Johnson nella bufera: avviata indagine su ristrutturazione dell’appartamento privato
Le voci sui costi dei lavori e soprattutto su chi li abbia pagati si rincorrono da settimane. La Commissione Elettorale ha annunciato che «ci sono motivi ragionevoli per sospettare siano stati commessi reati»
di Nicol Degli Innocenti
3' di lettura
LONDRA - Il cerchio si stringe intorno a Boris Johnson. La Commissione Elettorale britannica ha avviato un'indagine formale sulla costosa ristrutturazione dell'appartamento privato del premier a Downing Street.
Le voci sui costi dei lavori e soprattutto su chi li abbia pagati si rincorrono da settimane. L'ente di vigilanza aveva chiesto delucidazioni al partito conservatore già in marzo, ma senza ottenere risposte soddisfacenti. Per questo oggi la Commissione ha annunciato che «ci sono motivi ragionevoli per sospettare che un reato o reati siano stati commessi».
Johnson si difende: nessun reato
Johnson in Parlamento ha dichiarato categoricamente di non avere commesso alcun reato. Lo scandalo è lievitato la settimana scorsa con le rivelazioni di Dominic Cummings, architetto di Brexit ed ex braccio destro di Johnson, che il premier aveva un piano segreto di chiedere fondi a facoltosi sostenitori del partito. La legge prevede che ogni donazione sia registrata ufficialmente all'insegna della trasparenza. Cummings ha detto di avere sconsigliato al premier di procedere su questa via perchè sarebbe stato poco etico, rischioso e illegale.
Diversi ministri del suo Governo hanno difeso il suo operato, assicurando che il premier aveva pagato per i lavori di ristrutturazione di tasca sua. Il sospetto è però che Johnson abbia ricevuto una donazione o “prestito” e che abbia poi usato quei soldi “suoi” per saldare il conto. Downing Street ha insistito che il premier «ha sempre agito in linea con i codici di condotta e con la legge», ma non ha fatto chiarezza su questo punto cruciale e per questo la Commissione oggi ha deciso di avviare un'inchiesta.
L’indennità per il primo ministro
Ogni primo ministro ha un'indennità annuale di 30mila sterline per i lavori di manutenzione dell'appartamento privato, che è al n.11 di Downing Street, sopra l'ufficio del cancelliere dello Scacchiere. In passato sia Tony Blair che David Cameron avevano speso di più, ma avevano pagato la differenza di tasca loro. Theresa May non aveva neanche voluto spendere i soldi dell'indennità.
Invece Johnson e la fidanzata Carrie Symonds, madre del suo ultimo figlio, durante il lockdown lo scorso anno hanno avviato dei lavori di ristrutturazione molto costosi, utilizzando materiali di pregio e interior designer di grido. Secondo indiscrezioni, un nuovo divano è costato 9.500 sterline, la carta da parati centinaia di sterline al metro quadro e così via. Il costo totale non è stato rivelato, ma secondo alcuni ha superato le 200mila sterline.
Fonti attendibili sostengono che Lord Brownlow, un ricco sostenitore del partito, avrebbe donato almeno 58mila sterline al partito conservatore, che ha poi girato i fondi a Johnson per far apparire lecita la cosa. Il partito laburista all'opposizione da giorni chiede un'inchiesta su quello che ha definito «un evidente tentativo di insabbiamento».
Il rischio di finanziamenti privati
È stato confermato inoltre che Alistair Darling, l'ex cancelliere dello Scacchiere laburista, era stato invitato a presiedere un “trust” per raccogliere fondi per i lavori di ristrutturazione dell'appartamento ma aveva rifiutato, avvertendo del rischio di ricorrere a finanziatori privati che avrebbero poi chiesto favori e trattamenti preferenziali.
Johnson e il suo Governo godono di un alto tasso di popolarità grazie al successo del programma di vaccinazione di massa che ha consentito la graduale riapertura dell'economia. Oltre metà della popolazione ha ricevuto una prima dose e un cittadino su quattro ne ha già ricevute due. Lo scandalo rischia però di danneggiare la reputazione del premier in un momento politico cruciale. Tra una settimana si terranno elezioni in Inghilterra per il rinnovo dei consigli comunali e regionali e la scelta dei “metro sindaci” della grandi città, Londra compresa.
In Scozia e Galles si vota invece per il rinnovo del Parlamento.Si tratta del primo test elettorale dal dicembre 2019, quando Johnson aveva trionfato conquistando la maggioranza assoluta a Westminster. Il voto darà un'indicazione sull'umore dei cittadini dopo Brexit e dopo la pandemia e tre lockdown.
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