani digitali e anche sostenibili

L’indice DiSI Young indica che arrivano al 37% i giovani che utilizzano la tecnologia con un giusto grado di consapevolezza

di Davide Madeddu

Afp

2' di lettura

Giovani digitali e sostenibili. È l'Italia il paese in cui si riscontra il maggior numero di sostenibili digitali (37%), giovani che utilizzano gli strumenti digitali e che, allo stesso tempo, adottano atteggiamenti e comportamenti orientati alla sostenibilità. È quanto emerge dal rapporto “Digital Sustainability Index (DiSI) Young - La sostenibilità digitale per i giovani” presentato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e da EY Foundation Onlus.

La ricerca, che indaga il ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità nella percezione dei giovani di alcune nazioni europee (Italia, Spagna, Polonia, Germania e Francia), è stata svolta su un campione rappresentativo di 800 ragazzi nella fascia compresa tra i 16 e i 24 anni. Nel lavoro sono state studiate e valutate le differenze tra Italia, Spagna, Polonia, Germania e Francia.

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«Nell'analisi DiSI Young leggiamo tracce comuni tra i vari Paesi, a ulteriore testimonianza del fatto che partite come la sostenibilità, il digitale, le competenze e l'innovazione oggi non possono che essere giocate su scenari internazionali. Tuttavia, tra questi dati positivi ci sono segnali che devono farci riflettere e agire, e riguardano soprattutto i rischi e ancora una volta le questioni legate a diversità e inclusione», sostiene Massimo Antonelli, Ceo di EY in Italia e Coo di EY Europe West.

«Tra i rischi percepiti - prosegue -, i giovani in Italia ritengono che il cyberbullismo sia la principale problematica derivante da una società iper-connessa (60%) e la stessa visione emerge quasi in tutti i Paesi considerati. Al secondo posto troviamo l'uniformazione delle identità a degli standard ideali (39%) e la perdita del tempo personale (38%). Pensando alle nuove generazioni è quindi necessario investire su educazione e inclusione, partendo da un piano di educazione digitale nazionale (per oltre il 60% dei rispondenti al DiSI Young). E anche su questo i giovani ci danno una lezione interessante: perché se da una parte si aspettano che istituzioni e aziende facciano la propria parte, dall'altra sono disposti a mettersi in gioco come non mai e a riconoscere la propria responsabilità e il proprio impatto nel costruire una società più digitalizzata e più sostenibile».

La ricerca mette in luce, nell'analisi dei temi che riguardano le infrastrutture, la tecnologia, commodity e comportamenti sostenibili, «una situazione poco incoraggiante, sotto il profilo della consapevolezza verso il ruolo del digitale».

Alla luce del lavoro l'Italia è in testa alla classifica delle nazioni in cui la sensibilità giovanile verso la sostenibilità digitale è più alta (37%), seguita da Spagna (34%), Polonia (26%), Germania (18%) e Francia (14%), con una quota di donne più alta che in altri Paesi.

«I risultati della nostra ricerca mostrano l'importanza di lavorare sulle infrastrutture, ma soprattutto sulla consapevolezza - aggiunge Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale -: perché è proprio in Paesi come il nostro, caratterizzati da minore diffusione delle competenze digitali, che dobbiamo preoccuparci di sviluppare un uso consapevole delle tecnologie a favore della sostenibilità».

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