Kering delude: ricavi in calo del 9%. Ma Hermes aumenta il fatturato
Nella scuderia di François-Henri Pinault flessione delle vendite per Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta. Hermès valuta investimenti in fornitori italiani di moda e scarpe.
I punti chiave
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Kering delude il mercato e segna un calo dei ricavi superiore a quanto stimato dagli analisti. Il gruppo francese ha chiuso il trimestre al settembre scorso con una flessione dei ricavi del 9% a tassi comparabili (-6% le stime degli analisti) e del 13% a tassi correnti, raggiungendo i 4,5 miliardi di euro. Nel dettaglio le vendite retail (pari al 78% del totale, incluso online) sono scese del 6%, mentre le vendite wholesale (pari al 22% del totale vendite) del 20%.
Il trend non ha risparmiato nessuno dei maggiori brand del portafoglio di Kering: per Gucci le vendite sono diminuite del 7% (-6,7% il consensus degli analisti) a tassi comparabili e del 14% a tassi correnti, raggiungendo 2,2 miliardi; per Saint Laurent -12% (-11% le stime del mercato) a tassi comparabili e del -16% a tassi correnti, raggiungendo 768 milioni; per Bottega Veneta -7% (-5,7% il consensus) a tassi comparabili e del -13% a tassi correnti, raggiungendo 381 milioni. Il fatturato degli altri marchi nel terzo trimestre ha raggiunto 805 milioni, con andamenti in ordine sparso. La performance di Balenciaga è stata differente a seconda delle regioni (eccellente in Asia-Pacific e Giappone, debole nei mercati occidentali); Alexander McQueen invece ha registrato un rallentamento; le vendite di Brioni sono cresciute in modo robusto, così come è stata positiva la performance Boucheron e quella di Pomellato in particolare nei propri negozi.
A valle del terzo trimestre il gruppo francese del lusso di trova a chiudere i primi nove mesi dell’anno in negativo, con ricavi in diminuzione del 2% a tassi comparabili e 3% a tassi correnti a 14,6 miliardi.
La crescita di Hermès
Totalmente di segno opposto i risultati di Hermès. Nel terzo trimestre 2023, il gruppo francese del lusso ha registrato un fatturato di 3,365 miliardi di euro, in aumento del 7,3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, segnando comunque una frenata in Asia. Nel continente (escluso il Giappone), le vendite della pelletteria hanno avuto un calo dello 0,1% a 1,575 miliardi di euro, penalizzate da un confronto con un periodo eccezionale lo scorso anno, quando erano state eliminate una serie di misure restrittive anti-Covid.
«Nonostante le difficoltà macroeconomiche che la Cina deve affrontare nel breve termine, riteniamo che il potenziale di sviluppo a lungo e medio termine rimanga forte» ha dichiarato il management del gruppo, spiegando che «ci sarà una ripresa della crescita e che la classe media progredirà nuovamente».
Comprendendo il Giappone, le vendite in Asia sono salite del 10%, con il fatturato dell’area in crescita dell’1,4% a 1,88 miliardi di euro. In Europa, nel terzo trimestre il fatturato è salito del 16,4% a 814 milioni di euro e in America dell’11,9% a 600 milioni. «Più che mai, in un contesto globale incerto, rafforziamo i nostri investimenti e i nostri team per sostenere la crescita» ha dichiarato il ceo di Hermes, Axel Dumas.
Investimenti in Italia
In occasione della call con gli analisti il management ha anche sottolineato di essere pronto a nuovi investimenti in Italia nel settore dei fornitori di moda e scarpe: «Potremmo considerare l’integrazione verticale con investimenti per consolidare la partnership con alcuni fornitori che condividono i nostri standard», come la qualità, ha affermato Eric du Halgouet, vicepresidente esecutivo finanziario di Hermes. Mentre la maggior parte dei siti produttivi di Hermes sono situati in Francia e ben integrati nell’azienda, alcuni fornitori italiani hanno competenze specifiche in scarpe e abbigliamento su cui l’azienda potrebbe fare affidamento per rafforzarsi, ha affermato Du Halgouet. Ciò, ha aggiunto, potrebbe concretizzarsi in investimenti di minoranza o di maggioranza o nell’aggiunta di un sito specifico dedicato ai prodotti Hermes.
Tornando ai risultati del gruppo, nei primi nove mesi del 2023 le vendite del gruppo risultano in aumento del 16,9% raggiungendo i 10 miliardi. Una notizia ben accolta dal mercato, tanto che il titolo a Parigi ha chiuso la seduta ieri con un rialzo del 2,78% a 1.728 euro per azione.
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