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Kammer (Fmi): bene proposta Commissione sul Patto di stabilità, avanti con strette contro l’inflazione

Il direttore Europa del Fondo promuove la riforma avanzata dall’esecutivo comunitario e mette in guardia sui ritardi nell’applicazione del Pnrr

dal nostro inviato a Stoccolma Beda Romano

L'Ue riforma il Patto di stabilita', per Berlino e' troppo morbido

2' di lettura

Stoccolma - Il Fondo monetario internazionale considera che il progetto di riforma del Patto di Stabilità e di Crescita, presentato dalla Commissione europea questa settimana, sia «una buona proposta», ha detto il direttore Europa del Fondo, Alfred Kammer, parlando a gruppo di giornali europei, tra cui Il Sole 24 Ore.

La presa di posizione giunge mentre i ministri delle Finanze dell'Unione europea si apprestano a iniziare una complicata trattativa sul futuro del Patto.

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Fmi: Commissione ha fatto «buona proposta»

«Nella proposta comunitaria vi sono molti elementi da noi promossi: un percorso nazionale di risanamento dei conti, un piano di medio termine con un allungamento dell'orizzonte temporaneo, e un parametro legato all'andamento della spesa pubblica che ci pare più facile da capire di altri criteri del passato», ha detto il funzionario internazionale, a Stoccolma in questi giorni in occasione di una riunione dei ministri delle Finanze europei.

«Ci sembra una buona proposta». Il progetto di Bruxelles, che ora sarà oggetto di negoziato tra Consiglio e Parlamento, ha come obiettivo di imporre un risanamento dei conti pubblici, promuovendo nel frattempo nuovi investimenti (si veda Il Sole 24 Ore del 27 aprile). I governi saranno chiamati a presentare piani di risanamento della durata di quattro-sette anni. L'esecutivo comunitario ha introdotto nella sua proposta una serie di salvaguardie per evitare eccessiva discrezionalità a livello nazionalità.

Kammer: bene le salvaguardie su deficit e bilancio

Tra queste salvaguardie, anche l'impegno dei paesi membri con un deficit superiore al 3,0% del PIL a introdurre aggiustamenti di bilanci di almeno lo 0,5% del prodotto interno lordo all'anno. L'evoluzione della spesa pubblica poi deve essere inferiore al tasso di crescita potenziale. Spiega Alfred Kammer che queste salvaguardie «vanno bene, ai nostri occhi». L'FMI ammette però che avrebbe voluto assistere alla nascita di una istituzione indipendente chiamata a monitorare le finanze pubbliche nazionali.

Evidentemente, anche agli occhi del Fondo, la Commissione europea ha perso credibilità in questo frangente. Risanare i conti pubblici non è solo indispensabile visto l'elevato indebitamento di molti paesi, ma anche per meglio combattere l'inflazione. Su questo fronte, Alfred Kammer si è detto certo che le autorità monetarie, «per uccidere la bestia», devono stringere il credito «più forte e più a lungo per evitare di dover tornare alla carica una seconda volta».

Invecchiamento e strette monetarie pesano sulle finanze

La situazione economica è delicata. Da un lato, l'invecchiamento della popolazione così come la politica monetaria restrittiva sono fattori che rischiano di pesare ulteriormente su finanze pubbliche già fragili. Dall'altro, l'Unione europea è impegnata in una doppia rivoluzione, ambientale e digitale, particolarmente onerosa. Non mancano quindi le ragioni che dovrebbero indurre a trasferire parte dell'onere finanziario dal livello nazionale al livello europeo.

Commenta il funzionario dell'Fmi: «C'è apertura tra i paesi membri dell'Unione europea all'idea di una maggiore capacità di bilancio, ma tutto dipenderà dal fatto se il NextGenerationEU avrà successo nell'obbligare i paesi a introdurre le attese riforme». Il messaggio all'Italia, in difficoltà nel mettere in pratica il piano nazionale di ripresa e resilienza, non poteva essere più chiaro. Da tempo, peraltro, il Fondo preme perché ci sia un rafforzamento degli strumenti finanziari europei.


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