Kering, ancora nell'occhio del ciclone a Parigi con ispezione agli spazi di Gucci
La Commissione europea ha annunciato martedì di aver effettuato ispezioni senza preavviso presso le sedi di diverse aziende del settore della moda sospettate di cartello
di Eleonora Micheli
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Kering è di nuovo nell'occhio del ciclone. Proprio mentre è scattato il conto alla rovescia per la pubblicazione dei ricavi del gruppo che fa capo alla famiglia Pinault (in calendario il 25 aprile, ndr), è emersa la notizia che da martedì è in corso un'ispezione negli spazi italiani di Gucci, il marchio di punta della società. L'annuncio è stato dato dalla stessa Kering nella tarda serata di mercoledì 19 aprile, con la precisazione che il gruppo sta collaborando con le autorità.
Nel dettaglio la Commissione europea ha annunciato martedì di aver effettuato ispezioni senza preavviso presso le sedi di diverse aziende del settore della moda sospettate di cartello. «La Commissione è preoccupata che le società interessate possano aver violato le norme della UE, che vietano i cartelli e le pratiche commerciali restrittive», era scritto in una nota. Va ricordato che le pratiche anticoncorrenziali sono soggette a sanzioni significative in Europa, ma le aziende che hanno partecipato a un cartello possono beneficiare dell'immunità o di una significativa riduzione della sanzione se denunciano tali pratiche e collaborano con gli inquirenti.
Di sicuro Kering non sta attraversando un periodo facile. Negli ultimi tempi ha registrato un rallentamento delle vendite del marchio di punta Gucci, e l'uscita del creativo Alessandro Michele, che aveva rilanciato la maison fiorentina della doppia G dopo l'addio di Frida. In più lo scorso dicembre è scoppiato anche lo scandalo Balenciaga, con le campagne pubblicitarie natalizie del tutto fuori luogo, al punto da far prendere le distanze dal marchio anche alla testimonial da milioni di follower sui social, Kim Kardashian. Balenciaga ha chiesto scusa, ma probabilmente ci vorrà del tempo prima che i consumatori dimentichino la pubblicità di cattivo gusto e tornino ad apprezzare lo stile provocatorio del creativo, Demna Gvasalia.
Comunque nei giorni scorsi gli analisti di Equita hanno reiterato la raccomandazione di Buy sulle Kering, con la stima di un prezzo obiettivo a 730 euro, pur mettendo in conto che il trend organico delle vendite del primo trimestre sarà «piatto», sia per l’intero gruppo, sia per Gucci, considerando per quest’ultima i ricavi del retail. In pratica, secondo Equita, Kering dovrebbe registrare una delle performance più deboli del comparto nel primo trimestre 2023, i cui numeri di vendita saranno svelati martedì prossimo. «Per Gucci il trend sarebbe comunque potenzialmente coerente con la stima di un rialzo delle vendite retail del 5% per l’intero 2023, considerando che il primo trimestre non beneficia ancora delle azioni di rilancio in Cina e che il confronto diventerà più facile nei prossimi trimestri», hanno spiegato gli analisti.
I numeri del primo trimestre saranno anche il banco di prova per calcolare l’impatto della campagna pubblicitaria Balenciaga sul brand e sul gruppo. Come se non bastasse, Equita teme anche un andamento debole delle vendite di Saint Laurent negli Stati Uniti. «Per Gucci la nostra stima retail implica un miglioramento sia su base annua (con ricavi in linea, dopo il -15% del quarto trimestre), sia sui livelli pre-covid (+17% dopo il +7% del quarto trimestre), ipotizzando un recupero in Cina, dove comunque il brand continua a sottoperformare», hanno commentato gli esperti, che in più ritengono che Bottega Veneta abbia registrato un trend in linea a quello del quarto trimestre (+5% dopo il +4% del quarto trimestre), ma in miglioramento sul pre-covid (+50% contro il +40% del quarto trimestre), grazie alla Cina, se pur con performance meno brillanti rispetto ad altri concorrenti. Anche per Saint Laurent dovrebbe aver registrato un trend retail simile agli ultimi tre mesi del 2022 (+9% contro +7% ), e invariato anche rispetto al pre-covid (+70% e +70%), con un’accelerazione in Cina che dovrebbe aver compensato il peggioramento negli States.
Gli analisti mettono in conto un trend negativo per altri marchi (-8%), per l’impatto dello scandalo Balenciaga e la razionalizzazione del wholesale. «Per Kering eyewear ipotizziamo una normalizzazione della crescita organica a ‘+high single digit’ su confronto molto sfidante», hanno infine aggiunto, indicando che il fatturato complessivo del primo trimestre dovrebbe aggirarsi attorno a 5 miliardi (+1%), includendo l’effetto perimetro dal consolidamento di Maui Jim in Kering Eyewear. La raccomandazione, comunque, rimane di acquisto, alla luce del fatto che le valutazioni sono interessanti: il rapporto tra prezzi e utili attesi al 2024 si aggira attorno a 14,7 volte, ben al di sotto del settore che in media ha un multiplo di 22,5 volte.
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