L'Academy e la fabbrica: la ricetta Ima per innovazione e talenti
Il gruppo bolognese ha creato da un paio d'anni una struttura ad hoc per la formazione: un catalogo di quasi 300 corsi, un master per i nuovi assunti e uno per coltivare i nuovi talenti, un sistema di mappatura delle competenze ogni 18 mesi
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«L’obiettivo primario è anticipare l’esigenza. Per questo spingiamo i responsabili delle diverse aree a guardare avanti di 1-2 anni, a individuare in anticipo le esigenze, siano esse organizzative o formative». La formazione alla Ima di Bologna, quarto player europeo delle macchine per il packaging con circa 1,5 miliardi di fatturato nel 2018, è un gioco d’anticipo: rispetto alla competenza tecnica richiesta per un business tecnologico (+40% complessivo il fatturato delle industrie italiane del settore negli ultimi 5 anni) legato in primis alle evoluzioni dei prodotti alimentari e farmaceutici, rispetto alla gestione efficiente di un numero di addetti in costante aumento (dal 2013 al 2018 i dipendenti del gruppo solo in Italia sono passati da 2mila a circa 3100), rispetto all’individuazione di giovani talenti, di cui Ucima (l’Unione delle industrie del comparto) segnala da qualche anno la scarsità.
300 assunti all’anno e la necessità di inserimento
Le strategie sono affidate alla funzione Sviluppo organizzativo, la struttura per gli interventi formativi nata innanzi tutto per necessità e ora impegnata a 360 gradi su formazione continua, inserimento dei neo assunti, sviluppo dei potenziali 'leader', percorsi di parità di genere, rapporti con Università e istituti tecnici. «Mentre cresceva - spiega ancora Daniela Toninelli, responsabile dello Sviluppo organizzativo del gruppo - Ima aveva bisogno innanzi tutto di un supporto per la messa a ruolo delle persone, visto che per anni ha assunto 250-300 persone all’anno. Da una parte, la linea produttiva aveva bisogno di gestire e sviluppare l’alto numero di persone in entrata, dall’altra i neo assunti avevano la necessità di tradurre il proprio sapere e le proprie competenze nella nostra attività specifica, in ‘competenze Ima’».
Un’Academy di formazione con quasi 300 corsi in catalogo
Di qui l’idea di un intervento forte sulle 'matricole' del gruppo, con un master interno di 6-18 mesi e di una formazione continua strutturata attraverso una vera e propria Academy inaugurata nel 2017: quasi 300 corsi in catalogo divisi in dieci aree tematiche (dalla sicurezza alla qualità, dall’Ict alle lingue, dalle vendite alla produzione) per aggiornare e migliorare la preparazione degli addetti sempre attraverso un approccio applicato, immediatamente operativo e allineato allo stile di lavoro dell’azienda bolognese. Così non solo le competenze tecniche, ma anche quelle 'soft', come quelle linguistiche, vengono affinate sul campo - ad esempio, prevedendo corsi su testi redatti ad hoc usando disegni di macchina, ricambi, schemi del processo lavorativo - così, per conservare e tramandare il patrimonio di conoscenze, potrebbe presto partire il progetto di una 'scuola dei mestieri', in cui i dipendenti di lunga data possono tramandare le proprie abilità ai colleghi prima del ritiro.
Ogni 18 mesi la mappa delle competenze dei lavoratori
Lo scorso anno sono state quasi 100mila le ore di formazione realizzate dal gruppo Ima. Tra i 500mila e gli 800 mila euro annui il budget impegnato, solo considerando gli esborsi di cassa. Gli interventi formativi vengono organizzati e personalizzati a seconda delle esigenze prendendo come bussola i risultati della mappatura delle competenze di ogni lavoratori fatta a cadenza regolare di 18 mesi e condividisa cone le rappresentanze sindacali. In questo modo emergono i “gap” da colmare grazie a corsi mirati e le nuove conoscenze da introdurre. L'esperienza di Ima è stata tra quelle selezionate da Fondimpresa -
il fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil a cui le aziende
(oltre 200mila quelle aderenti per 4,7 milioni di lavoratori coinvolti)
possono destinare i contribuiti obbligatori per la formazione continua - nell'ambito delle attività di monitoraggio valutativo del Fondo che ogni anno rilevano, tra i piani formativi finanziati, le buone prassi da valorizzare e diffondere per evidenziare le implicazioni strategiche tra la formazione e gli investimenti aziendali in innovazione.
I talenti in casa e quelli futuri
Nella logica dell’anticipo a Ima si guarda anche al futuro più distante: le potenzialità già in casa e quelle da portare in casa. Oltre al master per i neo assunti, Ima ha introdotto un programma (chiamato I'M A Talent), ispirato agli MBA delle business school, per coltivare i talenti, cioè per far crescere con una formazione in aree complementari (finance&legal, international business and economics, management dei team remoti e temi di internazionalizzazione) i dipendenti più promettenti: un centinaio sono quelli attualmente coinvolti in questi percorsi. Agli studenti delle Università e degli istituti tecnici del bolognese, e addirittura delle medie inferiori, sono rivolte altre proposte (incontri in classe, visite in azienda, stage formativi). Obiettivo: avvicinare gli studenti e le studentesse all’officina e vincere l'iniziale diffidenza, soprattutto da parte dei più giovani, per la cultura e l'attività tecnica.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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