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L'alfabetizzazione finanziaria passa anche da quella assicurativa

L'Italia è il fanalino di coda in Europa per spesa assicurativa procapite: spendiamo meno di un terzo a confronto di Nazioni a noi molto vicine come la Francia e la Germania, eppure siamo tra i Paesi più vulnerabili agli eventi climatici, idrogeologici e sismici

di Antonio Esposito *

(ANSA)

3' di lettura

L'Italia è il fanalino di coda in Europa per spesa assicurativa procapite: spendiamo meno di un terzo a confronto di Nazioni a noi molto vicine come la Francia e la Germania, eppure siamo tra i Paesi più vulnerabili agli eventi climatici, idrogeologici e sismici.
Per esempio, in tema di polizze casa, il rapporto premi/Pil (escluso auto) è dell'1,1% contro una media europea del 2,8%. Mediamente un italiano spende 300 euro l'anno in assicurazioni (sempre escluso auto) contro una media europea di 937 euro (dati Ania).
Eppure, secondo i dati di un recente sondaggio Ivass, il 44% degli italiani proprietari di immobili teme i terremoti, il 38% le fughe di gas, il 30% gli incendi, il 23% le perdite d'acqua e il 18% i cortocircuiti.

Ciò nonostante sappiamo che poco più dell'1% del patrimonio immobiliare italiano ha una copertura contro le calamità naturali. Gli italiani credono nel ruolo sociale assistenziale del Paese anche se spesso, in occasione di ripetute calamità naturali come alluvioni o terremoti, lo Stato stesso non è riuscito ad assistere completamente la popolazione colpita.

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Coloro che acquistano una casa, spesso ricorrendo a un mutuo e rinunciando per tanti anni a una fetta importante del proprio reddito, rimangono incredibilmente insensibili ai rischi che circondano la propria famiglia e abitazione. Anche i rischi che riguardano la persona, possono minare la serenità e il benessere della famiglia, eppure in pochissimi agiscono con coperture assicurative adeguate.

Sempre restando sul versante casa, sappiamo che il patrimonio immobiliare italiano è vecchio. Dei 12,2 milioni di edifici residenziali censiti dall'Istat, 7,2 milioni (il 60%) sono stati costruiti prima del 1980 e ben 5,2 milioni (42,5%) hanno più di 50 anni. Per citare un esempio: solo negli ultimi dieci anni, tra il 2012 e il 2022, si sono verificati ben 10 terremoti di magnitudo superiore a 5, eppure le coperture assicurative contro le calamità naturali interessano poco più dell'1% dei proprietari di abitazioni. Vi è quindi una forte discordanza tra i timori dagli italiani e il loro comportamento effettivo in materia di prevenzione. Ciò dipende dalla mancanza di quella che chiamiamo cultura assicurativa e capacità di gestire i rischi.

Interessante a tal proposito l'analisi redatta da Ivass dal titolo “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” a cura del Professore Riccardo Viale. Secondo tale analisi, la conoscenza assicurativa media degli italiani è di 30,4 su una scala da 0 a 100. Gli indici sulla conoscenza di base e sulla conoscenza dei prodotti assicurativi mostrano punteggi poco incoraggianti: la conoscenza di base si attesta su 40,6 e la conoscenza dei prodotti assicurativi su 20,1. La situazione appare più critica per le donne, rispetto agli uomini. Le donne, infatti, raggiungono un punteggio medio di 32,5 (rispetto al 49,3 degli uomini) sulla conoscenza base, e un punteggio di 18,5 (rispetto a 22,4 degli uomini) per quanto riguarda la conoscenza dei prodotti assicurativi. All'interno delle varie fasce d'età, si assiste a un incremento della conoscenza oltre i 35 anni e a un successivo decremento a partire dai 65 anni in poi. Significative sono anche le differenze tra le diverse aree geografiche, con una conoscenza più bassa al Sud e nelle Isole, rispetto al resto d'Italia. La conoscenza sembra anche essere influenzata dal titolo di studio: a una maggiore scolarizzazione sono infatti associati punteggi più alti sia sulla conoscenza di base, sia su quella dei prodotti.

Interessante anche il dato Ivass di valutazione della logica assicurativa, ovvero la capacità deduttiva di derivare conclusioni corrette da premesse concettuali conosciute, che si attesta su un livello di 63,7 (su una scala da 0 a 100). Come si specifica nella ricerca “Ragionando sulle polizze malattia, sulle polizze con franchigia, sulle polizze RC Auto, gli intervistati hanno quindi avuto l’opportunità di dimostrare di saper cogliere, o meno, che al crescere del rischio assunto dalla assicurazione tendenzialmente aumenta il premio richiesto al cliente e che, quindi, anche nelle situazioni di valutazione e acquisto di un prodotto assicurativo, i due concetti devono essere ponderati integrativamente”.

Gli italiani sono quindi consapevoli dell'importanza di stipulare polizze assicurative per poter gestire i rischi economici derivanti da gravi eventi e calamità, sia sulla casa sia sulla persona, ma manca una vera e propria cultura del prodotto assicurativo. Forse il Paese è rimasto legato all'immagine dell'assicuratore come “commerciale”, come colui che “cerca di venderti qualcosa”, ma non si sa bene che cosa. Ecco, quindi, che diventa centrale la figura del consulente assicurativo, che deve porsi come un vero e proprio sostegno per le famiglie e i patrimoni familiari. Non solo, si parla ormai da anni di diffondere la cultura finanziaria all'interno delle scuole, sarebbe utile se in questi piani formativi fossero date alcune nozioni base anche sul mondo assicurativo. L'alfabetizzazione finanziaria del Paese passa anche da quella assicurativa.

* Amministratore delegato AssicuraRE (Gruppo Gabetti)

Riproduzione riservata ©

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