Italian Artisan apre a Primo Ventures e accelera su estero e innovazione
Il marketplace fondato da David Clementoni, che lavora già con 700 aziende del made in Italy, ha ricevuto un finanziamento da 1,3 milioni di cui 800 mila dal fondo italiano che ha rilevato una quota di minoranza
di Marta Casadei
2' di lettura
Prima il passo da società di consulenza a marketplace B2B per mettere in contatto eccellenze dell’artigianalità made in Italy con brand internazionali. E ora, con il piede che preme sull’acceleratore sia nell’innovazione sia nell’approccio ai mercati esteri, un ulteriore passo in avanti con un finanziamento da 1,3 milioni di euro di cui 500mila da business angels internazionali e 800mila dal fondo Primo Ventures che - attraverso i fondi Primo Digital e Primo Digital Parallel Italia- ha rilevato una quota di minoranza della società.
Gianluca Dettori, partner di Primo Digital e presidente di Primo Ventures, è entrato nel board della start up: «Dietro il marchio Made in Italy si cela un valore inestimabile di competenze, esperienza e creatività, retaggio spesso di mestieri tramandati attraverso le generazioni. La visione di Italian Artisan di creare un AliBaba della produzione di qualità italiana è ambiziosa e ci ha convinto. C’è una grande domanda di Italia in tutto il mondo che vogliamo soddisfare, recuperando valore, marginalità e dignità per i produttori italiani che partecipano al nostro marketplace», ha commentato Dettori.
Continua l’avventura della start up Italian Artisan, fondata nel 2015 da David Clementoni, e oggi diventata una piattaforma accessibile a brand, distributori e negozianti di tutto il
mondo di progettare, realizzare e commercializzare prodotti sviluppati da laboratori artigianali italiani. In modo veloce ed efficiente. Un modello di business che punta a «chiudere il 2023 triplicando il gross merchandising value», spiega il fondatore. Che aggiunge: «Reinvestiremo i fondi in tre ambiti: tecnologia e innovazione di processo, perché vogliamo fornire alle pmi una tecnologia con un accesso semplificato. Poi nel marketing e nello staff: attualmente per Italian Artisan lavorano 23 persone, ma stiamo facendo assunzioni per arrivare a 10 persone in più». In particolare le professionalità richieste sono «figure commerciali e sviluppatori». Il team rimarrà, in linea con le caratteristiche attuali, «composto da persone giovani, la media è 26 anni circa di età, e per l’80% donne», conclude Clementoni.
La sfida di Italian Artisan è quella di avvicinare alla tecnologia aziende «al 90% familiari» e con un mindset spesso poco orientato all’hi-tech a dialogare con un parterre di brand che, invece, hanno sete di made in Italy. E sono localizzati in tutto il mondo. «Stiamo avendo ottimi riscontri in Europa visto che stiamo osservando una serie di dinamiche di reshoring che portano i brand a cercare produzioni made in Italy, ma anche negli Usa, dove vogliamo rafforzare la nostra presenza, e in Medio Oriente, con un particolare focus sugli Emirati».
Per il 2023, invece, l’obiettivo è « scalare il modello di business testato, con crescite esponenziali che ci preparino a ulteriori round di investimenti per diventare leader nelle produzioni made in Italy».
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