Kissinger: con scontro Usa-Cina si rischia catastrofe comparabile a Prima Guerra mondiale
In una intervista a Bloomberg, l’ex segretario di Stato Usa mette in guardia da ulteriori escalation fra Washington e Pechino
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La geopolitica attuale ha bisogno di «flessibilità nixoniana» per stemperare i conflitti fra Usa e Cina e Russia ed Europa. Senza che Washington calchi troppo la mano su Pechino. Henry Kissinger, ex segretario di Stato Usa e consigliere del presidente Richard Nixon, ha espresso in una intervista a Bloomberg tutte le sue perplessità su un approccio troppo invasivo rispetto alla politica dell’avversario cinese. Da un lato, Kissinger sottolinea che la Cina non dovrebbe diventare una «egemonia globale». Dall’altro, ribadisce che Biden deve evitare di sovrapporre la politica domestica degli Usa con «l’importanza della comprensione della permanenza della Cina». In altre parole, «è importante prevenire l’egemonia della Cina o di qualsiasi altro Paese - ha detto .- ma non è qualcosa che può essere raggiunto con uno scontro senza fine».
Scontro Usa-Cina, una «catastrofe comparabile a Prima Guerra mondiale
Kissinger, 99 anni, ha già invitato la Casa Bianca a una strategia meno conflittuale verso Pechino, sostenendo che un’escalation di tensioni tra i due giganti rischia di tradursi in una «catastrofe comparabile alla Prima Guerra Mondiale». L’esempio citato è quello di Nixon, il presidente Usa che condusse una battaglia accesamente anti-comunista negli anni ’60, salvo decidere di interloquire con Mao Zedong e visitare Pechino nel 1972. Un atteggiamento che potrebbe tornare utile oggi, di fronte un’escalation che rischia di far precipitare definitivamente i rapporti fra Washington e Pechino.
Il tempismo non aiuta. L’avvertimento del diplomatico statunitense è arrivato pochi giorni prima della visita a Taiwan della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, condannata come una «grava provocazione» da Pechino. Pelosi ha sottolineato che la visita serve a ribadire il sostegno della Casa Bianca alla «vibrante democrazia» di Taiwan, difendendone gli interessi dalle ingerenze minacciate da Pechino. La Cina ha replicato accusando gli Usa di «tradimento» e di una violazione della propria sovranità politica. Kissinger aveva già dichiarato di «non prevedere» un’invasione diretta della Cina sull’isola, anche se riteneva probabile che Pechino indebolisse o cercare di indebolire per altre via l’Isola che reclama da oltre due decenni come sua proprietà territoriale. L’obiettivo degli Usa dovrebbe restare quello di evitare uno scontro frontale con la Cina, mantenendo il confronto su livelli più diplomatici.
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