Jacobus Vrel, stesse inziali per il precursore di Vermeer
Anche il Museo Mauritshuis fa eco alla vermeer-mania e mette in mostra il meno conosciuto autore e predecessore dell’artista di Delft
di Paola Testoni
4' di lettura
La febbre vermeeriana in Olanda sembra non placarsi, e anche il Museo Mauritshuis de L'Aja intitola la sua bella mostra primaverile, incentrata su uno dei meno conosciuti artisti del 17esimo secolo olandese, “Vrel, il precursore di Vermeer”. Il museo olandese, ospitato in uno dei più suggestivi edifici storici cittadini, in attesa della restituzione, il primo di aprile, della Ragazza con l'orecchino di perla da parte della mostra “Vermeer” del Rijksmuseum, ha pensato bene di allargare l'orizzonte vermeeriano esponendo 13 lavori di Jacobus Vrel provenienti da collezioni olandesi e straniere come per esempio dal Kunsthistorisches Museum di Vienna che ha prestato due straordinari dipinti, uno dei quali, “Donna alla finestra” (1654), rappresenta l'unica opera datata dell'artista.
Il mistero si infittisce
Se Vermeer è considerato ‘la Sfinge di Delft', di Jacobus Vrel (c.1630–c.1680) sappiamo ancora meno ma sicuramente le similitudini tra i due artisti non sono poche e per molto tempo diversi dipinti di Vrel furono effettivamente attribuiti a Johannes Vermeer. I due artisti raffigurarono gli stessi soggetti, oltre a condividere le stesse iniziali: J V e le firme complete di Jacobus Vrel in alcuni casi furono persino trasformate in firme di Vermeer e alcuni dipinti presenti in mostra, come per esempio Scena di strada con forno presso le mura cittadine oppure Anziana che legge con bambino dietro alla finestre, vennero venduti, nel 19esimo secolo, come autentici “Vermeer”.
L’altro Vermeer
Come dicevamo, molte ambientazioni dei dipinti di Vrel sono sovrapponibili a quelle tipiche di Vermeer, raffigurando spesso una donna in piedi accanto a una finestra in una stanza con un alto soffitto o seduta accanto a un caminetto. Le stanze, spesso disadorne, vengono illuminate da una luce rarefatta che oltre ad offrire uno spunto realistico (la tipica luce blu/grigia nordeuropea) emanano quel senso di quiete, probabilmente desiderato da gran parte della popolazione visto il tumulto storico-politico che il paese stava vivendo. Queste tele non solo rappresentano una fuga intimistica nel privato, ma fanno trasparire una sensazione leggermente sconcertante, una tensione sottile da attesa di una minaccia incombente.
Abiti e ceto sociale
Lo studio sugli abiti, molto più dimessi di quelli dei personaggi vermeeriani, fanno pensare ad un diverso ceto socio-economico della clientela del pittore: abiti scuri, scialli chiari e i visi spesso nascosti alla vista dello spettatore. Usando queste caratteristiche distintive, Vrel crea il proprio mondo. La prospettiva a volte imperfetta conferisce alle immagini un fascino ingenuo, spingendo lo spettatore a prestare maggiore attenzione ai dettagli: i vetri rotti di una finestra o un piccolo pezzo di carta bianca nell’angolo di una stanza, molto spesso con apposta la firma del pittore come segno distintivo. Altra pratica caratteristica di Vrel ma comune anche tra altri pittori e ritrattisti olandesi del XVII secolo, era quella di dipingere diverse versioni molto simili delle proprie opere, probabilmente con il fine di aumentare, in una semplice maniera, la propria produzione.
Ricerche internazionali sull’identità del pittore
Ma chi era Jacobus Vrel? Il mistero sulla vita e, in certo qual senso, anche sull'opera del pittore ha obbligato ad unire le forze ed è stato avviato un progetto di ricerca internazionale che ha coinvolto tre musei: Alte Pinakothek, Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco di Baviera; Fondation Custodia, Frits Lugt Collection di Parigi e il Museo Mauritshuis.
Dopo aver commissionato un’analisi dendrocronologica, praticamente lo studio degli anelli degli alberi del legno delle tavole di diversi dipinti, è risultato chiaro che le opere sono anteriori rispetto alla precedente datazione e che probabilmente Vrel iniziò a dipingere le scene di strada tra il 1635 e il 1640 e i primi interni poco prima del 1650. Per identificare invece, all'interno dei Paesi Bassi, i luoghi ritratti dall'artista, si sono avviate ricerche su edifici, stradine e facciate. La conclusione è che varie scene possono essere riconducibili ad angoli della cittadina medievale di Zwolle, arricchitasi grazie alla sua adesione alla Lega Anseatica e quindi con ampi contatti mercantili e sociali con la Germania. Interessanti anche i risultati dell'analisi riflettografica all’infrarosso (la tecnica che consente di vedere sotto la superficie visibile del dipinto) e la fluorescenza ai raggi X (sugli elementi chimici della vernice) che hanno rivelato diversi “pentimenti” rendendo visibili modifiche apportate dall’artista stesso impegnato nel perfezionamento delle proprie composizioni. Tutti i risultati della ricerca sono stati presentati nella prima monografia sul pittore mai pubblicata, e oggi disponibile in mostra in inglese, francese e tedesco.
Caratteristica
Una caratteristica distintiva del lavoro di Vrel è il modo in cui firmò i suoi quadri. Aveva quello che potremmo considerare un caratteristico “marchio di fabbrica”: un minuscolo pezzo di carta bianca dimenticato casualmente sul pavimento, che appare in diversi dipinti e che porta scritta la sua firma nelle diverse versioni: “J V”, “J Vrel”, “Jacobus Vreelle” e addirittura anche con la grafia tedesca “Jacobüs Frell”, scelta forse con la speranza di ampliare la propria clientela o perché si era trasferito, in un determinato momento della sua vita, vicino al confine tedesco.
Vrel, precursore di Vermeer , fino al 29 maggio 2023 al Museo Mauritshuis de L'Aja, Paesi Bassi.www.mauritshuis.nl
Dopo il Museo Mauritshuis, la mostra si sposterà al partner espositivo “Fondation Custodia, Collezione Frits Lugt” a Parigi.
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