Strade, asfalto super grazie al grafene: dura più del triplo
Un supermodificante per asfalto a base di grafene che, mescolato al bitume tradizionale, è in grado di aumentare la durata della pavimentazione stradale del 250%
di Antonio Larizza
3' di lettura
Un supermodificante per asfalto a base di grafene che, mescolato al bitume tradizionale, è in grado di aumentare la durata della pavimentazione stradale del 250%, a fronte di un incremento dei costi compreso tra il 10 e il 15 per cento.
Brevettato da Iterchimica, società della bergamasca attiva da 50 anni nel settore degli additivi per l’asfalto, Gipave - questo il nome del supermodificante - è stato posato ieri a Milano sulla strada provinciale 35 Milano-Meda. Mentre a metà ottobre si asfalerà un tratto della strada provinciale 40 Lacchiarella. Con queste due sperimentazioni - avviate in collaborazione con Città metropolitana di Milano - l’azienda conta di ultimare nel 2019 i test di laboratorio e sul campo, per arrivare alla commercializzazione del prodotto a partire dal 2020.
Sia il prodotto (l’additivo Gipave) che il processo produttivo sono coperti da brevetto internazionale. Per raggiungere il risultato Iterchimica ha sfruttato un bando da 6 milioni di euro di Regione Lombardia (Por Fesr 2014-2020 per innovazione e competitività), coordinando da capofila l’attività di ricerca e sviluppo di una cordata che ha visto la partecipazione di G.Eco (società di servizi per la raccolta rifiuti del Gruppo A2A), Università di Milano Bicocca e Directa Plus: azienda di Lomazzo (Como), incubata in ComoNExT e quotata all’Aim di Londra, specializzata nella produzione e fornitura di prodotti a base di grafene.
La miscela bituminosa è coperta da segreto industriale. «Per ottenerla abbiamo lavorato anni in laboratorio - spiega Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica - partendo dall’intuizione di utilizzare il grafene. La sfida è stata trovare la giusta dose, quella che fosse in grado di dare le caratteristiche di resilienza volute senza fare però lievitare eccessivamente i costi di produzione». Una sfida vinta inserendo nella mescola, oltre al grafene, additivi già sviluppati da Iterchimica e una quantità di plastica dura riciclata. «Si tratta di plastica dura - spiega Giannattasio - per intenderci quella dei vecchi giocattoli, che solitamente non viene raccolta perché non vi sono processi industriali che la sfruttano per il riciclo. Per la nostra mescola si è rivelata un componente fondamentale, tanto che con G.Eco abbiamo iniziato a raccoglierla, per ora nelle piattaforme ecologiche della provincia di Bergamo».
L’Università di Milano Bicocca, partner della cordata, ha invece condotto i test di laboratorio e gli studi sull’impatto ambientale del prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, ottenendo dati molto incoraggianti rispetto all’impatto dell’asfalto tradizionale. «La maggior sostenibilità è data - spiega l’ad di Iterchimica - dalla durata più che doppia del manto stradale e dal fatto che si utilizza materiali riciclati».
L’asfalto al grafene è già sotto osservazione da quasi un anno in un tratto della rete stradale della città di Roma. La sperimentazione sulle tratte milanesi voluta da Città metropolitana di Milano prevede il confronto “on the road” delle prestazioni dell’asfalto al grafene con quello tradizionale. Nel dettaglio, sulla Milano-Meda ieri sono stati asfaltati 200 metri utilizzando bitume classico e 250 metri con asfalto contenente il supermodificante al grafene Gipave. A inizio ottobre, invece, è previsto il rifacimento di due strati della pavimentazione stradale (base e usura) di un tratto di 600 metri sulla Strada Provinciale 40 Lacchiarella: 300 metri con asfalto modificato con Gipave e 300 metri con bitume tradizionale.
«La nuova formulazione dell’asfalto - spiega Arianna Censi, vicesindaca della Città metropolitana di Milano - ha l’obiettivo di garantire una maggior durata del manto stradale, con minori disagi dovuti agli interventi di ripristino futuri. Per questo abbiamo programmato i lavori su un’arteria importante e trafficata come la Milano-Meda. Se la sperimentazione avrà successo, l’additivo al grafene sarà una delle caratteristiche che metteremo nei nostri capitolati d’appalto relativi ai manti stradali».
Iterchimica – controllata per il 90% dalla famiglia Giannattasio e per il 10% dall’ingegner Vito Gamberale – è stata fondata nel 1967 da Gabriele Giannattasio e oggi opera in oltre 90 Paesi nel mercato degli additivi e delle tecnologie per asfalti.
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