Kering, vendite scese del 29,6% a 5,4 miliardi nel primo semestre
Il gruppo del lusso francese ha visto nei primi sei mesi dell’anno un utile netto in flessione del 53% a 272,6 milioni di euro.
di Mo.D.
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Secondo trimestre in deciso calo per le vendite di Kering, ma risultati sopra le attese degli analisti. Nei primi 6 mesi dell’anno, i ricavi sono stati pari a 5,4 miliardi di euro in flessione del 29.6% a tassi correnti (-30.1% su base comparabile). Dopo un calo del 16% nel primo trimestre, le vendite nel secondo trimestre sono diminuite del 44%, mentre il mercato si attendeva una flessione del 48%.
Se i canali di vendita “fisici” nel primo semestre del 2020 hanno vissuto un forte ridimensionamento con il retail a -30,9% e il wholesale a -27%, di tutt’altra intonazione è stato l’andamento dell’e-commerce, che ha registrato un balzo del 47,2% (+72% nel secondo trimestre) raggiungendo un peso sulle vendite totali pari al 13%. D’altra parte per quel che riguarda il canale retail, ad esempio, in aprile il 65% dei negozi è rimasto chiuso e in giugno ancora il 15%.
A livello di redditività, nel periodo il risultato operativo corrente del gruppo è stato di 952 milioni di euro (per un margine sulle vendite del 17,7 %), in calo del 57,7% rispetto al primo semestre 2019. L’utile netto è risultato in calo del 53% a 272,6 milioni di euro. «La prima metà del 2020 è stato il periodo più difficile che abbiamo mai affrontato e continuiamo ad esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro che soffrono, all'interno e fuori dal nostro Gruppo. I nostri risultati riflettono l'impatto del Covid-19 sulle nostre attività. Ma soprattutto, la resilienza di questi risultati conferma la nostra capacità di reazione e ci fa essere ottimisti sulla capacità di uscire da questa crisi ancora più forti, concentrati ed efficienti» commenta François-Henri Pinault, presidnete e ceo di Kering, aggiungendo: «A inizio 2020 il gruppo era ben posizionato: la nostra scala globale, la forza del nostro modello di business, la desiderabilità e l'agilità dei nostri marchi, la flessibilità della nostra supply chain, la nostra progressiva trasformazione digitale, la nostra cultura e i valori di sostenibilità e responsabilità, assieme alla nostra solidità finanziaria, sono stati tutti elementi fondamentali per superare questa situazione. Siamo confortati dalla certezza di perseguire la corretta strategia a lungo termine e siamo decisi ad accelerare ulteriormente la sua implementazione».
I singoli marchi
Nello spaccato per brand, Gucci ha registrato un risultato operativo di 929 milioni a fronte di vendite scese del 33,5% a 3,072 miliardi; Yves Saint Laurent un risultato operativo di 102 milioni a fronte di ricavi per 681 milioni (-30%); Bottega Veneta un risultato operativo di 43 milioni a fronte di vendite da 503 milioni (-8,4%). Per gli altri marchi il primo semestre dell’anno si è chiuso con vendite a 919,1 milioni, in calo del 25% a tassi correnti e del 25,8% a tassi comparabili. «Balenciaga e Alexander McQueen hanno resistito bene durante il periodo, con un calo dei ricavi contenuto grazie al successo della loro offerta creativa. Qeelin ha registrato una crescita dei ricavi nella prima metà dell'anno, sostenuta da una forte ripresa nella Cina continentale. Pomellato e Boucheron sono stati penalizzati dalla loro esposizione all'Europa occidentale, ma con risultati incoraggianti in Asia» si legge nella nota del gruppo ai conti.
Infine Kering Eyewear ha realizzato vendite pari a 243 milioni di euro, in calo del 24.9%. Dopo un buon primo trimestre, la divisione ha visto un rallentamento nel secondo trimestre a causa della diffusa chiusura dei negozi. Contemporaneamente, Kering Eyewear ha aggiunto Chloé e Dunhill al proprio portafoglio, con le collezioni che partiranno dalla Primavera Estate 21.
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