Inter, Conte nel mirino di un mitomane: busta con proiettile
La Prefettura di Milano fa scattare la vigilanza dinamica intorno all’abitazione e agli uffici dell’Inter. Il livello di rischio è comunque ritenuto «molto basso»
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È riuscito in pochi mesi a portare l’Inter al secondo posto nella classifica italiana di Serie A. Ma adesso Antonio Conte ha altre minacce. Una busta con all’interno un proiettile ha fatto scattare la vigilanza dinamica (il livello più basso di tutela) per l'allenatore dell’Inter. La misura decisa dalla Prefettura di Milano, porterà pattuglie di polizia e carabinieri a passare in strada con più frequenza intorno allo stabile di Milano dove vive l’allenatore, e agli uffici della società nerazzurra.
L’ipotesi di un mitomane
Al momento gli investigatori sembrano temere «l’azione di un mitomane» ma tutti i reperti sono stati sottoposti al vaglio di accertamenti scientifici per tentare di individuare l’autore delle minacce. La busta, secondo quanto riportato dai media, sarebbero giunte «qualche giorno fa», il 14 novembre. A chiamare le forze dell’ordine è stato lo stesso Conte, che ha sporto denuncia contro ignoti. Da quanto riportato non esisterebbe alcuna frase, nelle minacce, che faccia pensare «a qualche ambiente di spessore criminale» o a «qualche frangia del tifo organizzato». Il livello di rischio verrebbe per questi motivi ritenuto “molto basso”.
Inchiesta del Pm Mobili
È al momento a carico di ignoti l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano per minacce aggravate e detenzione di munizioni dopo che lo scorso 14 novembre ha ricevuto una lettera contenente una cartuccia per fucile inesplosa e messaggi minatori. L’indagine è coordinata da Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo milanese, e delegata ai Carabinieri del nucleo investigativo. Solidarietà dal sindaco di Milano Beppe Sala. «Non ne sapevo niente. Non so neanche il motivo per cui oggi alla fine sembra così facile che manifestazioni d’odio si rivolgano ai singoli, anche in maniera sorprendente», ha detto il sindaco. «La solidarietà è per definizione. Non riesco neanche a immagine il motivo per cui un allenatore di calcio possa venire minacciato. Gli scriverò».
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