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Juventus, chiuse le indagini su manovre stipendi e partnership «opache». Il club: Applicati correttamente i principi contabili internazionali

La procura della Figc ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini per le cosiddette ’manovra stipendi, partnership e agenti’ su cui era stata chiesta una proroga alcune settimane fa

di Marco Bellinazzo

Perché senza regole si distrugge il calciomercato

4' di lettura

La procura della Figc ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini per le cosiddette ’manovra stipendi, partnership e agenti’ su cui era stata chiesta una proroga alcune settimane fa. Nell’atto, come riferito dall’Ansa, il procuratore federale Giuseppe Chinè ha contestato al club bianconero la violazione del principio di lealtà sportiva (articolo 4.1). Contestazione analoga a quella del filone plusvalenze, su cui si attende per il 19 aprile il giudizio di legittimità del Collegio di Garanzia del Coni sulla penalizzazione di 15 punti inflitta al club bianconeri. Sui nuovi filoni la Juventus ora ha 2 settimane di tempo per presentare le sue controdeduzioni.

La risposta della società dopo fine indagini Procura Figc

La Juventus «ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva». È quanto scrive il club confermando così la notifica da parte della Procura federale della Figc sia alla Juventus, sia ad alcuni suoi esponenti (attuali e passati) della conclusione delle indagini relative alla cosiddetta “manovra stipendi” delle stagioni sportive 2019/2020 e 2020/2021”, ai rapporti tra la società e taluni agenti sportivi, nonché a taluni presunti “rapporti di partnership” tra Juventus e altri club.

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Come anticipato, la Procura federale, anche in virtù di asserite violazioni contabili, ha ipotizzato la violazione dell'articolo 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva. «Si precisa – conclude il club bianconero – che la comunicazione trasmessa non costituisce esercizio dell'azione disciplinare da parte della Procura Federale» e che la società «potrà ora avere accesso agli atti e articolare le proprie difese nei termini previsti dal Codice di Giustizia Sportiva.

Partnership “opache”

Ma facciamo un passo indietro. Già nella sentenza sportiva emessa sulla base degli atti dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino, la Corte federale ha stabilito che i vertici della Juve hanno pianificato sistematicamente il conseguimento di plusvalenze cedendo giocatori al solo scopo di aggiustare i conti, alterando perciò le risultanze contabili e violando i principi di lealtà sportiva. Nel dossier Prisma le operazioni contestate riguardano per l’85% scambi di calciatori - per un controvalore di 150 milioni - realizzati nelle stagioni dal 2019 al 2021.

La proposta di Chiné

Il procuratore federale Chinè non a caso aveva proposto di revocare la precedente archiviazione e di irrogare sanzioni e ammende ad altre 8 società (Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara). Nella sentenza della Corte federale queste società però sono state prosciolte (come già decretato in precedenza nel luglio del 2022).

La Procura di Torino tuttavia ha individuato un elenco di società con cui il club bianconero avrebbe intrattenuto “partnership opache”. Vengono citate compagini di Serie A come Sassuolo, Atalanta, Udinese, Sampdoria, Empoli e Monza, ma anche operazioni condotte con squadre come Parma, Pisa, Cosenza e Pescara, ovvero realtà straniere come Lugano, Basilea e Sion. L’istruttoria del procutore Chinè si è concentrata su queste “collaborazioni” al fine di far emergere il dolo nel perseguimento di benefici contabili indebiti in entrambe le dirigenze coinvolte negli scambi.

I tempi delle sanzioni

In particolare, sulle posizioni di 6 club (Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari) che hanno trattato, sottoscritto o comunque pattuito «accordi confidenziali in operazioni di mercato senza provvedere al deposito della modulistica federale e/o provvedendo a depositare documenti recanti pattuizioni diverse da quelle concluse» la Procura di Torino ha trasmesso gli atti anche alle Procure competenti per territorio alcune delle quali hanno aperto fascicoli ad hoc.

In quest’ottica la Procura federale attenderà anche la conclusione di queste indagini realizzate dalla magistratura ordinaria. Questo evidentemente porterà la giustizia sportiva ad irrogare eventuali sanzioni nel prossimo campionato. Mentre per la Juve, nonostante i tempi stretti, si proverà a chiudere entro questa stagione. Sul versante della manovre stipendi è emersa anche la possibilità che il club bianconero chieda un patteggiamento per ridurre le conseguenze negative degli illeciti.

Manovre stipendi

La Procura Figc ha chiuso anche le indagini sulle cosiddette manovre stipendi. Va ricordato che il 28 marzo 2020, nella fase iniziale della pandemia da Covid-19 , la Juve ha comunicato di aver raggiunto un’intesa con 23 membri della Prima Squadra finalizzato alla riduzione dei compensi per 85 milioni pari a 4 mensilità. Nello stesso comunicato la società aveva annunciato che, qualora le competizioni sportive della stagione in corso fossero riprese come avvenuto nell'estate successiva, la società e i tesserati avrebbero negoziato in buona fede eventuali integrazioni dei compensi.

Gli accordi individuali sugli stipendi

Così nei mesi di luglio e agosto 2020, la società ha concluso accordi individuali di integrazione degli stipendi per 61 milioni (pari a circa 3 mensilità) da erogare per circa 32 milioni nella stagione 2020/2021 e per circa 29 milioni nella stagione 2021/2022. Per la Procura riguardo alla prima manovra del marzo 2020 il bilancio 2020 non recherebbe alla voce “Personale tesserato”, l'importo 62 milioni.

Per gli inquirenti con i calciatori sarebbe stato raggiunto un accordo (non reso pubblico) relativo alla rinuncia a una sola mensilità, “con recupero certo e incondizionato di tre mensilità”, quindi subito da inscrivere nei conti. Con riguardo alla seconda manovra la Procura sostiene che il bilancio 2021 non mostrerebbe un costo del personale tesserato per 27 milioni a causa della omessa indicazione dell’intero importo degli accordi di riduzione 2020/2021 (pari circa a 60 milioni), dedotte le integrazioni di circa 32 milioni previste per la stagione 2020/2021 negli accordi della Prima Manovra.

Coinvolti anche i procuratori

Sulla base delle risultanze dell'inchiesta Prisma, dei rilievi della Consob e della documentazione trovata nel corso delle perquisizioni della Guarda di Finanza (le cosiddette side letter) l'istruttoria della Procura federale si è estesa anche ai procuratori dei calciatori che hanno preso parte agli accordi.

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