Jean-Philippe Toussaint, scrittore che ama l’Italia
Il nostro paese è spesso presente nella produzione dell’autore di La Salle de bain (1984), Monsieur (1986), L'Appareil photo
di Riccardo Bravi
2' di lettura
L'Italia è spesso presente nella produzione poliedrica di Jean-Philippe Toussaint, eppure il fecondo autore di origine belga è ancora poco conosciuto nel nostro paese. Toussaint frequenta sin da giovane le effervescenze culturali di Parigi, scegliendola come sua capitale editoriale. Inizierà a partire dagli anni 80, un lungo sodalizio con le Éditions de Minuit di Jérôme Lindon, presso le quali pubblicherà svariati titoli: La Salle de bain (1984), Monsieur (1986), L'Appareil photo (1988), La Réticence (1991), La Télévision (1997), Fuir (2005), La Mélancolie de Zidane (2007).
Nouveau Roman
Muovendo i primi passi nel solco del Nouveau Roman, lo scrittore prenderà una via sempre più sperimentale e soggettiva, a seguito di lunghi viaggi in Cina e Giappone durante i quali si avvicinerà alla cultura visiva, nello specifico alla fotografia, passione questa, come il cinema, che non smette di essere viva in lui. Risaputa è inoltre la sua vena cosmopolita. Tanti i cortometraggi, video e film da lui diretti e a cui prende parte, talvolta, insieme ad altri attori: La Salle de bain (1989), Monsieur (1990) La Sévillane (1992), Berlin 10 heures 46 (1994), La Patinoire (1999).
Minimalismo
Per ritornare alla sua opera, Toussaint si avventura al margine della letteratura, utilizzando un minimalismo che lo accomuna al primo Beckett oppure ai romanzi di Claude Simon, quando c'è in gioco il binomio scrivere-vedere, visibile ad esempio in Mes bureaux. La lezione del Nouveau Roman è ravvisabile nei romanzi di Toussaint, nei quali le storie non sono mai scritte secondo l'ordine tradizionale di svolgimento, ma attraverso espedienti totalmente atipici di narrazione romanzesca, come la stanza da bagno in cui è ambientato il libro omonimo La Salle de bain.Se l'Italia è spesso presente nella sua produzione, essa non ha mai dato però troppa rilevanza alle sue opere: poche le case editrici che l'hanno tradotto, recentemente solo una ad occuparsene, la veneziana Amos edizioni con alcune nuove traduzioni (come La Salle de bain, La stanza da bagno, tradotta da Roberto Ferrucci), si direbbe che Toussaint abbia avuto “un successo di critica e un mancato successo di pubblico”, spiega Margareth Amatulli, che da molti anni si dedica alla studio della sua opera. Del resto, non essendo uno scrittore commerciale e non avendo – ancora – un'affiliazione con un'unica casa editrice italiana, è complicato “ovviare a quella dispersione editoriale che non ha di certo contribuito a fare la fortuna di Toussaint in Italia”.
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