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Kiko, i big del private equity verso le offerte a Percassi

Già conferiti i mandati agli advisor: incaricati Bofa, Intesa Sanpaolo e Bnp
In campo Pai, Advent, Bain Carlyle e Cvc: valutazione attorno ai 2 miliardi di euro

2' di lettura

I big del private equity guardano al dossier del gruppo Kiko, la multinazionale della cosmetica made in Italy fondata dalla famiglia Percassi.

Negli ultimi giorni, secondo le indiscrezioni, sarebbero infatti stati definiti gli incarichi finalizzati alla valorizzazione del gruppo, con l’assegnazione dei mandati di advisor finanziario a tre istituti: Bofa Merrill Lynch, Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas. Proprio in relazione all’avvio dell’operazione, non c’è alcun commento da parte della famiglia Percassi.

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Il prossimo passaggio, secondo le indiscrezioni, sarà quello finalizzato all’invio dei «teaser» ai potenziali acquirenti, cioè la documentazione con i dati sensibili del gruppo. Si tratta di un’operazione che, viste le dimensioni (con un valore d’impresa che si avvicinerebbe ai 2 miliardi), potrebbe attirare le attenzione dei grandi fondi di private equity internazionali: come Pai, Bain Capital, Advent, Kkr, Cvc e Carlyle. La valutazione di Kiko dovrebbe essere basata su multipli di 13-15 volte l’Ebitda del 2023 (previsto a circa 130 milioni di euro).

Si tratta di una valutazione in linea con quelle dei principali player internazionali della cosmetica, alcuni dei quali sono quotati in Borsa: come l’americana Elf Beauty Cosmetics, che ha una capitalizzazione in Borsa di 5,5 miliardi di dollari, ma anche il marchio cosmetico di lusso Aesop, che faceva capo alla brasiliana Natura & Co, prima di essere rilevato dalla multinazionale francese L’Oreal per 2,5 miliardi di dollari.

L’obiettivo dei Percassi sarebbe l’apertura del capitale a un grande fondo internazionale di private equity, che possa permettere all’azienda una crescita ancora maggiore a livello globale. Sotto la guida dell’amministratore delegato Simone Dominici, il gruppo Kiko ha chiuso un bilancio 2022 in crescita. I ricavi sono infatti stati pari a 671 milioni di euro (in rialzo del 42% rispetto al 2021 e del 14% sul 2019, ultimo anno prima del Covid), oltre ad archiviare un Ebitda pari a 75 milioni di euro.

In particolare, nel mercato europeo il marchio è cresciuto del 46% sulla spinta di Paesi come Francia (+58%), Spagna (+50%) e Italia (+40%), mentre il Regno Unito ha registrato l’incremento più rilevante (circa il 60%). Entro la fine del 2023 è poi prevista l’apertura di altri 120 negozi, arrivando a oltre 1.100 strutture in 75 Paesi.

L’azienda ha conosciuto, nel recente passato, un primo importante riassetto azionario, quando il fondo di private equity Peninsula Capital ha ceduto il suo 40% del capitale proprio alla famiglia Percassi, tornata quindi a possedere il 100% delle azioni del gruppo.

La stessa Peninsula era entrata come socio nell’azienda nel 2018 per supportarne la crescita e il rilancio, visto che a quel tempo il gruppo si trovava in una situazione complessa di ristrutturazione e di tensione finanziaria, soprattutto per le difficoltà della controllata statunitense.

Il riacquisto della quota di Peninsula in Kiko era avvenuto dopo l’importante incasso (secondo alcune stime di circa 275 milioni di euro) ottenuto da Antonio Percassi per la cessione di una quota azionaria dell’Atalanta Calcio a una cordata guidata dal finanziere americano Stephen Pagliuca.

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