L’aerospazio veneto decolla, il giro d’affari cresce del 22%
La rete innovativa regionale AIR riconosciuta nel 2020 ha fatturato 1, 1 miliardi e ha esportato il 63% nell'Ue coinvolgendo 5mila addetti
di Barbara Ganz
4' di lettura
Una Rete Innovativa denominata AIR, riconosciuta dalla Regione Veneto con decreto 246 del 2 marzo 2020, e che comprende 53 soggetti, di cui 41 Pmi e sei grandi imprese, un Centro di Trasferimento Tecnologico, quattro Dipartimenti di Università del Veneto e Fondazione UniVeneto.
È la realtà del settore aerospaziale in Veneto: nel 2022 ha aumentato del 22% le vendite rispetto al 2021, con una quota di export del 63%. Numeri che fanno del Veneto una delle principali regioni in Italia nella filiera, ma con l’ambizione di diventare la prima a livello nazionale. Per tre giorni Venezia è stata la capitale dell’Aerospazio, richiamando le principali aziende nazionali e internazionali del settore oltre ai player veneti che operano in questo campo, con giovani e startup; Space Meetings Veneto, l’evento internazionale promosso dalla Regione Veneto e della Rete Innovativa Regionale AIR - Aerospace Innovation and Research, ha riunito aziende del settore aerospazio provenienti da 15 Paesi, 100 buyer italiani e internazionali, 25 startup europee e 1.700 tra partecipanti e visitatori. Un settore dirompente anche a livello nazionale: l’Italia è tra i pochi Paesi ad avere un budget pubblico di oltre 1 miliardo di dollari ed è il terzo contributore dell’European Space Agency con 3,1 miliardi di euro, dopo Francia e Germania. La rete regionale si muove su diversi fronti: dalle esplorazioni spaziali ai sistemi di bordo avanzati per piccoli satelliti. le applicazioni pratiche vanno dalla navigazione autonoma all’uso delle tecnologie spaziali in settori come l’agricoltura. Le competenze sono diffuse, fra aziende piccole e grandi e poli come l’Università di Padova che ha una leadership a livello internazionale su propulsori e antenne al Plasma e un impianto di prova per i detriti spaziali fino a 7 km al secondo.
«L’obiettivo del cluster regionale – dice Federico Zoppas, presidente della RIR AIR - è promuovere un eco-sistema in grado di competere sui mercati internazionali. Abbiamo ricerca, competenze ed eccellenze produttive in moltissimi comparti, sia nelle tecnologie alla base delle dei programmi spaziali che negli ambiti su cui si concentrerà la maggior parte del valore futuro e che include le applicazioni sviluppate elaborando i dati raccolti in orbita: servizi di telecomunicazioni, di navigazione e di monitoraggio ambientale, di previsione meteo, a supporto dell’agricoltura di precisione, della prevenzione e gestione delle emergenze, del controllo del traffico aereo e automobilistico. Lo spazio è qui e ora e per decollare abbiamo bisogno di risorse da investire in ricerca e formazione agendo a livello sistemico». Secondo Fabrizio Spagna, presidente di Veneto Sviluppo: «Dobbiamo puntare a dare una visione di lungo periodo a questo settore. La nostra capacità operativa e finanziaria sarà messa a disposizione del tessuto imprenditoriale regionale con l’obiettivo di creare un vero ‘campione' che, aggregando assieme le imprese della Space Economy, possa consentire al Veneto di giocare da protagonista sui mercati nazionali e internazionali».
E per Fabio Innocenzi, ad di Banca Finint, «quello dell’aerospazio è un settore dal grande potenziale di crescita. Industria, tecnologia e finanza devono pertanto essere alleate: sostenendo la Space economy possiamo contribuire a dare slancio alle Pmi del territorio e con esse all’economia reale». Non solo: «L’economia spaziale – aggiunge Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto - sta aprendo possibilità di diversificazione e crescita inimmaginabili . Il radicamento e lo sviluppo di un cluster regionale permette di accedere a finanziamenti, bandi, mercati che, come aziende singole, sono preclusi. Ma, ancora più importante, un ecosistema dell'innovazione, può essere la leva per favorire politiche di attrattività sia degli investimenti sia dei talenti».
La scheda
In Italia
L'aerospazio è un settore dirompente per il quale l’Italia è tra i pochi paesi ad avere un budget pubblico di oltre 1 miliardo di dollari ed è il terzo contributore dell’European Space Agency con 3,1 miliardi di euro, dopo Francia e Germania, pari al 18% del totale dei fondi sottoscritti dai Governi degli Stati membri dell’ESA. A questo budget nazionale si aggiungono i 2,3 miliardi di euro del PNRR. Grazie a questi investimenti pubblici, l’Italia si posiziona al 7° posto nel ranking mondiale.
Il Veneto
La Rete Innovativa Regionale Air è stata riconosciuta dalla Regione Veneto con decreto n. 246 del 2 marzo 2020. Si compone di 53 soggetti, di cui 41 Pmi e 6 grandi imprese; 1 Centro di Trasferimento Tecnologico; 4 Università del Veneto; Fondazione Univeneto
Gli ambiti
Le principali attività su cui si concentrano gli investimenti sono: 1) Lancio di satelliti; 2) Internet satellitare; 3) Esplorazione dello spazio profondo; 4) Sbarco lunare e relative attività abitative; 5) Osservazione della Terra; 6) Estrazione di minerali da Luna e asteroidi; 7) Raccolta e smaltimento dei detriti spaziali; 8) Turismo spaziale; 9) Ricerca scientifica e applicata che sfrutta la microgravità; 10) Produzione manifatturiera a terra e nello spazio; 11) Cattura, trasformazione e trasmissione di energia solare
Effetto leva
Altro dato significativo è che l'industria spaziale ha un forte moltiplicatore dell'occupazione: ogni nuovo posto ne crea altri quattro nella filiera (fonte: L'industria italiana dello spazio: ieri, oggi e domani www.mise.gov.it)
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