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Joe Biden batte Trump e vince le elezioni americane: «Sarò il presidente di tutti». Decisiva la Pennsylvania

Joe Biden ha vinto le elezioni americane. Sarà il 46esimo presidente degli Stati Uniti

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam

Joe Biden, chi e' il nuovo inquilino della Casa Bianca

4' di lettura

NEW YORK - Joe Biden è il presidente eletto degli Stati Uniti. Ha sconfitto Donald Trump e sarà il 46esimo presidente americano. In un paese da riunificare, con l'America polarizzata come mai prima, in piena pandemia tornata ai massimi da marzo, nel paese che sta vivendo la peggiore crisi economica dal dopoguerra.

Biden, 77 anni, sarà il presidente più vecchio della storia americana e resterà in carica per un solo mandato. Aveva 253 grandi elettori sicuri, con quattro stati in bilico in cui era in vantaggio. E’ arrivato a 284 grandi elettori secondo l'Ap, che è stata la prima a riconoscere la vittoria democratica in Arizona (11 voti) e poi in Pennsylvania (20 voti). Cnn e Nbc, che non considerano ancora definitivi i voti dell'Arizona, lo danno vincente con 273 voti grazie alla Pennsylvania, stato nel quale ha rimontato nelle ultime ore grazie al conteggio dei voti postali, ha superato Trump, che conquistò questo stato tradizionale roccaforte democratica nel 2016 con lo 0,6% di voti, e ora passa di nuovo ai blue con uno scarto minimo dello 0,5%. Anche il Nevada - 6 voti - è assegnato a Biden.

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Da Washington a Ny, esplode gioia per Biden presidente

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Il ticket con Kamala

Lo spoglio infinito delle elezioni americane non si concluderà presto, in ogni caso. In California le schede postali possono arrivare ai seggi fino al 20 novembre. Ma Biden ha superato la soglia fatidica dei 270 elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. Tanto basta. “I numeri ci dicono chiaramente che stiamo per vincere. E vinceremo. Con una chiara maggioranza della nazione dietro di noi”, ha detto Biden l'altra sera in un breve discorso con già toni presidenziali nel quartiere generale di Wilmington, la sua città in Delaware. Il ticket Biden-Harris ha ricevuto finora oltre 74 milioni di voti, il record di sempre per le elezioni americane. Con oltre 4 milioni di voti in più rispetto al duo Trump-Pence.

Kamala Harris, senatrice della California, 56 anni, ex magistrato, si prepara a essere la prima donna afroamericana e indiano-americana a servire come vice presidente, in un cambio generazionale già avviato. Trump, uscito sconfitto, per ora non ha intenzione di concedere la vittoria al suo avversario. C'è un fatto però che fa capire come le istituzioni americane si stiano già muovendo per tutelare la nuova presidenza, nonostante gli appelli senza prove al voto rubato di Trump e del suo cerchio magico.

La protezione presidenziale

I vertici militari per bocca del Joint Chief of Staff, il generale Mark Milley, ancora prima del voto si sono tirati fuori precisando che non spetta a loro garantire la regolarità delle elezioni, la Costituzione e le leggi federali e statali prevedono che cosa fare in caso di dispute. Ancora più importante è che da venerdì il Secret service ha disposto in anticipo la protezione presidenziale per Biden e ha rafforzato gli agenti al Chase Center di Wilmington: di solito avviene immediatamente dopo la vittoria assegnata a uno dei due candidati viene che dichiarato presidente eletto. Di fatto il candidato democratico a un passo dalla vittoria veniva già considerato presidente eletto.

Lo ha definito già così la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello stato, che potrebbe avere un ruolo in una eventuale crisi istituzionale, davanti al caso estremo: il rifiuto dell'accettazione della sconfitta di Trump e di lasciare la Casa Bianca. Il 21 gennaio, il giorno dopo l'Inauguration Day, in caso di una disputa non ancora risolta tra due presidenti, quello uscente e quello eletto, secondo la Costituzione diventerebbe lei la commander in chief. Una telefonata al Pentagono e il trasloco forzato dalla Casa Bianca partirebbe in un minuto. Non ci si arriverà. Trump, come dicono i suoi collaboratori, alla fine sarà costretto ad accettare la sconfitta. Ma non concederà la vittoria a Biden con il tradizionale discorso alla nazione, secondo quanto riporta il Washington Post. Continuerà a insistere sul furto delle elezioni.

Trump furioso

Di nuovo oggi in un tweet ha scritto: “Ho vinto queste elezioni, e di molto”, dichiarazioni che mettono in imbarazzo i repubblicani moderati e quelli che hanno responsabilità istituzionali come il leader del Senato Mitch McConnell il quale in un tweet non ha rilanciato le teorie cospirazioniste del presidente: “Ogni voto valido sarà contato e ogni voto irregolare no. I tribunali decideranno le dispute. E' così che i voti degli americani decidono i risultati”. Il senatore repubblicano Mitt Romney ha detto che le asserzioni del presidente sulle “elezioni truccate, corrotte e rubate sono pericolose, indeboliscono le istituzioni e danneggiano la causa della libertà nel mondo”.

Nel suo triste e solitario finale Trump rinchiuso nella Casa Bianca sempre più simile a un fortino, davanti alla tv collegato con il mondo con i tweet compulsivi, arrabbiato e rancoroso è ormai circondato solo dal suo cerchio magico. Il genero Jared Kushner, l'avvocato Rudy Giuliani, l'ex consigliera Kellyanne Conway richiamata al lavoro, il vice presidente Mike Pence, la presidente del comitato elettorale repubblicano Ronna McDaniel e il suo capo dello staff Mark Meadows, che poche ore fa ha annunciato di essere positivo al coronavirus, seminando il panico alla Casa Bianca.

Il precedente di Florida 2000

Nelle elezioni contestate del 2000 tra George W. Bush e Al Gore, per chiarire i risultati della Florida si andò avanti per 36 giorni senza un vincitore. Questa volta, con un'affluenza record di 167 milioni di persone, e il paese diviso in due, la posta in gioco è più alta. Si rischia un corto circuito istituzionale. Le conseguenze di un caos prolungato nella prima democrazia e potenza mondiale per la tenuta sociale, per i mercati finanziari e per gli equilibri geopolitici mondiali rischiano di essere davvero pesanti. Biden ha vinto ma il finale di questa storia non è ancora scritto. E si preannuncia tormentato.Entro il 14 dicembre i membri dei collegi elettorali devono dichiarare i risultati e chi ha vinto i voti elettorali di ogni stato. Chi raggiunge quota 270, la maggioranza dei 538 voti dei grandi elettori disponibili vince la presidenza. Il 6 gennaio alle 13 è prevista la seduta del Congresso che conta i grandi elettori e dichiara il vincitore.Il 20 gennaio nell'Inauguration Day il vincitore delle elezioni e il suo vice giurano come presidente e vice presidente al Campidoglio.

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