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«Dalla pandemia almeno una cosa avremmo dovuto impararla: anche il più meticoloso e ragionato dei piani di investimento, persino la più azzeccata strategia può essere ostacolata dai grandi imprevisti, i cigni neri, come a volte vengono chiamati. Il 2020 e 2021 sono stati anni difficili, ma non hanno intaccato la visione di medio e lungo termine che abbiamo per Jacob Cohën»: Jennifer Tommasi Bardelle e Luca Roda, rispettivamente presidente e ceo della Jacob Cohën Industry, riassumono così, quasi all’unisono, il futuro del marchio. Diventato famoso per il denim di alta gamma, Jacob Cohën ha iniziato da anni una crescita in comparti attigui, arrivando a proporre un total look uomo e donna. Un progetto rafforzato dall’accordo, siglato nel 2021, con Sinv per la produzione e la distribuzione del brand Jacob Cohën.
«Nel 2022 abbiamo siglato con Gi.Mel un’altra importante licenza, che preferiamo chiamare partnership, perché puntiamo sempre a un circolo virtuoso tra la creatività Jacob Cohën e il know how produttivo delle aziende esterne alle quali ci leghiamo. È la licenza per le linee junior», spiegano Jennifer Tommasi Bardelle e Luca Roda. Un progetto caro al fondatore del marchio, Nicola Bardelle, che perse la vita nel 2012 in un incidente stradale e del quale Jennifer ha raccolto il testimone creativo e il sogno imprenditoriale. L’obiettivo è di arrivare a cento milioni di fatturato entro il 2025 e il denim resterà il core business del marchio, da sempre impegnato in un percorso di sostenibilità trasparente e che non prevede scorciatoie.
«Preferiamo perfezionare un progetto, prima di annunciarlo: se c’è una cosa che detesto è il greenwashing», spiega Jennifer Bardelle, che trae la sua forza (anche) dalla schiettezza con la quale esprime le sue opinioni. «In primavera lanceremo nei negozi il progetto Endless Luxury, una capsule fatta con denim compostabile – spiega, divertita ma seria –. Non dico si debba fare per forza, ma chi vorrà, quando deciderà di separarsi dal suo capo Jacob Cohën, potrà “piantarlo” in giardino. L’unica avvertenza è di togliere il bottone, che non siamo ancora riusciti a rendere compostabile. Forniremo un kit e delle semplici istruzioni per staccarlo e consigli per riutilizzarlo».
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