Kelly Wearstler ci conduce per la sua Los Angeles, tra storia e modernità
Un mix di stimoli da una delle più note designer americane. Tra una colazione in stile vecchia Hollywood e lo shopping nell'ex villa di Elvis Presley.
di Mariangela Rossi
4' di lettura
Los Angeles è una città di passioni e di esplorazione, un connubio tra storia e modernità, non a caso scelta da creativi specializzati in design, cinema, musica, tecnologia e food per vivere e lavorare. La scena artistica, in particolare negli ultimi cinque anni, è esplosa e ci sono tanti talenti diversi che promuovono idee interessanti. Si respira dinamismo e una bella energia. Vivo a Beverly Hills, in una grande casa che avevamo acquistato dalla famiglia Broccoli (“Cubby” Broccoli era il produttore dei film di James Bond, ndr), di cui ho voluto preservare l'integrità storica, mantenendo i dettagli originali in stile Spanish Colonial e le boiserie in legno, ma con interni rivisitati, come un laboratorio creativo con opere di vari artisti e artigiani che attraversano gli stili e le epoche, in un mix & match che trovo evocativo (The New Yorker ha definito Wearstler la “grande dame del design d'interni della West Coast”, con una lunga esperienza in ambito residenziale, sui set cinematografici e nell'hôtellerie, ndr).
Mia madre era una designer e una mercante d'arte, sin da piccola mi portava alle aste, alle mostre e alle fiere di antiquariato, è stata lei a educare e sviluppare il mio senso estetico. Un destino un po' segnato, il mio. Ancora oggi mi è rimasto un debole per i mercatini di bric-à-brac e per gli acquisti di arte e arredamento online, in particolare alle aste. Sono una collezionista, la prima opera acquistata fu un pezzo dell'artista tessile Sheila Hicks scovato in un marché aux puces di Parigi, ma adoro anche visitare i grandi musei e le gallerie, ovunque nel mondo.
A Los Angeles vado spesso al Broad, il museo di arte moderna e contemporanea che deve il nome ai filantropi Eli ed Edythe Broad, con architettura firmata dallo studio Diller Scofidio + Renfro, autori dell'High Line a New York, e con capolavori di Warhol, Basquiat, Twombly, Beuys e Rauschenberg, ma anche al LACMA, il più importante della costa ovest degli Stati Uniti, e in gallerie come Hauser & Wirth, Nino Mier e David Kordansky.
In città ci sono tante cose da non perdere, una su tutte è Malibù, a circa 45 chilometri e un'ora di macchina. È “l'esperienza” di L.A. per eccellenza, un luogo iconico, ideale per rilassarsi e riflettere. Lì spesso trascorriamo i fine settimana, in una grande casa sul mare, proprio davanti alla roccia più bella della costa, come una scultura erosa dal tempo e dal vento. Malibù per me significa famiglia, ritmi lenti, sport e natura. A iniziare dalla prima colazione, che facciamo tutti insieme, con ingredienti freschi di stagione, sperimentando diverse ricette di smoothie e centrifugati. Nel weekend, porto i miei ragazzi al farmers market locale a cercare gli stessi prodotti naturali, disponibili tutto l'anno nella California del Sud, su cui ruotano poi i nostri pasti. Il sabato, ancora prima di colazione, inizia con una sessione di yoga o di fitness: amo alternare il mio esercizio fisico, dall'allenamento da Barry's Bootcamp, a West Hollywood, alle sedute di pilates, di solito intorno all'ora di pranzo.
Oltre che alle mostre d'arte, il tempo libero è dedicato allo shopping. La moda è di grande ispirazione per il mio lavoro e mi vesto nello stesso modo in cui curo gli interni, con un'estetica da sempre basata sulla sovrapposizione di stili. Cerco trame, forme, colori, motivi interessanti in vari brand che alterno a rotazione, tra cui Balenciaga, Jacquemus, The Attico, Marques'Almeida, Palm Angels e Vetements. Mi piace fare acquisti da Maxfield, che ha una selezione molto curata di capi e accessori, da Heist a Venice, per nomi come Isabel Marant, ma anche talenti emergenti, e, ogni volta che si svolge a Los Angeles, da A Current Affair, mercato pop up per il miglior vintage. Tuttavia per me shopping significa soprattutto arredi, oggetti di design, elementi decorativi, per le mie case e per i progetti che seguo. Oltre a Maxfield, che ospita anche collezioni per gli interni, i miei indirizzi preferiti sono Obsolete, a Culver City, del visionario mercante di arte e antiquariato Ray Azoulay; JF Chen, perché il proprietario, Joel Chen, ha un occhio impeccabile; The Window, dove si scova sempre qualcosa di curioso; Casa Perfect, ideata da David Alhadeff, galleria-showroom su appuntamento in una villa in stile modernista che apparteneva a Elvis Presley.
La sera, se non riceviamo amici a casa, mi piace andare per ristoranti come il nuovo Onda, nato dalla collaborazione tra le due chef Jessica Koslow e Gabriela Cámara, che propongono cucina californiana moderna con influenze messicane. Nell'Arts District downtown, vado da Bestia, per le specialità italiane, e da Bavel, con menu mediorientale e mediterraneo, simile a quello di Jaffa, dove ordino sempre il branzino con insalata di arance e olive. La migliore pasta e la migliore pizza (in particolare consiglio LA Woman, più light e con burrata locale) si assaggiano da Jon & Vinny's: sul retro c'è una piccola enoteca, Helen's Wines, della sommelier Helen Johannesen, che propone ottimo vino naturale e bio locale, da gustare mentre aspetti il tavolo.
La prima colazione della domenica, quando sono in città e non a Malibù, è sempre al Fountain Coffee Room, all'interno del Beverly Hills Hotel, un vero must anche solo per la spettacolare tappezzeria con le foglie di banano. A proposito, dato che qui si possono trascorrere ore in macchina per spostarsi, prediligo sempre gli hotel in base alla posizione, oltre allo stile e ai dettagli curati. Mi piacciono quelli dove si respira un “senso di casa”, con servizi personalizzati ed esperienze inattese, quando lo staff ti saluta per nome e si ricorda che magari hai un debole per un triplo macchiato. Oltre al Beverly Hills Hotel, una vera icona, consiglio il Chateau Marmont, a West Hollywood, e il Sunset Tower, un meraviglioso esempio di Art Déco. Ho curato personalmente il Santa Monica Proper, ristrutturando un edificio storico degli anni Venti con echi contemporanei, tessuti organici, materiali grezzi e dettagli d'arte. A Malibù, consiglio invece il Nobu Ryokan, un omaggio alla migliore tradizione giapponese. Stile contemporaneo e classico, essenziale e decorativo, vintage ed eclettico: se per disegnare al meglio bisogna puntare su diverse scale, Los Angeles è per me una continua fonte d'ispirazione.
loading...