al via il semestre di presidenza tedesca della ue

L’ambasciatore Elbling: «Germania in campo per attivare subito le risorse del Recovery fund»

La linea di Berlino: per i paesi più colpiti dalla pandemia come l’Italia la meglio la strada delle sovvenzioni rispetto a prestiti, così da incidere il meno possibile sul debito pubblico

di Dino Pesole

Recovery Fund, Conte: passi avanti prossimo Consiglio Ue decisivo

3' di lettura

Certamente non tutti i problemi sul tavolo potranno essere risolti in sei mesi, ma la presidenza tedesca dell’Unione europea «ce la metterà tutta» nella consapevolezza che è possibile contribuire a un «vero salto di qualità» nell’Europa del post Covid. A partire dal negoziato in corso sul Recovery fund, che sarà insieme al bilancio pluriennale all’esame del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio. Nel merito, la posizione tedesca illustrata in un briefing virtuale dall’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling è che occorra attivare «il prima possibile» le risorse disponibili.

In campo l’iniziale proposta franco-tedesca per un fondo da 500 miliardi e la proposta avanzata dalla Commissione Ue che prevede un ammontare complessivo di 750 miliardi, di cui 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 250 come prestiti. Difficile prevedere fin d’ora quale sarà il punto di caduta nel negoziato, stante la perdurante opposizione dei paesi cosiddetti frugali sia sul totale delle risorse messe in campo dalla Commissione sia sulla loro ripartizione. Al riguardo, la posizione della presidenza tedesca sarà che per i paesi che maggiormente sono stati colpiti dalla pandemia, tra cui l’Italia, la strada delle sovvenzioni sia da privilegiare rispetto a quella dei prestiti, così da incidere il meno possibile sul debito pubblico.

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La mediazione della Germania

Nel ruolo di mediazione che ora la Germania e il cancelliere Angela Merkel stanno per assumere, si cercherà di individuare la soluzione migliore all’interno di un negoziato che certamente non si annuncia come semplice. «La nostra idea - osserva Elbling - è che si debba lavorare insieme per rilanciare l’Europa. Non parliamo di ricostruzione ma di rilancio, che passi attraverso un accordo sul quadro finanziario pluriennale e sul New Generation EU». In primo piano anche la Brexit: dopo settembre si attiverà la parte più rilevante del negoziato che comunque dovrà concludersi entro il 31 dicembre. Un impegno che fin d’ora si può ipotizzare che si concentri in prevalenza nella seconda parte del semestre di presidenza della Ue. Nell’agenda del semestre, resta in primo piano il tema della trasformazione digitale ed ecologica, ma anche quello della coesione sociale con la proposta di riassicurazione contro la disoccupazione in linea con quanto previsto dal neo-costituito fondo Sure da 100 miliardi, ma anche con l’ipotesi di un salario minimo europeo.

La revisione del trattato di Dublino

Progressi sono attesi sul versante della maggiore solidarietà in tema di accoglienza dei migranti, nella politica di asilo e nella conseguente revisione del Trattato di Dublino. Un’agenda fitta, quella della presidenza tedesca della Ue, in cui compare anche il tema del rafforzamento dello stato di diritto (anche con strumenti preventivi), nonché il tema della stabilizzazione dei rapporti con i paesi vicini, del partenariato con l’Africa e dell’elaborazione di una posizione comune nei confronti della Cina e degli Stati Uniti. Il tutto nella consapevolezza che una delle sfide da affrontare sia quella di far fronte alle crescenti disuguaglianze. «Il nostro obiettivo è realizzare più convergenza in Europa», avviare un percorso che potrà essere completato dalle prossime presidenze di turno (Portogallo e Slovenia), per costruire un’Europa «più forte e coesa», osserva Elbling. È vero che di fronte alla pandemia, i paesi europei hanno reagito in modo differenziato, ma non si può certo affermare che oggi «stiamo agendo in ordine sparso». Sul tema dei migranti, la dichiarazione di Malta mostra che c’è la volontà di pervenire a una soluzione. Quanto al possibile, nuovo percorso di revisione istituzionale che coinvolga anche il tema delle procedure e dei processi decisionali europei, l’ambizione del semestre di presidenza tedesco della Ue è di «creare le condizioni per un mandato» che prepari una nuova conferenza in grado di «produrre un buon risultato da qui al 2022».

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