media e finanza

L’ad Monteverdi: «Editoriale il Fatto in Borsa, Ipo tra i 10 e i 12 milioni»

di Alessandro Graziani

3' di lettura

Editoriale Il Fatto Spa (SeiF) riavvia il progetto di quotazione in Borsa, già accarezzato nel 2014, puntando ad una raccolta da destinare alla crescita delle attività del gruppo, a partire dalla business unit che ruota attorno al progetto televisivo Loft. «Già quattro anni fa avevamo valutato l’ipotesi di allargare la compagine azionaria e andare sul mercato a cercare risorse per crescere - spiega Cinzia Monteverdi, presidente e amministratore delegato di Editoriale Il Fatto - ma avevamo poi rinviato l'operazione per la crisi del mercato. Nel frattempo abbiamo portato avanti la diversificazione del business affiancando ai due marchi di punta rappresentati dal giornale il Fatto Quotidiano e dal sito ilfattoquotidiano.it, la casa editrice di libri Paper First, il periodico mensile FQ Millennium, gli eventi e Loft TV. L’obiettivo del gruppo è raccogliere tramite un Ipo tra i 10 e i 12 milioni di capitale per una valutazione complessiva certamente superiore ai 30 milioni».

Se dal punto di vista finanziario l'operazione è ancora in fase di strutturazione insieme agli advisor Advance Sim, Emintad e Fidentis - anche se con ogni probabilità sul mercato finirà il 25,6% del capitale di azioni proprie acquistate negli ultimi anni dai soci fuoriusciti (da Michele Santoro a Bruno Tinti, fino a Fabio Franceschi di Grafica Veneta) - industrialmente il piano di sviluppo passa soprattutto da due nuove iniziative. «La prima è la trasformazione del gruppo in una data company, anche grazie alla partnership siglata con Weborama». L’idea è quella di “profilare” l'ampia community di lettori che ruota attorno alle testate e ai social del gruppo per renderli più appetibili agli investitori pubblicitari. «Il secondo driver della crescita è il progetto Loft TV, che non è e non sarà la TV del Fatto Quotidiano ma una casa di produzione di contenuti televisivi realizzati presso nostri studi TV e disponibili anche tramite app, da vendere a emittenti italiane ed estere. Per ora abbiamo siglato l'accordo con Discovery, altri ne arriveranno». Contenuti di pura informazione? «Non solo, anche di intrattenimento e cultura. Con personaggi nuovi, di cui ancora non posso rivelare i nomi». Se il progetto Tv rappresenta il perno dei piani di crescita, il grosso dei ricavi del gruppo per almeno i primi 2 anni continuerà ad arrivare dal quotidiano diretto da Marco Travaglio. «Il quotidiano va bene, con diffusione in crescita e non siamo dipendenti dalla pubblicità. L'autorevolezza conquistata va mantenuta ed ampliata, con investimento sulle inchieste giornalistiche e su nuove firme». Continuità editoriale e sviluppo saranno anche i driver del sito ilfattoquotidiano.it diretto da Peter Gomez, che punta ad aumentare i ricavi con la nuova concessionaria pubblicitaria Moving Up specializzata nel digitale.

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Polemiche interne al gruppo, soprattutto tra i giornalisti, ha destato la decisione di distribuire parte delle riserve ai soci prima della quotazione. Perché il Cda ha preso questa decisione? «Premesso che su oltre 4 milioni di riserve, è stata decisa la distribuzione di meno di un milione e premesso che distribuire utili non è solo una scelta legittima ma anche segno di salute di una società - spiega Monteverdi - la scelta va inserita nella prospettiva che i soci che aderiranno al patto parasociale si impegneranno a un lock up di 24 mesi, rinunciando a poter vendere le azioni per un periodo ampio di tempo proprio perché' credono nel piano di crescita».

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