L’Aftermarket cresce dell’11% e si prepara alla sfida della digitalizzazione
L’Anfia festeggia i 40 anni della sezione dei produttori di ricambi - Gli operatori indipendenti rappresentano il 70% del mercato
di Filomena Greco
2' di lettura
Un mercato in costante crescita, dopo la contrazione del 2020 (-14%) legata al Covid, alle prese con un parco mezzi sempre più ampio e datato e nuovi driver industriali. Anfia riunisce a Torino le oltre 70 imprese della sezione Aftermarket che compie 40 anni. L’ultimo dato relativo al primo semestre dell’anno registra una crescita dell’11% del settore, rappresentato dai produttori indipendenti di ricambi e accessori, a quota 70% del mercato. Di fatto si tratta di una conferma del trend positivo, che ha portato il comparto a crescere di oltre il 15% rispetto al 2018, dato che risente dell’inflazione ma che rimanda comunque ad un aumento dei volumi.
In una fase di straordinari cambiamenti nella mobilità, gli operatori sono chiamati ad una approccio duplice. Da un lato serve capacità di valorizzare, con attività di manutenzione costante e programmata, un parco mezzi circolante più ampio – passato da 37,2 a 39,3 milioni di auto – e più datato, visto che l’età media supera i 12 anni ed è tra le più alte d’Europa. Dall’altro però serve seguire l’evoluzione tecnologica del settore e gli sviluppi dell’elettrificazione.
«Registriamo una straordinaria tendenza verso la digitalizzazione – spiega Roberto Vavassori presidente di Anfia – andiamo sempre più verso il Software-Defined Vehicle, passare da una filiera meccatronica a una digitale rappresenta una sfida gigantesca». Ma gli operatori, aggiunge Vavassori, «devono anche cogliere tutte le opportunità del parco circolante attuale, e allo stesso tempo essere in grado di cavalcare temi complessi legati alla transizione».
Massimo Pellegrino, coordinatore della Sezione Aftermarket, fa un appello agli operatori del settore: «Abbiamo competenze e più tempo per prepararci alla transizione. Dobbiamo gestire il cambiamento per non subirlo». Tra le sfide dei prossimi anni, riassume, c’è lo sviluppo delle attività di manutenzione, grazie alla diffusione delle black box o scatole nere, la crescita flotte aziendali e l’elettrificazione dei sistemi di trazione. «Sul fronte dell’evoluzione tecnologica – conclude Pellegrino – l’E-mobility è ormai il presente e sarà il nostro futuro, con nuovi attori di settori affini al nostro che stanno entrando nell’automotive portando con sé il proprio know-how».
Il presidente dell’Anfia conclude i lavori con un riferimento al dibattito europeo sull’Euro 7 per i motori, dopo la posizione espressa dal Consiglio che di fatto ripropone i limiti di emissioni già previsti dall’Euro 6. «Mi auguro che nessuno nei prossimi passaggi voglia fare il giustiziere sulla pelle dei produttori e dei consumatori» evidenzia Vavassori, che chiede di accelerare su e-fuel e biocarburanti e sollecita un Data act access europeo per su misura per l’intera filiera dell’auto.
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