L’accordo su Brexit / I diritti
“I negoziatori hanno raggiunto un'equa e giusta visione comune, fondata sulla legge Ue come interpretata dalla Corte di Giustizia europea, sulla protezione dei cittadini che hanno costruito la propria vita sulla base dei diritti comportati dalla partecipazione del Regno Unito alla Ue”, e' scritto nella comunicazione della Commissione europea al Consiglio Ue, l'atto formale che i capi di stato e di governo dei 27 dovranno discutere e approvare nelle riunioni del 14 e del 15 dicembre a Bruxelles. I diritti derivati dalla legge Ue, se “fondati su scelte di vita fatte prima della data del ritiro del Regno Unito dall'Unione, continueranno a essere esercitati”. Nel documento si fa riferimento alla “data specifica” intendendo appunto la data di Brexit “senza pregiudizio sulla discussione nella seconda fase dei negoziati su un possibile periodo di transizione e sugli adattamenti che da questi derivano” rispetto, appunto, alla data. Nella visione di Bruxelles, il periodo di transizione (dopo lo scatto formale della Brexit previsto il 29 marzo 2019) “implica la continua applicazione dei dispositivi di legge della Ue sulle liberta' fondamentali”. Cio' significa che i cittadini potranno circolare liberamente come prima del ritiro del Regno Unito: di conseguenza le disposizioni dell'accordo su diritti dei cittadini e 'governance' relativa “possono essere applicate solo alla fine del periodo di transizione”. In tal caso, quindi, “la data specifica non e' per la Commissione la data del ritiro del Regno Unito ma la data di fine del periodo di transizione”.Ue e Londra concordano sul fatto che i cittadini residenti e le loro famiglie “possono continuare a vivere, lavorare o studiare come fanno attualmente alle stesse condizioni previste dalla legge Ue beneficiando della piena applicazione della proibizione di qualsiasi discriminazione sulla base della nazionalita'”. Chi non ha ancora acquisito pienamente i diritti di residenza, se non vive nello stato ospite da almeno 5 anni, sara' pienamente protetto dall'accordo e potra' acquisire i diritti della residenza permanente anche dopo Brexit. Saranno protetti gli attuali diritti di coniugi, partner registrati, familiari, nonni, figli, nipoti e persone in “relazione stabile” che non vivono nello stesso Stato del cittadino Ue residente nel Regno Unito (e viceversa), nel senso che potranno raggiungerlo in futuro. L'accordo, nella visione della Commissione, copre anche i futuri coniugi (che non lo sono al momento della Brexit 'sostanziale'): di questo pero' si parlera' nella seconda fase del negoziato. Copre in ogni caso tutti i figli nati prima o dopo Brexit indipendentemente dallo Stato in cui sono nati con la sola eccezione dei figli nati dopo e per i quali il genitore non coperto dall'accordo ha la mera custodia.