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L’abito sartoriale diventa young e il look 2023 punta sulla camicia

Nella nuova casa milanese di Pal Zileri, Leo Scordo, ceo del marchio, che dal 2014 fa capo al gruppo Mayhoola, racconta i cambiamenti più recenti della moda uomo.

di Nicoletta Ferrari

Lo spazio Pal Zileri a Milano, in via Verri.

3' di lettura

 

Un armadio a tre ante ci accoglie nella stanza che chiude l'infilata prospettica dell'appartamento, con grandi finestre e pareti di un luminoso verde laguna. Da questo armadio inizia la nostra conversazione.

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«Abbiamo scelto di rendere permanenti i tessuti e i modelli più venduti, l'abito grigio e l'abito blu che gli uomini hanno nel guardaroba», spiega il manager. «Diamo la possibilità ai nostri clienti multibrand e ai department store di investire il loro budget nelle novità, ma anche di avere accesso continuativo a quelli che sono i nostri capi iconici».

 

È un servizio che si aggiunge al servizio su misura o che ha una vita sé?

«Questi abiti, se richiesto, entrano nella proposta su misura. Di norma però sono pezzi sempre disponibili che possono essere riordinati nell'arco dell'anno, seguendo le esigenze del singolo cliente, no-seson e facilmente accessibili».

Le stanze con le diverse parti delle collezioni sono modulari. A destra il baule armadio che contiene la collezione dei permanenti no-season.

 

Non sono però solo abiti formali.

«Abbiamo aggiunto alcune categorie che non ne facevamo parte inizialmente: polo e t-shirt, pantaloni chinos e maglie. La Oyster jacket, giacca multifunzione che ci ha dato grandi soddisfazioni, entrerà nei 12 permanenti dal prossimo anno, nella versione con interno staccabile. Del resto, il mondo casual ha preso piede nell'equilibrio delle nostre collezioni superando la metà della proposta. Vale oggi circa il 65% della offerta e delle vendite».

 

Il casual è quindi sdoganato in modo trasversale anche per un brand che ha radici nella confezione tradizionale? 

«Cambia tutto molto velocemente. Se guardiamo all'inizio di quest'anno, da Sanremo agli Oscar, i giovani uomini più cool hanno indossato l'abito, con accessori non tradizionali. Abiti bellissimi e perfettamente costruiti al posto di felpe e look streetwear. I giovani opinion leader scelgono la giacca e si sentono perfettamente a loro agio anche se la indossano con una t-shirt».

 

Sentite un’inversione rispetto alla regola generazionale?

«L'abito non è più un oggetto âgé: è elegante e contemporaneo. Mentre l'abbinamento non istintivo di capi casual rischia di far inciampare a qualsiasi età».

 

Dopo una serie di stagioni in cui il jersey, polo o T-shirt, l’ha fatta da padrone sembra sia annunciato il ritorno della camicia e persino della cravatta.

«Nei consuntivi delle vendite della PE '23, abbiamo riscontrato il 50 per cento in più negli ordini delle camicie. Mi aspetto che si imporrà un canone diverso anche nelle giacche, con silhouette più vicine agli anni '90, molto precise. Nel formale c'è crescita di tessuti e linee con gusto più contemporaneo, in pesi senza stagione, interessanti per una nuova generazione di consumatori».

L'ingresso dello showroon. A destra Leo Scordo, ceo del brand.

 

Che effetto fa ai buyers, vostri interlocutori abituali, questo cambio?

«Il nuovo spazio è stato molto apprezzato: è un ambiente ovattato, dove non c'è dispersione, dove i temi e lo stile sono immediatamente comprensibili. Questa sintesi di immagine ci ha permesso di definire al meglio le linee guida del nostro lifestyle e lavorare sui progetti di franchising. A Doha abbiamo da poco aperto nel Mall of Qatar e a Ginevra inaugureremo la prossima primavera».

 

Il RE-use, con il recupero di tessuti a magazzino, è un progetto che funziona?

«Diventa uno stimolo per i ragazzi che lavorano allo stile e allena l'attenzione a non buttare i materiali e non solo. Preservare la continuità del pensiero creativo può essere anche molto più sostenibile, lo dico da manager. Capire che ci sono tasselli per un lavoro organico, non solo per ridurre lo spreco fisico, ma anche quello culturale».

Abito in lana portato con il maglione a collo alto. A destra, Varsity Jacket in lana e pelle, con tessuti del progetto Re-use.

 

L’offerta a tutto tondo prevede anche un ampliamento nella proposta, oltre all’abbigliamento?

«C'è allo studio un progetto nuovo negli accessori, con focus sulle scarpe, dove il connubio tra formale e informale ben ci rappresenta. Qualità e comfort richiameranno in maniera precisa l'estetica del brand. In primavera debutteremo anche nelle fragranze, con tre profumi per tre momenti della giornata, disegnati per noi da un naso francese. Crediamo in un percorso lineare, vogliamo essere coerenti: non siamo moda e non vogliamo esserlo. Sintetizzare aggiunge immediatezza: evita a tutti di sprecare tempo».

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