L’americana Skypersonic svilupperà a Torino i droni spaziali per la Nasa
Accordo con l’Agenzia Usa sui droni per le future operazioni su Marte. Sarà simulato un soggiorno di un anno sul Pianeta rosso per le future missioni
di Filomena Greco
3' di lettura
Ha un cuore italiano la Skypersonic, controllata del Gruppo americano Red Cat Holdings che svilupperà per la Nasa i droni utilizzati per simulare le future operazioni su Marte. «Abbiamo sottoscritto un accordo quinquennale con l’Agenzia americana per progettare e sviluppare per la Nasa due droni, un rover, software e hardware destinati alle missioni simulate su Marte» racconta Giuseppe Santangelo, founder e ceo di Skypersonic.
Verso Marte
Per le missioni umane sul Pianeta Rosso si guarda alle “finestre” potenziali a partire dal 2030, fino ad allora sarà necessario accelerare il più possibile le tecnologie per mettere a punto i sistemi di andata e ritorno dalla missione. Per questo la Nasa ha avviato una serie di missioni che simuleranno soggiorni di un anno sulla superficie del Pianeta Rosso, con quattro membri di equipaggio nei Mars Dune Alpha all’interno dell’habitat marziano realizzato allo Johnson Space Center di Houston. Durante le missioni, che inizieranno a partire da settembre 2022, l’equipaggio condurrà passeggiate spaziali simulate e operazioni di volo, pilotando a distanza i droni e il rover della Skypersonic in un ambiente marziano simulato, in Arizona, usando la piattaforma di pilotaggio remoto transoceanico Dronebox sviluppata dall’azienda.
La presenza a Torino
«Torino – spiega Giuseppe Santangelo – ha un team di una decina di ingegneri e rappresenta il nostro centro di eccellenza in due aree di riferimento, i sistemi di intelligenza artificiale e le tecnologie per il volo transoceanico dei droni e il pilotaggio in remoto, con le attività di training per i piloti nell’hangar che ci ha messo a disposizione Leonardo». Il team italiano di Skypersonic contribuirà inoltre alla progettazione del rover che potrebbe essere testato, aggiunge Santangelo, «nell’area che riproduce il suolo marziano allestito nello stabilimento torinese di Thales Alenia Space». Skypersonic è arrivata a Torino grazie a una iniziativa messa in campo dal Comune per attrarre imprese estere. «Per noi si è trattato di una collaborazione fondamentale per stabilire un nucleo di ricerca e sviluppo in Italia – aggiunge il ceo – con Leonardo che ci ha concesso l’hangar nell’area di corso Marche, a Torino, per i test e una parte della palazzina uffici per i nostri collaboratori».
La tecnologia
L’unicità della tecnologia di Skypersonic è duplice: da un lato lo sviluppo di droni sferici per le ispezioni industriali in cuniculi e aree inaccessibili o pericolose per l’uomo, dall’altro la piattaforma per il volo transoceanico dei droni in modalità guida remota. I droni Skypersonic hanno un esoscheletro o una gabbia sferica con caratteristiche aerodinamiche, studiati per andare in aree senza copertura satellitare. Le macchine sono dotate di sensori ed equipaggiate con sistemi di trasmissione e controllo diversamente “customizzati”, su frequenze basse e capaci di attraversare i muri. «Abbiamo fatto una sperimentazione particolare a Torino – spiega Santangelo – a 150 metri sotto terra, usando un sistema di fili capace di estendere e amplificare il segnale». La seconda area tecnologica su cui gli esperti di Skypersonic stanno lavorando è il pilotaggio in remoto del drone, con sistema di guida non a vista ma in modalità FPV, che permette grazie all’utilizzo di occhiali speciali di adattarsi alla visione della telecamera della macchina, acquisendo non soltanto le immagini ma anche una gamma ampia di parametri telemetrici. «Quello che stiamo brevettando è la capacità di usare la semplice rete internet per individuare il percorso più veloce per collegare il drone stesso alla posizione del pilota. Questo software lo sviluppiamo a Torino». Il drone in sé, spiega Santangelo, «è diventato una commodity, il valore aggiunto è rappresentato dalle funzioni che è in grado di svolgere, tra le più innovative c’è proprio il pilotaggio in remoto e in tempo reale che abbiamo sviluppato, con una latenza minore di 50 millisecondi e la possibilità di controllo a distanza, in remoto. con una semplice app». Tutte queste tecnologie entreranno nella fornitura che Skypersonic assicurerà alla Nasa. L’intera fase di testing e di training sui droni sarà svolta a Torino.
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