ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa decisione del Collegio Coni

Juventus, accolto ricorso: restituiti i 15 punti in attesa di nuova valutazione

Accolto anche l’appello di Pavel Nedved, Paolo Garimberti e Enrico Vellano, posizioni determinanti per la rideterminazione della sanzione. Respinti i ricorsi di Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Federico Cherubini

di Marco Bellinazzo

Storie di Champions e plusvalenze

3' di lettura

Il Collegio di garanzia Coni ha accolto il ricorso della Juventus contro i 15 punti di penalizzazione inflitti nel processo “riaperto” dalla procura federale in tema di plusvalenze fittizie. La condanna è stata sospesa, più che annullata, in quanto lo stesso Collegio di garanzia ha rinviato gli atti alla Corte della Figc perchè formuli un nuovo giudizio sul caso. Sono stati accolti i ricorsi di alcuni dirigenti bianconeri, tra cui Pavel Nedved e Paolo Garimberti, mentre sono stati respinti quelli di Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini.

La decisione

la Corte Federale di Appello sarà chiamata a valutare, in particolare, «l’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus», come anticipa il dispositivo. Sarà fondamentale però conoscere le motivazioni della decisione che circoscriveranno il perimetro esatto del nuovo processo.

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Nel corso del dibattimento di mercoledì 19 aprile, il Procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer, da un lato ha detto che «l’operato della procura è stato corretto, e riterrei di confermare l’ipotesi accusatoria», ma dall’altro «rispetto all’articolo 4, sotto il profilo della carente motivazione, temo effettivamente che, nella sanzione in punti alla squadra, vi sia una carenza da apprezzare e valutare in un nuovo giudizio da parte della Corte federale».

Dunque, è molto probabile che la Corte federale e il procuratore Giuseppe Chinè siano chiamati a fissare parametri più precisi nel calcolo della sanzione, commisurandola alla violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia sportiva e perciò alla gravità della «slealtà sportiva» addebitata ai manager bianconeri ritenuti responsabili.

Il nodo dei tempi

Lega di serie A ha subito ufficializzato la nuova classifica di Serie A. Con la momentanea restituzione dei 15 punti, la Juventus torna terza, a 59 punti dietro la Lazio (61) e davanti alla Roma (56). A questo punto il problema è quello dei tempi. Entro un mese dovranno essere pubblicate le motivazioni della sentenza del Collegio di garanzia. La Corte d’appello federale potrà riunirsi non prima di 15 giorni. Dovrà essere celebrato un nuovo processo con una diversa composizione della Corte e per quanto veloce possa essere il procedimento la nuova sentenza potrebbe essere ancora impugnata per questioni di diritto. È difficile pensare così che ci possa essere entro la fine di giugno una sentenza definitiva sul piano sportivo. In quel periodo, infatti, la Federazione dovrà chiudere la griglia delle squadre che andranno a disputare le varie competizioni europee e consegnare una classifica finale alla Uefa.

Gli scenari

Va detto che le sanzioni sportive per essere afflittive devono recare danno al club sanzionato e dunque possono slittare al campionato successivo se non si riesce a irrogarle in quello in corso. Per la Juventus si aprono a questo punto diversi scenari. Lo scorso 12 aprile la procura della Figc ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini per altri filoni - le cosiddette manovre stipendi, le partnership opache e gli agenti - per i quali la Juventus ha due settimane di tempo per presentare le sue controdeduzioni. Dopo di che dovranno essere decisi deferimenti. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha contestato al club bianconero la violazione del principio di lealtà sportiva (articolo 4.1) in quanto avrebbe ottenuto vantaggi indebiti dalla mancata iscrizione a bilancio di stipendi corrisposti ai propri tesserati e non risparmiati. Contestazione analoga a quella del filone plusvalenze.

Il cuore delle accuse derivate dagli atti dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino, in effetti, riguarda la pianificazione da parte dei vertici della Juve di un “sistema” volto a conseguire plusvalenze cedendo giocatori al solo scopo di aggiustare i conti, alterando perciò le risultanze contabili e violando i principi di lealtà sportiva (nel dossier Prisma le operazioni contestate riguardano per l'85% scambi di calciatori - per un controvalore di 150 milioni - realizzati nelle stagioni dal 2019 al 2021).

Appare evidente la omogeneità delle violazioni contestate e di fronte alla ristrettezza dei tempi sarebbe logico un trattamento unitario delle stesse. Soluzione che tuttavia si scontra con i differenti gradi del processo sportivo.

Gli altri club

Va ricordato infine come la Procura federale si propone di perseguire anche le società con cui il club bianconero avrebbe intrattenuto “partnership opache”, come Sassuolo, Atalanta, Udinese, Sampdoria, Empoli e Monza, citate nell’inchiesta Prisma. L’istruttoria del procuratore Chinè si è concentrata su queste “collaborazioni” al fine di far emergere il dolo nel perseguimento di benefici contabili indebiti in entrambe le dirigenze coinvolte negli scambi. E dovranno essere istruiti eventualmente anche i processi sportivi per altri club messi sotto indagine dalle Procure ordinarie, come Lazio, Roma, Salernitana e Napoli sempre per il tema plusvalenze.

Il calendario chiaramente induce a pensare che questi procedimenti potrebbero slittare alla prossima stagione e anche in questo caso incidere sulle classifiche del prossimo anno, creando però un vulnus evidente qualora la Juventus fosse giudicata e sanzionata prima.

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